Paperino, eroe borghese
Con il numero di Topolino in edicola questa settimana nasce un nuovo personaggio: l’agente segreto Double Duck, ossia la nuova identità segreta di Paperino, per i testi di Vitaliano e i disegni di Freccero.
Sono un antico estimatore del papero nato dalla matita di Carl Barks. Di tutti i personaggi Disney è quello più versatile, il più contraddittorio, e quindi il più moderno. Pigro all’inverosimile, non è tuttavia un Oblomov, sa lanciarsi in grandi imprese ed è sempre pronto all’azione. Scioperato e nemico del lavoro, qualunque Tribunale dei Minori della penisola gli toglierebbe l’affido dei nipoti: invece sono cresciuti educati e responsabili - persino troppo, con quel Manuale delle Giovani Marmotte che ricorda da vicino il Libretto Rosso di Mao, e quell’organizzazione paramilitare delle GM un po' tra Scout ed Hitlerjugend.
Il dipolo dialettico tra Topolino e Pippo è tradizionale: l’intelligente e lo stolto, con Pippo ad impersonare la sancta simplicitas che a volte coglie verità che ad altri sfuggono, e quindi confonde i savi e li fa dubitare della loro pretesa superiorità.
La coppia Paperone-Paperino invece è assai più moderna. Perché essi non impersonano solo il Ricco e il Povero, ma due modi di vedere la vita: l’uno workaholic, superimpegnato, l’altro scanzonato e pronto a mettersi in gioco solo quando l’impresa gli sembra meritoria. Paperino, in fondo è un precursore dei no-global, vive nella società capitalista, ne beneficia, ma non ne accetta fino in fondo le perverse conseguenze.
Insomma, in un mondo che pretende da noi l’adesione piena ad un modello, e ci chiede di parlare, comportarci e persino vestire come ci si aspetta dal ruolo sociale che dobbiamo impersonare, il papero rappresenta la scheggia impazzita, che rompe gli schemi e rifiuta di stare al suo posto.
La sua temporanea trasformazione in eroe (prima Paperinik, ora Double Duck) non è casuale, né rappresenta l’eccezione ad una regola. Così come Frodo che combatte e vince da solo il Signore degli Anelli, Paperino è la metafora dell'eroe borghese. Non un superUomo, ma un casual hero: un individuo come tanti, che, chiamato a svolgere una missione, mosso dal dovere civile non vi si sottrae, attrezzandosi lungo la strada per il compito.
La morale è che nessuno è prescelto e predestinato. Nessuno è pronto. La differenza tra chi passa all’azione e chi resta nell’ignavia sta nell'onestà di principi, nel voler sapere qual è la cosa giusta, e poi farla.
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Vedi anche Paperinik e la sua maschera
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