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Visualizzazione dei post da gennaio, 2008

Tempo di dire basta

Oggi è una di quelle giornate in cui si fanno bilanci. Le mille attività in cui mi sono lanciato hanno tutte un senso? Faccio bene a passare così tanto tempo al lavoro? Non sto trascurando colpevolmente affetti e sentimenti? Tutta questa ammuìna, alla fine, a che serve? Il mondo può andare avanti benissimo senza di me. Quindi mi propongo di mettere un filtro alle troppe chiacchiere, alle mail, ai blabla, alle mille cose che in una giornata si prendono un tempo piccino, ma che poi alla fine, si mangiano la vita. Lascio ad altri il dubbio piacere di riempirsi la vita come un uovo, di sbattersi tra un impegno e l'altro, di dire sempre, agli amici e a coloro che li amano " non ho tempo ", quando invece, semplicemente, non hanno voglia. Nulla di quello che faccio vale il sorriso di una bambina, o la gloria di un tramonto su Roma, o l'ebbrezza dell'aria limpida su una montagna coperta di neve. E' tempo di dire basta. Ed affiggo davanti alla mia scrivania, questa poe

Contro i giovani

“Ah, io sono per i ragazzi… I ragazzi sono il futuro. A meno che non li fermiamo in tempo...” Homer Simpson Mentre il governo di Nonno Romano va a casa, e Nonno Silvio si riscalda per succedergli, torna utile andare in libreria ed acquistare “Contro i giovani”, di Tito Boeri e Vincenzo Galasso, impietosa radiografia di “come l’Italia sta tradendo le nuove generazioni”. I campanelli d’allarme sul declino italiano sono molti, e suonano da lungo tempo, pressoché inascoltati. Ma finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di identificare le origini di tale declino nello spazio sempre più mortificante e marginale che il nostro paese - la struttura familiare, le professioni, la politica, l’università - assegnano ai giovani, e nell’incapacità di preparare un ordinato ricambio generazionale . Non tutte le ricette sono condivisibili ( ho già giudicato negativamente l’idea di estendere il voto ai sedicenni ), e forse un libro del genere sarebbe stato assai più esaustivo e panoramico se fosse stato

La lumaca

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Ma ero proprio io il serio, barbuto signore in gessato grigio e con la spilla di Cavaliere all'occhiello, che sedeva oggi tra i dignitari invitati all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario, e che è stato lungamente inquadrato dalle telecamere del tiggì, assorto nella lettura del discorso del Procuratore Generale? Ohibò. Mi rileggo una poesia che scrissi qualche anno fa, dedicata a ciò che ero diventato: l'impeccabile direttore, il nodo stretto al collo, il vestito d'umore grigio, l'ipocrita sorriso: l'uomo che ha seppellito il mio ragazzo scanzonato. e mi viene da mollare tutto e correre via, fuggire verso le isole dove gli uomini vivono pazzi e felici. Mah, come disse uno dei miei maestri di vita, Humphrey Bogart: It's a dirty job, but someone has to do it...

La finestra sul porcile

"Se ce fosse Dozza Roma nun sarebbe così zozza” era un vecchio slogan del PCI. Giuseppe Dozza fu il sindaco comunista della Bologna del dopoguerra, quando quel partito, colpito dalla conventio ad excludendum dal governo nazionale, portava come prova delle proprie concrete capacità di governo il cd. “ modello emiliano ”. I comunisti erano atei e scomunicati, mangiavano i bambini ed erano l’avanguardia di quei cosacchi che sarebbero venuti ad abbeverare i cavalli nelle fontane di piazza S. Pietro. Però erano efficienti, competenti ed onesti, e questo non lo si poteva negare. Cosa è rimasto di quell’epoca, dell’orgoglio di una classe dirigente formatasi in serie scuole di politica e rodata nella gestione dei problemi concreti, nell’ascolto del territorio, nella cucitura della società e delle sue pulsioni? Ben poco, a vedere le scene che vengono dalla Campania. La mondezza che sommerge Napoli e dintorni segna il campanello finale a un certo modo di intendere la politica, che oppone s

Cotte e mangiate

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Generosa, e non solo di forme, Manuela Arcuri. L'attrice(tta) ha rivelato che la prima volta con lei gli uomini fanno inevitabilmente flop , intimiditi dal personaggio: quindi lei, rassegnata, concede sempre una seconda chance. La faccenda è del tutto plausibile: i meccanismi dell’eccitazione maschile sono quanto mai bizzarri, e può accadere di rimanere freddi sia davanti a una donna che non ci piace, sia a una che ci piace troppo; per di più col dubbio su quale delle due sia la vera causa. L’arcano era già discusso da Stendhal , nel suo saggio “Sull’amore”: “se entra un briciolo di passione nel cuore, entra un briciolo di possibilità di fare fiasco” (capitolo: “Del fare fiasco”) Noi uomini queste cose non ce le raccontiamo mai, quindi viviamo come drammi individuali fenomeni seccanti ma piuttosto comuni: le donne invece si confidano tra amiche, e possono contare anche su una varietà di magazine femminili dove di problemi sessuali si discute apertamente. Noi no: nei concilia

