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Visualizzazione dei post da luglio, 2005

Ma il Corriere dice no...

Pubblicato sulla Cronaca di Roma del Corriere: Cara Maria Latella, per molti anni gli abitanti del Nomentano hanno lottato per salvare dalla speculazione edilizia un terreno adiacente a Villa Torlonia,dietro la Casina delle Civette. Ora il comune ha deciso di acquistare quel terreno e destinarlo all’edificazione del Museo della Shoah. Il fine è certamente più nobile, ma la sostanza non cambia: il risultato sarà pur sempre la cementificazione di un’area verde a ridosso di una villa storica, con importanti preesistenze archeologiche, in un quartiere per di più già congestionato dal troppo terziario. Il Museo della Shoah si deve certamente fare, ma in luoghi che abbiano maggiore attinenza al dramma dell’Olocausto: per esempio al Ghetto, oppure alla Stazione Tiburtina, da dove partirono i vagoni per i campi di concentramento. Villa Torlonia non ha bisogno di altro cemento. Dario Q Le propongo un’impresa difficile, gentile signor Q [sic!]: provi a ragionare intorno all’iniziativa in

La Shoah a Villa Torlonia?

Signor Sindaco, per molti anni gli abitanti del quartiere Nomentano hanno lottato per salvare dalla speculazione edilizia un terreno adiacente a Villa Torlonia, proprio dietro la Casina delle Civette. Ora il Comune ha deciso di acquistare quel terreno e destinarlo all’edificazione del Museo della Shoah. Il fine è certamente più nobile, ma la sostanza non cambia: il risultato sarà pur sempre la cementificazione di un’area verde a ridosso di una villa storica, con importanti preesistenze archeologiche, in un quartiere per di più già congestionato dal troppo terziario. L’erigendo edificio – che dovrebbe essere un monumento significativo - sarebbe invece nascosto dalle palazzine circostanti e a sua volta rovinerebbe la visuale su Villa Torlonia. Il Museo della Shoah si deve certamente fare, ma in luoghi che abbiano maggiore attinenza al dramma dell’Olocausto: per esempio vicino al Ghetto, nei locali del deposito dell’Opera o dell’Anagrafe, oppure alla Stazione Tiburtina, da dove partirono

Egregio Senatore....

Egregio Senatore Roberto Salerno (AN), mi congratulo di cuore con lei per aver presentato l’emendamento che dispone il ritiro della patente per tutta la vita a coloro che provocano incidenti mortali, e per aver ottenuto oggi su di esso il voto quasi unanime del Senato. Però non capisco la limitazione ai soli conducenti in stato di ebbrezza o drogati. Chi, guidando, uccide una persona per semplice incoscienza e disprezzo delle regole (come il pregiudicato che investì e uccise mia madre, e che non si è fatto nemmeno un giorno di galera) è meno colpevole? E le loro vittime sono meno vittime delle altre? Il fatto di aver ucciso una persona non ne dimostra inequivocabilmente l’irresponsabilità e quindi l’idoneità alla guida e la pericolosità per il prossimo? Meglio di niente, comunque. Cordialmente Dario Quintavalle - Roma L'egregio senatore non mi degnò di una risposta...

When all the dreams die

When all the dreams die, a season of recriminations is normal. Roger Cohen International Herald Tribune SATURDAY, JULY 16, 2005

Voglio una donna con la gonna

(Vecchioni) Una canzone di Natale che le prenda la pelle e come tetto solo un cielo di stelle. Abbiamo un mare di figli da pulirgli il culo: che la piantasse un po' di andarsene in giro! La voglio come Biancaneve coi sette nani, noiosa come una canzone degli "Inti-Illimani. Voglio una donna "donna", donna "donna" donna con la gonna, gonna gonna. Voglio una donna "donna" donna "donna" donna con la gonna gonna gonna. Prendila te quella col cervello che s'innamori di te quella che fa carriera, quella col pisello e la bandiera nera la cantatrice calva e la barricadera che non c'e mai la sera... Non dico tutte; me ne basterebbe solo una, tanti auguri alle altre di più fortuna. Voglio una donna, mi basta che non legga Freud, dammi una donna così che l'assicuro ai Lloyds preghierina preghierina, fammela trovare, Madonnina Madonnina non mi abbandonare. Voglio una donna "donna" donna "donna" donna con la gonna gonn

Nessuno tocchi Abele

La nuova legge sulla legittima difesa non è tanto una risposta alla criminalità, quanto a un preciso modo di considerare la criminalità in Italia, che si fonda ideologicamente sull’equivalenza morale tra delinquenti e persone per bene. Di fronte a un delitto particolarmente efferato, scatta un meccanismo risaputo: un sacerdote in vista che dichiara: “Bisogna capire ed educare, punire non serve”, e la tv dalla lacrimuccia facile che cinge d’assedio le vittime per spiare il loro dolore e servirlo in pasto al pubblico: “Come si sente?” (e chissà come dovrebbero sentirsi); e poi: “Lei perdona gli assassini di suo figlio?”. Prima l’indagine guardona nel dolore privato, poi la richiesta pressante di un bel gesto pubblico. Il sottinteso è che se la vittima non perdona, è assetata di vendetta, non di giustizia, e quindi moralmente riprovevole non meno dei suoi aggressori. Così, se un gioielliere risponde al fuoco di un bandito, i giornali titoleranno “Milano come il Far West” perché è ovvio ch

Divertente e vera :-)

Recently a "Husband Super Store" opened where women could go to choose a husband from among many men. It was laid out in five floors, with the men increasing in positive attributes as you ascended. The only rule was, once you opened the door to any floor, you HAD to choose a man from that floor; if you went up a floor, you couldn't go back down except to leave the place, never to return. A couple of girlfriends went to the shopping centre to find some husbands... First floor: The door had a sign saying, "These men have jobs and love kids." The women read the sign and said, "Well, that's better than not having a job or not loving kids, but I wonder what's further up?" So up they went. Second floor: The sign read, "These men have high paying jobs, love kids, and are extremely good looking." "Hmmm," said the ladies, "But, I wonder what's further up?" Third floor: This sign read, "These men have high paying jo