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Visualizzazione dei post con l'etichetta Arti e cultura

Il Torloniano

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È stato presentato alla fondazione Marco Besso il libro di Roberto Quintavalle, “Alessandro Torlonia e via Nomentana nell'Ottocento” , per i tipi di Edilazio. Quintavalle, membro del Gruppo dei Romanisti, ed ormai riconosciuto uno dei maggiori e più documentati studiosi della storia di questo settore della Campagna Romana, ha concentrato in questo libro oltre un ventennio di ricerche di archivio, ripercorrendo le vicende proprietarie del territorio immediatamente al di fuori di Porta Pia. Ne è venuto fuori l’affresco di una via Nomentana ben diversa dallo stradone trafficato che è oggi. Un tranquillo viottolo di campagna, fiancheggiato da ville patrizie, in parte adibite a orto, in parte disegnate a giardino, spesso aperte al pubblico. Nel XIX secolo i banchieri Torlonia, parvenus francesi, scalano rapidamente l’aristocrazia romana, fiera delle sue tradizioni, ma a corto di soldi freschi. Nella loro villa suburbana danno grandi feste e lavoro a molti artisti, costruendo edifici ri...

Ospedali inospitali

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Ricoverato in un ospedale pubblico di Roma per rimuovere certe fastidiose ed ormai inutili pendenze (foto), non posso che riportare alcune impressioni, non del tutto positive, sulla qualità dell’assistenza. “Ospedale” dovrebbe voler dire ‘luogo ospitale’: a me è sembrato piuttosto di essere parcheggiato in un deposito. Tanto per cominciare, sono stato ricoverato con quattro giorni di anticipo rispetto all’intervento, poi slittato di un altro giorno. La motivazione, piuttosto paradossale, è che si era liberato un letto, e dovevo occuparlo, altrimenti qualcuno arrivato per emergenza al pronto soccorso me lo avrebbe portato via. Proprio così: io e molti altri pazienti abbiamo passato giorni e notti semplicemente a fare i segnaposto. Per di più col pensiero che stavamo forse impedendo a qualche poveraccio di essere curato con urgenza. Logica vorrebbe che venissero tenuti dei posti sempre liberi per le emergenze. E che i pazienti venissero ricoverati solo alla vigilia dell’intervento, e di...

Non mettete la rana in croce

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La direttrice del Museion di Bolzano, la svizzera Corinne Diserens, è stata licenziata per aver fatto esporre una “rana verde in croce”, opera dell'artista tedesco Martin Kippenberger. Non posso che essere d’accordo. Tanto per cominciare l’opera era orribile. Tutta l’arte moderna lo è, del resto. Nato e cresciuto a Roma, in mezzo al bello, ogniqualvolta visito un museo di arte contemporanea non posso che meditare desolato sulla verità di quel famoso motto di Flaiano: “ Non comprate l’arte moderna, fatevela da soli ”. Qualunque ca**ta, oggi, è suscettibile di vedersi attribuita la dignità di opera d’arte, e alla fine il più onesto fu proprio il povero Piero Manzoni, che la sua “ Merda d’artista ” la inscatolò e mise in vendita. Soprattutto, è ingiusto mettere una rana in croce. Quali sarebbero le sue colpe? Il triste destino di codesto stolido batrace è di essere caricato di significati ed aspettative che vanno ben al di là del suo valore. Una rana è solo una rana: ha i suoi limiti,...

Eh, se non ci fosse Radio Rock...

... chi le scoprirebbe 'ste chicche??

