Stato Interessante

Non è un bel momento per essere Italiani. Una crisi di fiducia totale, diffusa e palpabile. Un visibile degrado nella convivenza civile. L'immondizia che sommerge un'intera regione, un ministro (il mio) indagato.

Mi chiedo: vale la pena continuare a fare quello che faccio? Pubblica Amministrazione e sistema giudiziario sono universalmente considerate le due palle al piede del ‘Sistema Italia’ - com’è stolidamente chiamato (dove sarà mai questo “sistema”, mi chiedo, in un paese dove ognuno si fa i fatti suoi?) - ed io, al tempo stesso pubblico dipendente e dirigente del Ministero della Giustizia, faccio parte di tutte e due; il che non è certo entusiasmante. È utile continuare ad investirci la vita?

Mi viene in mente l'invocazione di Eduardo de Filippo: "Fuitevenne!"

Esperienza e capacità non mi mancano: potrei anch’io passare al privato, potrei anch’io fuggire all’estero, come fanno ormai tanti qualificati lavoratori. Dunque, perché non andare via? Perché resto a lavorare qui, per uno Stato spernacchiato e in piena crisi di autorità, che non riesce nemmeno a garantire la civile convivenza: a raccogliere la monnezza, a distribuire l’acqua?

Non posso rispondere per altri – non sono poi così vecchio e così saggio – ma per quanto riguarda, le mie sole giustificazioni sono due: la prima è che, se ce ne andiamo, le cose in Italia certamente non miglioreranno. La mia è una generazione disgraziata, figlia di padri irresponsabili che ci hanno lasciato solo debiti e degrado: l’eredità che riceviamo è questa. Vogliamo lasciare dopo di noi un mondo migliore di quello che abbiamo trovato, o no?

La seconda è paradossale: la curiosità. Lavorare per lo Stato è una continua sfida all’intelligenza, al buon senso comune. Richiede capacità adattive e flessibilità mentale. La PA comincia là dove finisce la logica. È un luogo ove si incontrano personaggi a volte allucinanti, a volte sorprendenti, mai noiosi. È la più grande organizzazione che esista: un moloch di tre milioni di persone, in un paese che privilegia la dimensione “micro” della fabbrichetta. E chissà, un giorno potrebbe arrivare qualcuno, in politica, che abbia veramente voglia di cambiare le cose e rimettere il paese in marcia: si sono svegliati paesi ben più sfigati del nostro. Quel tale, allora, avrà bisogno di un’amministrazione capace di assecondarlo.
Insomma, un po' come Giovanni Drogo alla Fortezza Bastiani, nel “Deserto dei Tartari” di Buzzati, resto perché qui qualcosa di nuovo e sorprendente può sempre accadere.

Lo Stato è Interessante.




Commenti

  1. Trovo fantastica la seconda motivazione :-)
    Attento però, perché il Deserto dei Tartari non è una storia a lieto fine ;-)

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  2. Lo so. Ed infatti mi chiedo se questa curiosità di vedere come va a finire non mi tradirà.

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