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La chiamata degli stranieri in Ucraina

Il “popolo…aveva espresso il proprio pensiero nella leggenda della chiamata dei Variaghi: " Regnate e siate i nostri signori. Noi promettiamo con gioia una completa sottomissione. Tutto il lavoro, tutte le umiliazioni, tutti i sacrifici ce li assumiamo noi; ma che non siamo noi a giudicare e decidere " (Tolstoj, Anna Karenina) Mi è tornato in mente questo rigo di Tolstoj, al pensiero dell'Ucraina che, unico paese al mondo, si è data tre ministri stranieri. Che la chiamata dei Variaghi sia un precedente? 

L'utilità del mio posto

“Ma sono i giornali che dicono tutti la stessa cosa - disse il principe. - È vero. Tutti la stessa cosa, proprio come ranocchie prima del temporale. E proprio per causa loro non si può sentir nulla. - Ranocchie o non ranocchie, io giornali non ne pubblico e non li voglio difendere; ma parlo dell'unità di pensiero nel mondo dell'intelligencija - disse Sergej Ivanovic, rivolto al fratello. Levin voleva rispondere, ma il vecchio principe lo interruppe. - Eh, via, su questa unità di pensiero si può dire ancora un'altra cosa - disse il principe. - Ecco, io ho un genero, Stepan Arkad'ic, lo conoscete. Adesso ha avuto il posto di membro del comitato di una commissione e qualcosa ancora, non ricordo. Certo là non c'è nulla da fare; ebbene , Dolly, non è mica un segreto, ma ci sono ottomila rubli di stipendio. Provate, chiedetegli se il suo impiego è utile, vi dimostrerà ch'è utilissimo. Ed è uomo sincero, ma non si può non credere all'utilità degli ottomila rubl...

La chiamata dei Variaghi

Il “popolo…aveva espresso il proprio pensiero nella leggenda della chiamata dei Variaghi:   " Regnate e siate i nostri signori. Noi promettiamo con gioia una completa sottomissione. Tutto il lavoro, tutte le umiliazioni, tutti i sacrifici ce li assumiamo noi; ma che non siamo noi a giudicare e decidere " (Tolstoj, Anna Karenina)   Interessante riflessione: non è forse vero che molta gente è ben disposta a sottomettersi pur di non avere responsabilità? Non è la libertà un fardello di cui molti si sbarazzano con gioia?

Breviario per dirigenti severi

Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti. Apocalisse 3,19

Buonismo e perdonismo

Un altro omicidio violento ed inspiegabile. Ed implacabili, le due domande standard dei TG ai parenti delle vittime: " Lei cosa prova? " e " Lei perdona gli assassini? ". Mai, dico mai, uno che risponda: 'Ma naturalmente sono contentissimo che abbiano ammazzato mia madre! '. Le due domande, così banali da far sembrare un genio Gigi Marzullo, hanno in realtà uno scopo ben preciso: occorre servire in prima serata emozioni forti, dolore e perdono, e per questo i giornalisti non esitano a fare i guardoni nei sentimenti altrui. Sollecitando l'esternazione di un dolore scontato e che un po' di umano tatto vorrebbe rimanesse coperto da riserbo, e subito dopo l'assoluzione delle vittime che è anche autoassoluzione. Perché volere giustizia in questo paese dalla giustizia smandrappata e spettacolarizzata costa. E perché bisogna ammannire ai buoni borghesi che stanno a tavola la loro razione di buoni sentimenti quotidiani. Niente faide, certo, non sta b...

La noia

“Per molti la noia è il contrario del divertimento; e divertimento è distrazione, dimenticanza. Per me, invece la noia non è il contrario del divertimento; potrei dire, anzi, addirittura, che per certi aspetti essa rassomiglia al divertimento in quanto, appunto, provoca distrazione e dimenticanza, sia pure di un genere molto particolare. La noia, per me, è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà. Per adoperare una metafora, la realtà,quando mi annoio, mi ha sempre fatto l'effetto sconcertante che fa una coperta troppo corta, ad un dormiente, in una notte d'inverno” “Ciò che mi colpiva, soprattutto, era che non volevo fare assolutamente niente, pur desiderando ardentemente di fare qualche cosa. Qualsiasi cosa volessi fare mi si presentava accoppiata come un fratello siamese al suo fratello, al suo contrario che, parimenti, non volevo fare. Dunque, io sentivo che non volevo vedere gente ma neppure rimanere solo; che non volevo restare in ...