La tentazione del passato

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La prima cosa che uno studente del Ginnasio cerca nel vocabolario di Greco appena acquistato è la parola “ H KAKKH ”, la cacca. La scoperta che anche i greci dalle pose guerresche e dai pepli candidi avessero dei bisogni corporali induce all'euforia: dopotutto erano umani anche loro! Sui romani non c’è invece dubbio di sorta: loro, si sa, gozzovigliavano alla grande. E se la scuola insiste a far studiare il Catullo dei mille baci e del passero di Lesbia, una buona edizione economica dei suoi Canti svelerà un autore molto più divertente, che contratta il prezzo con Ammiana la stramunta puttana, si fa invitare da Fabullo a scrocco, e promette incazzoso a un nemico “a t meos iambos non effugies ” (ma tu i miei giambi non sfuggirai). Ho studiato greco e latino per cinque anni, al Liceo Classico. Ho dimenticato tutto subito dopo la maturità, e senza alcun rimpianto. Si tratta di un esercizio noioso e pedante volto solo a imparare grammatica, regole e soprattutto eccezioni. Il risultato...

La Caduta

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Una mia amica francese, colpita dalla pagina che ho dedicato al romanzo "La Caduta" di Albert Camus , mi ha chiesto di riassumerle i motivi della mia fascinazione. Pourquoi aime-je la Chute? Je l’ai lu une centaine de fois en vingt ans. J’ai toujours pensé de résumer mes impressions et réflexions, mais toutes fois, j’en ai de différentes. Je pense que la révélation de ‘la Chute’ est dans une phrase : « nous ne sommes pas simples ». La duplicité de l’être humain était déjà découverte par la psychanalyse. Ce qui est nouvel dans Camus est qui selon lui la partie la plus sincère entre nous est celle la plus hypocrite. Clamence est un homme très hypocrite, et au même temps, très sincère - pas malgré, mais en raison de cette duplicité. Lui prend conscience de la duplicité et nous la révèle, farouchement. L’homme camusién est une sorte de Janus paresseux, avec deux faces, ni assez vertueux et ni assez vicieux. Le type qui reste à la fenêtre, sans s’engager. Gramsci appelle ces ty...

Dieci Giugno

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La mattina del 10 giugno 1918, esattamente novant’anni fa, al largo dell’isola di Premuda in Dalmazia, un MAS guidato dal Comandante Luigi Rizzo si gettava all’assalto di un convoglio navale austriaco, colpendo ed affondando la corazzata Santo Stefano . Quel giorno viene da allora celebrato come Festa della Marina, e sulle navi in mare i comandanti offrono la torta ai loro equipaggi, che per un giorno possono rompere ogni disciplina. Non so se insegnino ancora queste cose a scuola: le gesta di Rizzo, e dei vari Rossetti, Paolucci, Tesei, Todaro, De la Penne, meriterebbero di essere ricordate con maggiore solennità. In America, sulla storia di un pugno di uomini che affrontano su un motoscafo una intera flotta nemica avrebbero fatto un kolossal. Da noi si tende a dimenticare e minimizzare, anche per un malinteso antimilitarismo. Ma coraggio e iniziativa individuale sono valori che non perdono di attualità, anche in tempo di pace. Anche per le gesta di questi uomini, son fiero di aver ...

Paperino, eroe borghese

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Con il numero di Topolino in edicola questa settimana nasce un nuovo personaggio: l’agente segreto Double Duck , ossia la nuova identità segreta di Paperino, per i testi di Vitaliano e i disegni di Freccero. Sono un antico estimatore del papero nato dalla matita di Carl Barks. Di tutti i personaggi Disney è quello più versatile, il più contraddittorio, e quindi il più moderno. Pigro all’inverosimile, non è tuttavia un Oblomov, sa lanciarsi in grandi imprese ed è sempre pronto all’azione. Scioperato e nemico del lavoro, qualunque Tribunale dei Minori della penisola gli toglierebbe l’affido dei nipoti: invece sono cresciuti educati e responsabili - persino troppo, con quel Manuale delle Giovani Marmotte che ricorda da vicino il Libretto Rosso di Mao, e quell’organizzazione paramilitare delle GM un po' tra Scout ed Hitlerjugend. Il dipolo dialettico tra Topolino e Pippo è tradizionale: l’intelligente e lo stolto, con Pippo ad impersonare la sancta simplicitas che a volte coglie verità...

