Derrick, la Germania in beige

“Derrick ist tot”, titolano i giornali tedeschi. È morto Derrick. Capita, quando un attore si identifica troppo col suo personaggio, che non riesca più a liberarsene. Horst Tappert è stato per un decennio Stephan Derrick, il volto più simpatico della Germania all’estero. Come le sorelle Kessler, con le loro lunghe gambe, impersonarono per una generazione di italiani il sogno della biondina nordica in vacanza, carina dolce e sessualmente disponibile, Derrick deve la sua fortuna e la sua durata allo stereotipo che ha saputo incarnare: quello dell’uomo tedesco metodico e preciso, senza slanci né sbavature, ingegnoso ma senza fantasia. Con il suo personaggio privo di ardori, di toni esagerati, prevedibile e noioso, ben simboleggiato dal suo impermeabile beige, Horst Tappert ha interpretato l’aspirazione della Germania ad essere un paese normale, o piuttosto normalizzato. Rassicurante perché mediocre e neutro.
Un po' come quei mariti brav’uomini che si finisce per amare a forza di abitudine, Derrick non appassionava (si può ardere di passione per un tedesco?), ma la consuetudine col pubblico diventò sincero affetto, e poi popolarità.
Addio Horst Tappert, tedesco banale e (perciò) simpatico.


Commenti

  1. GERMANIA PALLIDA MADRE


    Sono appena tornato dalla Germania, per sostenere il colloquio per un lavoro che mi dovrebbe portare a vivere lì il prossimo anno. Splendida occasione professionale, indubbiamente, e Berlino è certo molto più stimolante della media delle città tedesche.
    Rimane il fatto che tutte le volte che vado in questo paese ne ritorno sempre con impressioni contrastanti. La Germania è efficiente, ordinata, pulita puntuale e seria come l'Italia non riesce ad essere nemmeno nei suoi posti migliori. Ma è emozionante quanto una sala operatoria. Asettica, come se il grigiore dovesse essere una forma di rassicurazione sulla sua stabilità ed affidabilità. Invece proprio questo rigore è la maggior fonte di inquietudine: come non scorgere nella cieca obbedienza ad un semaforo rosso la sempiterna aspirazione all'irresponsabilità individuale, la domanda di un ordine che cali dall'alto, che scorre ancora, come un fiume carsico, nello spirito tedesco?
    Ovunque, in questo paese ordinatissimo eccheggia l'ideale hegeliano di una realtà razionale, depurata da passioni ed imprevisti. Però questa nazione colta e civile, è pur sempre la culla della più grande follia collettiva di tutti i tempi, il tempio di una infamia che nulla potrà mai cancellare.
    La Germana è una pallida madre, diceva la Sanders Brahms. Soprattutto, è una madre anaffettiva.

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