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Visualizzazione dei post con l'etichetta Cinema

Odessa Steps: Battleship Potemkin (1925)

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I'll soon be in Odessa, so reviewing this film was needed.

Amici miei - Schiaffi alla stazione.

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La vita, l'amore e le vacche

"Il segreto della vita? Trova una cosa di cui ti importa veramente tanto, tienila stretta e tutto il resto può andare a puttane". Dal film "Scappo dalla città. La vita, l'amore e le vacche", 1993 ...mi ispiro sempre ai più augusti filosofi :-)

Amici miei

L'altra sera hanno ridato in televisione "Amici miei". Un evergreen , sempre attuale: c'è il valore dell'amicizia maschile, la solidarietà, il cameratismo, la voglia di restare giovani a dispetto di tutto e di tutti. Pochi film hanno saputo toccare, con tanta grazia e ironia, corde così profonde. E io restai a chiedermi se l’imbecille ero io che la vita la pigliavo tutta come un gioco, o se invece era lui, che la pigliava come una condanna ai lavori forzati. Già....

Derrick, la Germania in beige

“Derrick ist tot”, titolano i giornali tedeschi. È morto Derrick. Capita, quando un attore si identifica troppo col suo personaggio, che non riesca più a liberarsene. Horst Tappert è stato per un decennio Stephan Derrick, il volto più simpatico della Germania all’estero. Come le sorelle Kessler, con le loro lunghe gambe, impersonarono per una generazione di italiani il sogno della biondina nordica in vacanza, carina dolce e sessualmente disponibile, Derrick deve la sua fortuna e la sua durata allo stereotipo che ha saputo incarnare: quello dell’uomo tedesco metodico e preciso, senza slanci né sbavature, ingegnoso ma senza fantasia. Con il suo personaggio privo di ardori, di toni esagerati, prevedibile e noioso, ben simboleggiato dal suo impermeabile beige, Horst Tappert ha interpretato l’aspirazione della Germania ad essere un paese normale, o piuttosto normalizzato. Rassicurante perché mediocre e neutro. Un po' come quei mariti brav’uomini che si finisce per amare a forza di abitu...

Quando gli alieni arrivavano dallo spazio

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La notizia è ghiotta: la piattaforma Mediaset Steel a partire dal 12 novembre replicherà tutti gli episodi di “ UFO attacco alla Terra ”. Io non ho il decoder, e uso la televisione quasi come un soprammobile (almeno in Italia, dov’è diventata uno sciocchezzaio per persone anziane e di scarsa cultura), quindi gradirei un invito da chi ne è provvisto. Noi, nati alla fine degli anni ’60, ce li ricordiamo bene il Comandante Straker, la base SHADO, gli UFO sibilanti. Abbiamo giocato con i modellini degli intercettori e degli Skydiver. Solo più tardi, quando anche in Italia arrivò finalmente la TV a colori (tecnologia esistente già da un pezzo, ma avversata dall’oscurantismo democristiano), scoprimmo che le conturbanti operatrici della Base Luna, tipicamente in minigonna, portavano una parrucca colorata e un trucco pesante. La serie non ebbe il successo che meritava, e terminò dopo appena 26 episodi. Dagli stessi ideatori nacque poi “Spazio 1999”, una coproduzione anche italiana. Quelli eran...

Lo chiamano Burocratese

"Si è appurata una evidente distonia nel circuito valutativo a livello centrale e periferico che è stata fondata, distintamente nelle fasi della concessione e della revoca delle misure di protezione, su parametri non omogenei il che ha prodotto risultati disomogenei". (dalla motivazione con cui fu negata l'auto blindata e la scorta a Marco Biagi, poi assassinato dalle BR) "Le parole sono importanti! Chi parla male, pensa male, vive male" Nanni Moretti (Palombella Rossa, 1989)

Facciamo l'amore!!!

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“ Sorpresi a fare sesso nel confessionale ”, titola un giornale . Mi colpisce non la trasgressività provinciale dei due cialtroni romagnoli che non trovano posto migliore per lasciarsi andare di una chiesa, ma quanto sia entrata nell’uso corrente una espressione così volgare e americaneggiante come “ fare sesso ”. Poche parole sono state così dirompenti, nel costume, ed al tempo stesso così densamente significative. Una volta si sarebbe detto “ fare l’amore” , e d’accordo, non era vero amore, spesso, era sempre il buon vecchio sesso. Ma chi “ faceva l’amore ” o meglio, “all’amore” , si concepiva come una unità di corpo ed anima. Si fingeva l’amore, forse, ma non lo si negava: semplicemente ci si esercitava mimando, in vista di qualcosa di più importante e serio. Poteva essere la storia di una sera, la classica botterella, ma l’occasionale compagna era pur sempre una persona. Non si poteva non esserne coinvolti, almeno un po'. E un gentiluomo non doveva mai lasciarla con la sensazi...

Sarà colpa del deserto se io...?

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“La dura vita del deserto rende questi uomini... duri, riservati, taciturni… e anche un po’ stronzi” (Alberto Sordi – Riusciranno i nostri eroi...)