Un giorno, 27 secoli fa

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Andrea Carandini ha due pregi: è un grande archeologo e un grande divulgatore. Le sue lezioni all’Auditorium hanno fatto il pienone dei grandi eventi. Gli scavi della sua equipe in vent’anni hanno coperto finora un buon ettaro del Palatino, e le sue scoperte gli hanno permesso di confermare il fondamento storico della leggenda di Romolo. Particolarmente simpatico, in un accademico, il riconoscimento di aver imparato le tecniche di scavo da un dilettante. E poi, a differenza del suo collega, il Sovrintendente La Regina , non ha mai avuto velleità di condizionare lo sviluppo urbanistico di Roma. Nel suo ultimo libro “ Roma, il primo giorno ” ci prende per mano in un viaggio suggestivo a 13 metri nel sottosuolo della città, un ventuno aprile di ventisette secoli fa. Già, oggi Roma compie 2761 anni. Città affascinante, faticosa da vivere, abitata da persone francamente sgradevoli, ma incredibilmente bella, piena di senso e di storia in ogni suo luogo. E poi in questa stagione, coi ciliegi...

Il fascino misterioso del grissino torinese

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Questa foto di Carla Bruni , torinese, cantautrice, ex modella e moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy, scattata da Michel Comte nel 1993, è stata battuta all'asta da Christies al prezzo record di 91.000 $. Posso capire la curiosità di vedere nuda la moglie di un presidente, ma francamente la Bruni, con la sua boccuccia a culo di gallina, gli occhietti a spillo e la corporatura gracilina, mi ha sempre ricordato Olivia, la moglie di Braccio di Ferro. Anche se, questo le va almeno riconosciuto, Madame Sarkò veste decisamente meglio . Non mi sento affascinato da queste donne senza polpa. Al grissino torinese preferisco una morbida e fragrante pagnottella casareccia. === Su Carla Bruni vedi anche " Stronze da esportazione "

Icelandscapes

Devo alla squisita cortesia di Alessandro Ciapanna , della rivista “Fotografare” l’invito al Roma Photo Show che si tiene questo weekend alla nuova Fiera di Roma. Una bella manifestazione, certo non la PhotoKina di Colonia, ma un prodotto ormai maturo e rodato. Molte belle ragazze si offrono come modelle a una torma di appassionati fotografi, tutte le novità del settore sono in bella mostra, e lo stand di Fotografare merita certamente una visita. Da vedere assolutamente la mostra Icelandscapes , con magnifiche opere di Fabiano Ventura. Sono stato in Islanda quattro anni fa, e nonostante la pessima compagnia (un'algida proffa tedesca che passò il tempo a montare in cattedra ed interrogarmi come uno scolaretto), e una folata di vento che distrusse il mio più prezioso zoom, ne riportai bellissime foto ( qui ). Fino a domani.

Plagio di successo

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Il simbolo della pace ha compiuto cinquanta anni. Lo disegnò il grafico inglese Gerald Holtom, che lo propose a una dimostrazione contro la bomba atomica a Londra il 4 aprile 1958. Mah, a me non sembra un'idea così originale... a destra "L'uomo Vitruviano" di Leonardo: la somiglianza tra i due è evidente, ma chissà perché nessuno l'ha mai rilevata...