La fine dello Stato

Piuttosto deludente questo libretto di Hobsbawm, "La fine dello Stato", collage incoerente di una serie di conferenze tenute dallo storico inglese in diverse occasioni. Il tema è stimolante, ma poi l'autore va fuori tema come uno scolaretto, abbandonandosi all'ennesima filippica contro Bush e la guerra in Iraq. Tutti gli spunti interessanti sono qui (compresa un'angosciante domanda sul futuro dell'unità nazionale italiana), il resto può essere tranquillamente tralasciato. Oggi «il popolo» è il fondamento e il punto di riferimento comune di tutte le forme di governo statali eccetto quella teocratica. E ciò non è soltanto qualcosa di inevitabile, ma è qualcosa di giusto, perché per avere un qualunque scopo il governo deve parlare in nome e nell'interesse di tutti i cittadini. Nell'epoca dell'uomo comune, ogni governo è un governo del popolo e per il popolo, anche se chiaramente non può essere, in nessun senso funzionale, un governo esercitato diretta

Il fattore decisivo

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Il 20 gennaio 1998 ero reduce da una festa a casa di Alex, un comandante della Marina americana che abitava ai piedi del Pincio, in un attico con una magnifica vista su Trinità dei Monti; avevo pomiciato tutta la sera con una negra favolosa, ed avevo la classica sbornia post-party che gli inglesi chiamano hangover . Miracolosamente passato per puro culo alle severissime preselezioni alla Fiera di Roma del concorso per il 2° corso di formazione dirigenziale alla Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione (eravamo 30.000, fummo scremati in mille), quella mattina dovevo fare le prove scritte al Palazzo degli Esami in Trastevere. Non avevo dormito per niente, avevo una storta dolorosissima, aggravata dal troppo ballare, il fegato a pezzi per la sbornia, e soffrivo di colite spastica con diarrea. Stavo 'na schifezza ... Andò tutto storto: ci vollero tre ore solo per entrare a Palazzo degli Esami (la convocazione era per le 8,00). Al momento di dettare i temi, gli altoparlanti di un

Dalli al tintore

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È stata bella, divertente e colorata la nuova trovata di Graziano Cecchini , l’artista futurista che tempo fa colorò di rosso la Fontana di Trevi . L’approvo senza riserve. Questa volta Cecchini ha scaricato diecimila palline multicolori da Trinità dei Monti, che sono gioiosamente rotolate sulla scalinata per andare a fermarsi nella Barcaccia di Piazza di Spagna. L’autore è stato subito arrestato e affronterà i rigori della legge. Il che appare davvero esagerato, in una città dove i treni della metropolitana, i muri del centro, i cassonetti, sono uniformemente coperti di graffiti. Sono i writers i veri vandali. Violenti, perché impongono le loro lugubri “creazioni” a tutti; perché ciò che fanno non può essere cancellato se non a caro prezzo; e perché i tag sono semplicemente incomprensibili e solipsistici: le vecchie scritte, politiche, calcistiche o amorose, da “Via gli amerikani dal Vietnam” a “ Forza Roma ” a “ Micia ti amo ” almeno avevano il pregio di contenere un messaggio. So

Stato Interessante

Non è un bel momento per essere Italiani. Una crisi di fiducia totale, diffusa e palpabile. Un visibile degrado nella convivenza civile. L'immondizia che sommerge un'intera regione, un ministro (il mio) indagato. Mi chiedo: vale la pena continuare a fare quello che faccio? Pubblica Amministrazione e sistema giudiziario sono universalmente considerate le due palle al piede del ‘Sistema Italia’ - com’è stolidamente chiamato (dove sarà mai questo “sistema”, mi chiedo, in un paese dove ognuno si fa i fatti suoi?) - ed io, al tempo stesso pubblico dipendente e dirigente del Ministero della Giustizia, faccio parte di tutte e due; il che non è certo entusiasmante. È utile continuare ad investirci la vita? Mi viene in mente l'invocazione di Eduardo de Filippo: "Fuitevenne!" Esperienza e capacità non mi mancano: potrei anch’io passare al privato, potrei anch’io fuggire all’estero, come fanno ormai tanti qualificati lavoratori. Dunque, perché non andare via? Perché resto a