Storie di maschi ostinati

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A leggere superficialmente “ L’amore ai tempi del colera ”, il contrastato amore via telegrafo tra Florentino Ariza e Fermina Daza potrebbe sembrare simile a una di quelle ridicole storie a distanza che oggi nascono via chat, si sviluppano per e-mail ed sms, e muoiono miseramente alla prova dei fatti (vedi il mio post “ L’amore ai tempi di ICQ ”). Ma la narrazione di Garcia Marquez ha il respiro ampio dell'epopea: i suoi personaggi sembrano ingaggiare una gara di resistenza, ed arrivano in fondo alla vita puliti e sobri come rocce levigate dalle intemperie, così da poter sintetizzare tutto il proprio essere in poche terribili parole: come se tutta la vita non fosse altro che una marcia vittoriosa di liberazione dell’essenziale. Così il vero oggetto del libro, come di tutti i libri del Colombiano, non è semplicemente una storia d’amore, ma la maschia ostinazione dell’uomo, solo contro il mondo, ad abbattere tutti gli ostacoli che si frappongono al suo cammino di realizzazione perso...

Ezechiele apocrifo

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« Ezechiele, 25:17. Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare, e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te! » In realtà è una citazione apocrifa dal film Pulp Fiction. Nella Bibbia non c'è!

La libertà è partecipazione, ricordi?

Le notti insonni hanno almeno questo di buono: permettono di riscoprire la televisione. Ad ore antelucane infatti, la RAI riesce ancora a passare qualche buon film. Ho seguito quindi con interesse Aldo Fabrizi in Siamo tutti inquilini , un film del 1953 con Peppino De Filippo e Maurizio Arena. La trama è semplice: una ragazza eredita un appartamento da una signora presso la quale prestava servizio, ma non avendo a disposizione molti mezzi, raramente riesce a pagare le spese condominiali. L'amministratore vorrebbe approfittare della situazione per sottrarre la proprietà alla giovane, ma il portiere, Aldo Fabrizi, prende le sue difese. Sembrerebbe una facile commediola di costume. Eppure sono rimasto impressionato dal significato politico della trama, ben mascherato dai toni leggeri. La serva che diventa padrona, è evidentemente il proletariato che è assurto al benessere, ma le cui conquiste sono ancora precarie. Ricordo, ora che ci penso, altre commedie del dopoguerra, in cui si pa...

Stupido pianeta

Stupido pianeta! Per comandarlo basta la combinazione giusta di ghiandole mammarie... Lara Flynn Boyle in "Men in Black 2"

Donne con la corazza

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Niente male “ Elizabeth, the Golden Age ”, film in costume ambientato nel momento cruciale dell’ascesa del potere marittimo inglese. In primo piano la storia d’amore tra Sir Walter Raleigh, poeta, pirata e fondatore della Virginia, ed Elisabetta I d’Inghilterra; sullo sfondo, a tinte forti, la sconfitta della Invencible Armada di Filippo di Spagna sul Canale della Manica. I due contrapposti sovrani, Filippo di Spagna ed Elisabetta, fanno una bella coppia di nevrotici: mentre però Filippo è dipinto in modo grottesco e caricaturale, Elisabetta, recitata superbamente dalla brava Cate Blanchett, è assai più autentica. Fin troppo autentica, direi persino attuale: Elisabetta - impegnata con tutta sé stessa nel suo ruolo di regina, ma affascinata dal tenebroso avventuriero Raleigh, che le parla di mari in tempesta e di mondi lontani – sembra una riuscita metafora della cosiddetta " donna moderna ". Questa regina, chiusa nella sua corazza, che solo occasionalmente si scioglie, ricord...

Il fattore Cappa

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La faccenda di Garlasco è grottesca, ed in questo suo essere grottesca è così tremendamente italiana, un copione da film di Alberto Sordi, solo che non fa ridere. Una ragazza, Chiara Poggi, viene uccisa in circostanze misteriose. E le sue cugine – le ormai famose gemelle Cappa , ex aspiranti veline – pensano bene di diffondere una loro foto insieme all’uccisa, tutte vestite di rosso. Solo che la foto si rivela presto un fotomontaggio, anche malfatto. L’Italia tutta si mette a ridere, ma ci sarebbe da piangere, perché niente da noi, nemmeno un omicidio, riesce ad essere serio fino in fondo, perché il confine tra tragedia e farsa, tra mito e mitomania, è così labile. Siamo in fondo il paese che ha inventato il melodramma, dove tutti muoiono per potersi poi rialzare e ricevere gli applausi. Così viene aperto anche un concorso per il miglior fotomontaggio con protagoniste le due gemelle, c’è un sito apposito , ed infine arriva a Garlasco, a fare passerella, Fabrizio Corona, tamarro vissuto...

La situazione richiede un gesto futile, e sta a noi compierlo....