Miles e Juliette

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Devo al sollecito invito di Giovanni Grasso Cascino una bella serata di letteratura e jazz alla quale non ho voluto mancare benché febbricitante per l’influenza. Ieri si presentava all’Auditorium del San Leone Magno a Roma il romanzo "Miles e Juliette" di Walter Mauro critico letterario e musicale che fu mio insegnante di letteratura al liceo. Mauro ha voluto ripercorrere in forma romanzata l’inizio dell’amore tra Juliette Gréco e Miles Davis, di cui fu testimone oculare nella Parigi nel maggio del 1949, ancora euforica per la liberazione dal nazismo. In una cantina di rue Saint-Benoit, nel cuore di Saint-Germain, si riunivano gli amanti del jazz: i musicisti Boris Vian, Charlie Parker, scrittori e artisti come Sartre, De Beauvoir, Duras, Picasso. Alla loro tavola era anche Walter Mauro, allora critico musicale di Paese Sera, inviato per il festival del jazz, venuto ad ascoltare per la prima volta uno sconosciuto trombettista di 23 anni, certo Miles Davis. Quella sera vi...

Istantanea, emozione banale

Il mio primo approccio alla fotografia è stato attraverso una Polaroid . Mi fu regalata quando ero bambino, ed era un attrezzo piuttosto complicato, a partire dalla messa a fuoco. Dopo lo scatto si trattava di estrarre la busta contenente la foto, riscaldarla sotto il braccio, ed aspettare dieci minuti che il processo di sviluppo e stampa facesse il suo corso. L’involucro si buttava via, con tutti i suoi velenosi composti chimici. Erano i tempi dell’usa e getta trionfante, senza scrupoli per l’ambiente: si è visto come è andata a finire. I risultati erano normalmente scarsi, e le foto che rimangono di quel periodo sono ingiallite precocemente, a causa del fissaggio imperfetto. Quindi non ho provato nessuna nostalgia all’annuncio della chiusura dell’ultima fabbrica Polaroid. Stupore sì: oggi va tanto di moda il vintage e il retrò , e - se il mondo è pieno di impiegati di banca disposti a spendere quattrini per passare la domenica a bordo di un rottame come l’Harley Davidson - la Polaro...

Dalli al tintore

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È stata bella, divertente e colorata la nuova trovata di Graziano Cecchini , l’artista futurista che tempo fa colorò di rosso la Fontana di Trevi . L’approvo senza riserve. Questa volta Cecchini ha scaricato diecimila palline multicolori da Trinità dei Monti, che sono gioiosamente rotolate sulla scalinata per andare a fermarsi nella Barcaccia di Piazza di Spagna. L’autore è stato subito arrestato e affronterà i rigori della legge. Il che appare davvero esagerato, in una città dove i treni della metropolitana, i muri del centro, i cassonetti, sono uniformemente coperti di graffiti. Sono i writers i veri vandali. Violenti, perché impongono le loro lugubri “creazioni” a tutti; perché ciò che fanno non può essere cancellato se non a caro prezzo; e perché i tag sono semplicemente incomprensibili e solipsistici: le vecchie scritte, politiche, calcistiche o amorose, da “Via gli amerikani dal Vietnam” a “ Forza Roma ” a “ Micia ti amo ” almeno avevano il pregio di contenere un messaggio. So...

Noiose conigliette

Benintenzionati e scherzosi amici - preoccupati delle troppe e profonde letture che vado facendo in questi tempi, complice anche la mia nuova condizione di pendolare - mi hanno fatto trovare sotto l’Albero di Natale un bel libro fotografico con i paginoni centrali di tutte le Playmates del Playboy americano dalla fondazione ad oggi. Ho per questa rivista, che pure non ho mai comprato, un antico amore: ricordo con tenerezza quando, ragazzino appena pubescente, trovai nell’armadio di un collega di ufficio di mio zio una copia del Playboy italiano del 1972. In copertina c’era Claudia Marsani – che, erano altri tempi, posò senza veli col permesso del padre a soli sedici anni . La scoperta fu così emozionante da procurarmi un subitaneo e marmoreo inturgidimento. Che ironia: la natura combina a noi uomini un ben crudele scherzo donandoci il massimo del vigore e della potenza a un’età in cui non interessiamo affatto alle donne. Mentre invece diventiamo incredibilmente attraenti ai lo...