Chiamali laici…

Certo che impedire al Papa di venire a parlare all’Università La Sapienza in nome della laicità, della tolleranza, della libertà di pensiero è davvero forte. Ma come? Persino Ahmadinejad ha potuto parlare alla Columbia University: l'Università di Roma cosa aveva da temere dal discorso di Ratzinger? Voltaire diceva: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma lotterò fino alla morte perché tu abbia il diritto di dirlo”. È il primo comandamento di tutti i veri laici e liberali, ben diversi dai cd. “libertari” che hanno a cuore una sola libertà: la loro. Certo non hanno letto Voltaire i 64 professori e i rumorosi studenti dei collettivi. I quali ultimi, poi - che noia - sono sempre uguali a quando all’università andavo io: le treccine rasta, le barbette, le ragazze con maglioni sformati, l’immancabile ritratto di Che Guevara, e poche idee molto confuse, espresse davanti ai microfoni con l’intercalare di tanti “cioè” e l’aria stupita di chi proprio non riesce a credere che qualcuno

Storie di maschi ostinati

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A leggere superficialmente “ L’amore ai tempi del colera ”, il contrastato amore via telegrafo tra Florentino Ariza e Fermina Daza potrebbe sembrare simile a una di quelle ridicole storie a distanza che oggi nascono via chat, si sviluppano per e-mail ed sms, e muoiono miseramente alla prova dei fatti (vedi il mio post “ L’amore ai tempi di ICQ ”). Ma la narrazione di Garcia Marquez ha il respiro ampio dell'epopea: i suoi personaggi sembrano ingaggiare una gara di resistenza, ed arrivano in fondo alla vita puliti e sobri come rocce levigate dalle intemperie, così da poter sintetizzare tutto il proprio essere in poche terribili parole: come se tutta la vita non fosse altro che una marcia vittoriosa di liberazione dell’essenziale. Così il vero oggetto del libro, come di tutti i libri del Colombiano, non è semplicemente una storia d’amore, ma la maschia ostinazione dell’uomo, solo contro il mondo, ad abbattere tutti gli ostacoli che si frappongono al suo cammino di realizzazione perso

Una moratoria morale

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Dopo il voto all’ONU sulla moratoria della pena di morte, faceva un certo effetto sentir parlare Marco Pannella di “ vittoria della Vita ”. Un po' come se il Conte Dracula diventasse testimonial di una campagna per la donazione di sangue… Giuliano Ferrara ha di recente proposto un’analoga moratoria sull’aborto , mosso da ineccepibile logica: se ogni vita umana è sacra, anche quella del peggiore assassino seriale, non lo è a maggior ragione quella di un innocente? “condanniamo in linea di principio la soppressione legale di un essere umano senza guardare ai suoi motivi, che in qualche caso, in molti casi, sono l’aver inflitto la morte ad altri. Bene, anzi male. Il miliardo e più di aborti praticati da quando le legislazioni permettono la famosa interruzione volontaria della gravidanza riguarda persone legalmente innocenti, create e distrutte dal mero potere del desiderio, desiderio di aver figli e di amare e desiderio di non averli e di odiarsi fino al punto di amputarsi

Italiane all'estero

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Un tempo c’erano gli emigrati . Erano i poveri, gli ultimi, gli avanzi della società, esportati perché non si aveva bisogno di loro: superflui. Oggi invece si parla di “expats” , gli espatriati: un termine meno drammatico che sembra suggerire una differenza qualitativa, trattandosi spesso di professionisti di alto livello - ed anche un distacco meno forte e definitivo dal paese d’origine, seppure non meno problematico. Gli expats più organizzati sono senz’altro gli anglofoni, che tendono a costituire dovunque vadano una rete sociale fatta di pub, scuole, incontri, giornali dedicati. Devo agli expats anglosassoni gli anni più divertenti della mia vita sociale, compresa la partecipazione al club di corridori Hash House Harriers . Anche gli italiani cominciano ad organizzarsi, pur se non manca mai un lagnoso tono da esuli incompresi, da orfani diseredati dalla patria matrigna, che guasta tutto: ma viviamo in un mondo in cui la mobilità, anche oltrefrontiera, è sempre più la norma - ed alt

Percorso di guerra per la SSPA

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Mentre l’ultimo Concorso per Magistratura ha dato esiti davvero paradossali (con candidati che scrivono “risQuotere” ed amenità varie), il concorso di ammissione al quarto Corso Concorso alla Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione si conferma uno dei più selettivi in tutta la PA. È una buona notizia: la severità della selezione è una precondizione per l’elevata professionalità della categoria. Oggi sono stati pubblicati i risultati delle prove scritte: solo 120 sono stati ammessi all’orale, su 155 posti disponibili. È probabile che ci sia un’ulteriore scrematura agli orali: quindi gli ammessi al Corso potrebbero essere molti meno dei posti messi a bando. Avvenne anche per il mio concorso: i posti in ingresso erano 215, dai quali, all'esito dei due anni di corso avrebbero dovuto uscire solo 165 dirigenti. Invece già agli orali furono ammessi meno di 200 candidati, e alla fine facemmo il corso solo in 148. Di questi, una decina non arrivò alla fine. Un vero percorso di guerra.