La vita, l'amore e le vacche

"Il segreto della vita? Trova una cosa di cui ti importa veramente tanto, tienila stretta e tutto il resto può andare a puttane". Dal film "Scappo dalla città. La vita, l'amore e le vacche", 1993 ...mi ispiro sempre ai più augusti filosofi :-)

Amici miei

L'altra sera hanno ridato in televisione "Amici miei". Un evergreen , sempre attuale: c'è il valore dell'amicizia maschile, la solidarietà, il cameratismo, la voglia di restare giovani a dispetto di tutto e di tutti. Pochi film hanno saputo toccare, con tanta grazia e ironia, corde così profonde. E io restai a chiedermi se l’imbecille ero io che la vita la pigliavo tutta come un gioco, o se invece era lui, che la pigliava come una condanna ai lavori forzati. Già....

Emma contro Emma

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Il caso ha voluto che nei continui sommovimenti della mia biblioteca si siano trovati appaiati due libri, “Emma” di Jane Austen e “ Madame Bovary ” di Flaubert. Che come tutti sanno, di nome faceva pur’essa Emma. Ci sono appena quarant’anni tra i due libri. Ma che differenza! Ad un primo sguardo, i romanzi della Austen appaiono il ritratto all’acquerello di un mondo lontano ed edulcorato, costellato di graziose dame di campagna in cappellino e crinoline. Mentre non c’è dubbio che Emma Bovary è l’antenata della donna “moderna”, consapevole, sicura di sé, indipendente e padrona del proprio corpo e della sua sessualità. L’antesignana della rivoluzione sessuale e delle protagoniste di Sex & the City. Il XX secolo è stato, come ha scritto Eric Zemmour , il secolo della liberazione del bovarismo. Ma allora perché i romanzi della Austen affascinano, e vengono continuamente adattati per il cinema? Cos’hanno di tanto attuale? Direi proprio il fatto che non sono per niente attuali, ma che se...

Io e mia sorella

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Io: “Mi ci vorrebbe un tocco femminile” Angela: “Sì, ma in fronte…” Io: “Angela puoi attaccarmi la corrente…?” Angela: “Con molto piacere!” Io: “…alla stampante…” Angela: "Cosa sono queste effusioni? Ricorda, noi siamo fratelli, noi ci odiamo" Battutine e battutacce tra fratelli che si vogliono bene....:-) dilemmi....

:-)

L'amore è la risposta, ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande. Woody Allen

Il firmiere

La peggio cosa che poteva capitare (e inesorabilmente capitava a scadenze più o meno fisse) a Salvo Montalbano, nella sua qualità di dirigente del commissariato di Vigata, era quella di dover firmare le carte. Le odiate carte consistevano in rapporti, informative, relazioni, comunicazioni, atti burocratici prima semplicemente richiesti e poi sempre più minacciosamente sollecitati dagli “uffici competenti”. A Montalbano gli pigliava una curiosa paralisi della mano dritta che gl’impediva non solo di scrivere quelle carte (ci pensava Mimì Augello), ma addirittura di mittìrici la firma. «Almeno una sigla!» supplicava Fazio. Nenti, la mano s'arrefutava di funzionare. Le carte allora s'accumulavano sul tavolo di Fazio, crescevano d'altezza giorno appresso giorno e poi succedeva che i montarozzi dei fogli diventavano accussì alti che, alla minima corrente d'aria, s'inclinavano e scivolavano a terra. Le carpette, raprendosi, facevano per tanticchia un bellissimo effetto di ...

Malsana famiglia

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Ha scritto Alejandro Jodorowsky che: " Ne ha uccisi più la famiglia che la bomba atomica" . Probabilmente, si riferiva alla famiglia italiana. Giorni addietro un’altra strage “inspiegabile” si è consumata nell’ordinata provincia padana, per la gioia dei giornalisti che finalmente possono parlar d’altro che di politica. Tragedie fotocopia, tutte uguali: coppie borghesi, benestanti, rispettabili. Ed improvvisamente la violenza, a lungo compressa, esplode, “ come fulmine a ciel sereno ” (i telegiornali, che meravigliosa miniera di asinini luoghi comuni!). Nei discorsi dei Vescovi (che si guardano bene dal formarne una) e dei politici (che ne hanno spesso più d’una), la Famiglia è un santino, un modello perfetto, un archetipo del vivere sociale. Un valore in sé, dunque, da tutelare in quanto tale. La Famiglia è la cellula fondante della società, com’è ovvio in un paese che non riesce proprio a considerare e a dar valore all’individuo singolo, se non legato a qualcun altro, in ass...