The Kids are (still) Alright

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Non sono magnifici? Solo delle persone veramente giovani dentro possono presentarsi così rovinate, nell'epoca del lifting. Cantavano " Spero di morire prima di diventare vecchio ", ma sono ancora lì, più vivi e attuali che mai. La voce di Roger Daltrey è diventata rauca, e spesso scompare, Pete non ci sente molto bene. Ma la loro musica ha qualcosa di eroico, un purissimo flusso di gioiosa energia, ed è una delle cose che contribuiscono a rendere la (mia) vita migliore. Sì il tempo passa, e loro cantano " We have to face The truth some time ". Ma non è ancora tempo di arrendersi. Il sogno continua... Mike Post Theme Lyrics The Who We're not strong enough We're not young enough We're not alone enough, or cold enough Emotionally we're not even old enough Late at night, we're in a video-game dream There is no lover in this numbered scene We summon every childhood ghost we've seen Then suddenly we hear that Mike Post theme Everything is all r...

Il culetto di Venere

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Esattamente dieci anni fa ero alla Fiera di Roma per svolgere le preselezioni al concorso della Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione . Ex Ufficiale di Marina, laureato in Legge, con qualche esperienza di lavoro all’estero, una pesante tradizione familiare sulle spalle che sembrava esigere da me che diventassi Magistrato, pena il mio completo fallimento esistenziale e lo sdegnato rimprovero dall’Oltretomba di molte generazioni di antenati servitori dello Stato - non avevo esattamente le idee chiare su cosa volessi fare da grande. Le selezioni andarono bene, fui chiamato agli scritti e poi, un anno dopo, agli orali: inaspettatamente li superai, nonostante avessi fatto di tutto per indispettire la commissione d’esame (farsi aria con un ventaglio cinese e dondolarsi sulla sedia con aria di sufficienza strafottente non sono esattamente i modi migliori per rendersi simpatici, ma, clementi o ironici che fossero quel giorno, mi promossero). Così oggi mi trovo dirigente, un mestiere c...

Rothko, poeta del colore

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Assolutamente da non perdere la mostra di Mark Rothko al Palazzo delle Esposizioni di Roma, inaugurata lunedì (foto) con un ricevimento dell’Ambasciatrice di Lettonia. Rothko infatti, pur se naturalizzato americano, era nativo di Daugavpils, e il piccolo paese baltico ha fatto le cose in grande per onorarlo. Noto come espressionista astratto, lo stesso Rothko si dimostra artista sorprendentemente vicino all’Italia. È evidente nei suoi primi lavori e nella serie di commissioni murali del periodo classico, l’influenza dell'arte italiana del Quattrocento, in particolare di Beato Angelico I dipinti in mostra, di eccezionale qualità, sono una settantina, che dimostrano lo struggente colorismo del pittore. Anche interessante è la mostra dello scultore del legno Mario Ceroli. Molto bella la nuova “serra” ove ha avuto luogo il ricevimento.

Fotografo, dunque esisto

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Detesto gli intellettuali . Istintivamente. Aborrisco particolarmente i professori universitari. Il XX secolo ha visto una crescita senza precedenti del ruolo degli intellettuali, ed assolutamente esagerata: un tempo cortigiani al servizio del potere politico, nella veste di tecnici competenti nella gestione e soluzione di problemi, si sono trasformati nella figura ieratica del maître à penser , l’oracolo che si è attribuito il ruolo di depositario dei valori, di vestale di un’Idea che va preservata pura da ogni contaminazione della realtà. Mie vecchie fisime, questioni di pelle, ma mi accorgo con gli anni che esse hanno una qualche ragion d’essere. Voglio dire che tra l’atteggiamento verso la vita ed il mondo proprio degli intellettuali e quello delle persone come me, c’è l’abisso, uno iato incolmabile, l’assoluta e perfetta antitesi. I primi partono da una loro idea e attraverso quella guardano la realtà, ma solo per trovarvi conferma alle loro idee, noialtri cerchiamo di osservar...