Se un uomo

Se un uomo non è disposto a rischiare per le proprie idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui. Ezra Pound

E per modello, una scimmia

L'ufficio? E' davvero una giungla Per fare carriera copiamo gli scimpanzè Corriere della Sera 8 gennaio 2008 ... 5)Cercare di essere un buon capo. «Anche il grande boss è tenuto a seguire le leggi della giungla e come gli scimpanzè devono combattere costantemente per conservare il loro grado, aumentando il livello di stress di tutti, così in ufficio un bravo capo è colui che sa mescolare sapientemente motivazione, capacità di controllo e leadership»....

Ezechiele apocrifo

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« Ezechiele, 25:17. Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare, e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te! » In realtà è una citazione apocrifa dal film Pulp Fiction. Nella Bibbia non c'è!

Ora sognare si può

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Comunque vada, quest'anno sarà migliore. Almento in Politica Internazionale. Nessuno potrà fare peggio di George W. Bush, l'uomo che ha portato al massimo deterioramento le relazioni con l'Europa e la Russia, che ha ingaggiato due guerre senza vincerne una, col bel risultato che oggi il petrolio costa ben 100$ al barile. Barack Obama è una speranza per tutti: soprattutto per i giovani. Il nostro è un mondo vecchio, ed occorrono sangue nuovo, nuove energie, nuove idee, nuovi volti. Una politica visionaria e profetica. L'appello alla maggior esperienza da parte della sua rivale Hillary Clinton (e poi quale esperienza? Quella di moglie?) non ha funzionato. Soprattutto sarebbe negativo se vincesse la Clinton: perché una democrazia matura non può permettersi di perpetuarsi secondo un principio dinastico, e avere una presidente-moglie dopo un presidente-figlio sarebbe troppo. Tra parentesi, queste donne di sinistra (Hillary come Ségolene), che scalano il potere sulle spalle

Dario, un esempio...

Apprendo incidentalmente da questo forum su Pagine di Difesa, testata giornalistica di politica internazionale e della Difesa diretta dal Generale Giovanni Bernardi che un mio scritto sugli stili di leadership viene spesso citato nei corsi di Dottrina Militare all'Accademia Navale, uno dei corsi tecnico-professionali che concludono l'addestramento degli Ufficiali. Tal Naumachos scrive: "Cito un AUC, " Dario Quintavalle " che spesso viene preso ad esempio da alcuni ufficiali durante le lezioni di "dottrina" per quello che dice : "Il lavoro di un capo - Ufficiale o Dirigente civile che sia - è diverso da quello dei suoi subordinati, e non perfettamente sovrapponibile. Comandare significa organizzare, coordinare e rendere armonico e finalizzato a un risultato il lavoro altrui. Significa far sì che tante - anche brillanti - individualità, diventino un gruppo affiatato e produttivo. Ad un direttore d'orchestra . . . non si chiede di saper suonare

Il primo giorno

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L'alba del nuovo anno dalla terrazza del Gianicolo, a Roma.

Non è vero e non ci credo, ma....

Non leggo mai gli oroscopi, ma devo dire che, almeno sulla definizione del mio profilo caratteriale, ci azzeccano assai: sono Ariete, segno di fuoco e di corna. Ho raccolto un po di previsioni, per farmi quattro risate alla fine dell'anno. Conosci il significato del tuo segno?! L'uomo Ariete ha un carattere forte, una spiccata intraprendenza, è deciso e lungimirante. La calma e la saggezza ne fanno un punto di riferimento. Spesso ricopre posizioni da leader, e sa farlo nei modi più pacati e limpidi, ma non è un ingenuo. E' ottimista e disponibile, riflessivo e ponderatore anche se a volte rivela lati insoliti che lo portano a prendere il controllo della situazione in maniera risoluta, specie nelle situazioni di emergenza. Oroscopo 2008 - Ariete in collaborazione con Astra Ci sarà battaglia, come piace a voi: la vincerete con self-control e razionalità Aria di sfida nel vostro cielo! Giove e Plutone in quadratura potrebbero suggerirvi di ridimensionare alcune aspettative o a