Non mettete la rana in croce

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La direttrice del Museion di Bolzano, la svizzera Corinne Diserens, è stata licenziata per aver fatto esporre una “rana verde in croce”, opera dell'artista tedesco Martin Kippenberger. Non posso che essere d’accordo. Tanto per cominciare l’opera era orribile. Tutta l’arte moderna lo è, del resto. Nato e cresciuto a Roma, in mezzo al bello, ogniqualvolta visito un museo di arte contemporanea non posso che meditare desolato sulla verità di quel famoso motto di Flaiano: “ Non comprate l’arte moderna, fatevela da soli ”. Qualunque ca**ta, oggi, è suscettibile di vedersi attribuita la dignità di opera d’arte, e alla fine il più onesto fu proprio il povero Piero Manzoni, che la sua “ Merda d’artista ” la inscatolò e mise in vendita. Soprattutto, è ingiusto mettere una rana in croce. Quali sarebbero le sue colpe? Il triste destino di codesto stolido batrace è di essere caricato di significati ed aspettative che vanno ben al di là del suo valore. Una rana è solo una rana: ha i suoi limiti,...

La vampira

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Capita a volte, sfogliando distrattamente un testo sugli scaffali di una libreria, di essere catturati da una frase rivelatrice. Ho comprato perciò d’istinto questo libro di Isabelle Nazare-Aga “La manipolazione affettiva. Quando l’amore diventa una trappola ” , Castelvecchi editore: 15 euro ben spesi. Secondo la Nazare-Aga, nota psicoterapeuta francese che indaga da tempo sul fenomeno della manipolazione, il manipolatore affettivo è una persona patologicamente narcisistica che disintegra giorno dopo giorno l’autostima del compagno. Un vero e proprio “ vampiro psico-affettivo ”, come lo definisce l’autrice, il cui scopo è la destabilizzazione di chi ha accanto. Il manipolatore colpevolizza, giudica, critica, svaluta le qualità, la competenza, la personalità del partner. Proietta sull'altro i suoi difetti e glieli rinfaccia. È bugiardo, sfuggente, indifferente, indiretto, geloso, egocentrico. Rifugge le sue responsabilità, deforma e interpreta la verità, nega l’evidenza. No...

Come allora, come sempre

Da un telegramma del 19 maggio 1941: “E’ ormai diventato un sistema quello adottato da Ufficiali e Funzionari che consiste nell’avviarsi all’ufficio alle 8 il che significa essere al tavolo di lavoro non prima delle 8 et 15 e forse piu’ tardi alt Esigo che questa deplorevole abitudine, tipica manifestazione di quel pressappochismo deleteria tara del carattere di troppi italiani abbia immediatamente a cessare alt Alle 8 chi non e’ gia’ al suo tavolo di lavoro ha perduto la giornata con le relative conseguenze alt Faro’ controllare quanto sopra alt_ MUSSOLINI. Alcune considerazioni: Se non ci e’ riuscito nemmeno il Capoccione a mettere in riga gli impiegati pubblici, come puo’ riuscirci Brunetta? Ma proprio uno che aveva dichiarato una guerra senza essere preparato va a parlare del “pressappochismo deleteria tara del carattere di troppi italiani” ? Come allora, come sempre, chi sta in cima fa come il bue che disse “cornuto” all’asino… Pero’ bei tempi, nel 1941 a Roma uno che fosse uscit...

Ma allora non e' cambiato niente!

"Fures privatorum furtorum in nervo atque in compedibus aetatem agunt, fures publici in auro atque in purpura" (Chi ruba cose private trascorre la vita tra ceppi e catene, chi ruba cose pubbliche nell'oro e nella porpora). Catone il Censore

Lo chiamano Burocratese

"Si è appurata una evidente distonia nel circuito valutativo a livello centrale e periferico che è stata fondata, distintamente nelle fasi della concessione e della revoca delle misure di protezione, su parametri non omogenei il che ha prodotto risultati disomogenei". (dalla motivazione con cui fu negata l'auto blindata e la scorta a Marco Biagi, poi assassinato dalle BR) "Le parole sono importanti! Chi parla male, pensa male, vive male" Nanni Moretti (Palombella Rossa, 1989)

La Coscienza di Svevo

Non occorre saper lavorare, ma chi non sa far lavorare gli altri perisce Non c’è che un solo grande rimorso, quello di non aver saputo fare il proprio interesse Svevo, La Coscienza di Zeno, 5

Senza fretta

"Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena." (Mt 6, 34)