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Visualizzazione dei post da ottobre, 2001

Ecco che cosa ti aspetta se vuoi insegnare all'università

Corriere della Sera 16 ottobre 2001 di Francesco Alberoni (di norma Alberoni è solo un abile rivenditore di aria fritta, ma questa è inoppugnabile) La carriera universitaria, che dovrebbe allevare individui liberi e creativi, in Italia produce dipendenza, incertezza e servilismo. Nel sistema economico chi non si trova bene in una impresa se ne cerca un’altra, ed ogni impresa sceglie la persona più adatta ai suoi scopi. Nell’università no. Perché anche se, formalmente, ci sono moltissimi atenei, è come se ce ne fosse uno solo. Tutti i programmi sono centralizzati e, per ogni materia, tutti i professori vengono scelti da un unico gruppo di potere nazionale. Il laureato, di solito, incomincia la carriera universitaria con un Assegno di Ricerca. Decide una Commissione Giudicatrice. In realtà è il professore che presenta il suo candidato, e i suoi colleghi lo promuovono in quanto lui promette di promuovere uno dei loro. Così il giovane incomincia a lavorare con quel «maestro» da cui dipend

Pirati della strada, figli della fuga dalle responsabilità

Spesso la famiglia, la tv e la politica ci insegnano a non rispondere delle nostre azioni di I SABELLA BOSSI FEDRIGOTTI Quasi ogni giorno e ogni notte, in qualche strada o autostrada, circonvallazione, piazza o vicolo d’Italia, un pirata in auto investe qualcuno che passa a piedi, in bici o motorino e lo lascia morire senza soccorso. Sempre la stessa storia, sempre più frequente, quasi che l’impunità toccata a uno incoraggi gli altri a ripetere. Anche considerando che l’attenzione dedicata in questi giorni da giornali e tv alle gesta degli automobilisti criminali potrebbe far sembrare il fenomeno ancor più grave di quanto non sia, i numeri restano impressionanti. Fugge il pirata per paura, naturalmente, delle conseguenze penali ed economiche, per non avere fastidi, incomodi, grane. E perché rispondere delle proprie azioni è cosa di un altro mondo, è virtù o anche solo dovere che non ha più maestri, non qui da noi. Ormai siamo tutti affetti da irresponsabilità, malattia contagiosa e def

CORAGGIO INGLESE, PALLIDA EUROPA

di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA Corriere della Sera Martedì 9 Ottobre 2001 Come è successo dal 1945 in avanti in quasi tutte le occasioni analoghe, anche oggi, in Afghanistan, gli Stati Uniti non sono soli a combattere: al loro fianco è schierata la Gran Bretagna. È schierata non già diplomaticamente, o magari in funzione di appoggio logistico, come altri Paesi tipo l’Australia: no, la Gran Bretagna è schierata sul campo a fianco degli Stati Uniti, nella concretezza dell’impegno militare, nel comune rischio di mettere in gioco la vita e nella comune sfida di dare la morte. Questo ennesimo accorrere degli inglesi a fianco degli americani non avviene in forza di alcun trattato, di alcuna alleanza formale. Avviene in forza di qualcosa di molto più importante: per la comunanza di cultura e di lingua, per i vincoli di un passato sentito oggi come iscritto sotto il medesimo segno, per la condivisione di alcuni valori a presidio della comunità politica: per esempio che esistono il bene e il mal