D-Day: War's over, man. Wormer dropped the big one. Bluto: Over? Did you say "over"? Nothing is over until we decide it is! Was it over when the Germans bombed Pearl Harbor? Hell no! Otter: [whispering] Germans? Boon: Forget it, he's rolling. Bluto: And it ain't over now. 'Cause when the goin' gets tough... the tough get goin'! Who's with me? Let's go! ... What the fuck happened to the Delta I used to know? Where's the spirit? Where's the guts, huh? "Ooh, we're afraid to go with you Bluto, we might get in trouble." Well just kiss my ass from now on! Not me! I'm not gonna take this. Wormer, he's a dead man! Marmalard, dead! Niedermeyer - Otter: Dead! Bluto's right. Psychotic, but absolutely right. We gotta take these bastards. Now we could do it with conventional weapons that could take years and cost millions of lives. No, I think we have to go all out. I think that this situation absolutely require...

Se io fossi il Presidente

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Ho visto al cinema il film “L’uomo dell’anno” con Robin Williams. Williams interpreta Tom Dobbs, un popolarissimo comico che, nel corso del suo talk show quotidiano prende in giro i politici e si fa portavoce di una nazione delusa ed esasperata, che non crede più nella partecipazione democratica. Così il pubblico gli chiede di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti. Lui allora fonda un movimento popolare con il quale, rifiutando i condizionanti ed interessati finanziamenti delle lobbies private, si presenta alle elezioni. E - clamorosamente - le vince. Peccato, però, che la sua vittoria sia dovuta a un pasticcio del nuovo sistema elettorale informatico. Dell’errore si accorge solo una progettista del sistema, Eleanor Green, che ingenuamente ne informa la sua società. La quale, ovviamente non ha affatto interesse a rivelare una notizia che la porterebbe al fallimento, e quindi cerca prima di screditare la sua dipendente, e poi di ucciderla. Fin qui il film cresce di tensione, ma p...

Uomini avvisati...

Oggi pomeriggio sono stato con la mia compagna a vedere il film francese “Quello che gli uomini non dicono”. All’uscita dal cinema ho subito il proditorio agguato delle telecamere di RaiUno che mi hanno chiesto a bruciapelo un’opinione sul film. “ Veramente meraviglios o” – ho risposto preso alla sprovvista. A lla seconda e ancor più imbarazzante domanda: “Cosa le è piaciuto di più del film?” (un tipo di domanda che mi faceva incazzare già alle elementari), ho detto, con la mia miglior faccia di bronzo : “ Beh, innanzitutto il sentimento poetico, l’inno all’amore, la tessitura delicata… come dire, il filo rosso che lega questo film alla migliore tradizione della Nouvelle Vague… Truffaut, Chabrol, Rohmer, etc ”. Considerato il mucchio di balle che va in onda alla tv italiana, ci sono serie probabilità che l'intervista venga trasmessa. Non ho più la televisione e quindi non mi potrò rivedere quando dichiaro enfatico: “VeVamente meVaViglioso”, ma qui, di fronte a voi, miei incliti am...

These Happy Days were yours and mine

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“Fonzie attacca Nanni Moretti” titola il Corrierone. Pare che in un suo film, “Aprile”, Moretti esclami “ me li ricordo alla Fgci, sono cresciuti vedendo Happy Days. È la loro formazione politica, morale, culturale ”. Happy Days, dunque, come sinonimo di qualunquismo. Ed Henry Winkler, l’attore che impersonava l’indimenticabile Fonzie, se l’è presa. Orbene, mi pregio di essere uno di quelli che è cresciuto guardando “Happy Days”. Altro che qualunquismo. Forse è impossibile spiegare alla generazione della playstation, ai balordi mascherati che manifestano contro la (benedetta!) globalizzazione, che cosa poteva significare, per dei ragazzini cresciuti alla fine anni 70, vedere i telefilm americani. Soprattutto in una famiglia di ceppo meridionale, con genitori educati sotto il fascismo, fortemente gerarchizzata, dove non si poteva discutere ma solo obbedire, il pranzo era un rito plumbeo che cominciava con una specie di interrogatorio sulle cose fatte nella giornata, uscire di casa era ...

Io tifo per Livia

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Andrea Camilleri è di nuovo in libreria con un altro romanzo avente per protagonista il Commissario Montalbano. Lo comprerò presto: apprezzo Camilleri, scrive storie godibili e, con il suo parlare misto di siciliano, è un autentico innovatore della lingua italiana. Un merito, questo, che i critici non gli riconosceranno mai, visto che, nella visione compartimentata dei colti di casa nostra, il genere poliziesco è ‘ minore’ e quindi giammai potrà aspirare al rango della ‘ vera’ letteratura. Sapegno del resto poteva liquidare con poche righe addirittura il grande De Filippo, che lui solo chiamava “ Edoardo ”, e nessuno, credo, ha mai incluso nei testi scolastici uno dei più conosciuti autori italiani del dopoguerra, Guareschi. Essere un autore popolare è una bestemmia per i nostri intellettuali, che non ammettono si possa coltivare, nelle lettere e nelle arti in genere, altro che i propri privati soliloqui. La scuola si perde per strada i giovani infliggendo loro il Rapisardi e Giovan...