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Visualizzazione dei post da ottobre, 2005

Un bilancio sull'Iraq

Le vere cause della guerra in Iraq forse non le sapremo mai. Preoccuparsi ora se fosse giusta, legittima, alla luce di un diritto internazionale che è una materia molto meno codificata e assai più permeabile alla prassi di quanto non si creda, è preoccupazione da leguleio, ma la politica estera e di sicurezza si fa in altro modo. Dall’alto delle mie precedenti convinzioni nonché di un corso di politica di sicurezza di otto mesi in Svizzera mi permetto di fare le seguenti considerazioni: Effetti positivi di questa guerra: per la prima volta gli Iracheni hanno votato liberamente; per la prima volta nella loro storia godono della libertà di stampa e di altre libertà civili; per la prima volta dalla spartizione dell’Impero Ottomano, il popolo curdo , diviso in cinque paesi e perseguitato, gode di garanzie e di una reale autonomia; un dittatore feroce e sanguinario come Saddam è stato chiamato a rispondere dei suoi misfatti davanti a una corte del suo paese, e forse a s...

Riflettendo su Ridolfi

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Ho la ventura di abitare vicino a tre famose realizzazioni romane dell’architetto neorealista Mario Ridolfi (il Palazzo delle Poste di Piazza Bologna, il Villino Rea di Villa Massimo, la Palazzina di Via G.B. De Rossi). A lui sono dedicate in questi giorni a Roma ben due mostre, una alla Calcografia Nazionale e un’altra all’Accademia di San Luca (che insieme alla vicina mostra di Paolo Soleri all’Istituto per la Grafica fanno di Fontana di Trevi un vero triangolo dell’architettura moderna). Colpisce, nel percorso di questo importante architetto, la progressiva riduzione intimistica: debuttò con il grande palazzo pubblico di Piazza Bologna, capace di essere un segno ‘forte’ nell’immagine di un quartiere moderno, per poi costruire solo palazzine e sopraelevazioni (le due celebri al Pinciano), i due quartieri popolari del Tiburtino e di Viale Etiopia, ed infine ritirarsi a Terni. Le sue opere si mimetizzano agilmente nel contesto urbano, e bisogna felicitarsene se si pensa al diverso perc...

L'ultimo volo di Folon

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Jean Michel Folon è morto, e la cosa coglie di sorpresa, perchè si pensa che i poeti siano immortali, o almeno, senza tempo. La splendida mostra retrospettiva al Forte Belvedere e a Palazzo Vecchio a Firenze - chiusasi appena venti giorni fa - è stata dunque l'ultima, lui vivente. Erede della grande tradizione belga del disegno e del fumetto, l'aveva portata a livelli di poesia inarrivabili. La sua tavolozza si nutriva dei colori dell'arcobaleno. Narrava un mondo fiabesco e leggiadro, lontano dagli intellettualismi aridi che affollano i Musei d'Arte Contemporanea, ma niente affatto disimpegnato (la sua colomba dedicata alla 'Pace Preventiva' , la campagna elettorale italiana del 2001). Si era ugualmente cimentato con la scultura, l'incisione, la pubblicità: queste sono tre mie foto di una sua campagna pubblicitaria a Roma, Via della Conciliazione, nel 1998. Certamente debitore del surrealismo di Magritte, i suoi paesaggi avevano tuttavia perso la nera inquie...

Par Condicio

La politica torna a parlare di 'par condicio'. Forse il Presidente della Camera dovrebbe leggere ai deputati quella meravigliosa frase dello scrittore provenzale Jean Giono: " Dieu a ete' scandaleusement partiel en faveur des poissons au moment du deluge universel"

Spoils System

In Italia abbiamo il vizio di importare istituti stranieri cambiandone completamente la natura e il significato, e lasciando intatto solo il nome. Lo 'spoils system' (sistema delle spoglie) è l'istituto che permette al Presidente degli Stati Uniti di nominare, una volta eletto, cittadini esterni al Governo a ricoprire una serie di cariche pubbliche. Non dimentichiamo però il quadro: negli Stati Uniti, molte funzioni pubbliche che da noi sono ricoperte da funzionari di carriera per concorso, sono elettive. Inoltre lo spoils system è regolato dal principio 'simul stabunt, simul cadent' (anche se gli Americani non sanno il Latino): cioè le persone nominate dal presidente smammano infallibilmente quando questi se ne va. Da noi questo non avviene e i Dirigenti nominati con contratti di consulenza restano a vita sul groppone dello Stato. Alla faccia della norma costituzionale per cui all'impiego pubblico si accede tramite concorso. Così, in un colpo solo, si è intro...

Ricordo di Giuseppe Negro

L'ultima volta che ci siamo parlati, attorno a qualche chilo di gelato, sulla sua terrazza romana, soffriva visibilmente, ma continuava a pensare al futuro. Che la sua vita dovesse durare ancora pochi mesi non gli importava, la sua energia sembrava inesauribile. Parlava con un lampo di dolce ironia di quella malattia stupida che, quando avesse finito di ucciderlo, sarebbe morta anche lei. Le grandi persone sorridono alla vita e vivono ogni giorno come fosse l'ultimo, e quando è giunta l'ora se ne vanno senza grandi rimpianti. Addio a Peppe Negro, Direttore Generale del MEF, sindacalista della Cida-Unadis, accanito fumatore, amico indimenticabile.

Paperinik e la sua maschera

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Ho sempre trovato Topolino un personaggio monotono e prevedibile: inossidabilmente onesto, monogamo (e direi inconsciamente misogino), razionale, infallibile, imperturbabile. Insomma, un par di palle. A lui preferisco Paperino, personaggio dalle plurime sfaccettature, capace di grandi slanci di ira ma anche di enorme generosità, geloso della sua amata ma uomo libero, farfallone eppure essenzialmente fedele (piuttosto è Paperina, diciamolo, ad essere un po' putaine ), capace di passare dall'ozio sull'amaca all'avventura dei viaggi spaziali. Paperino è un personaggio controverso, contraddittorio, quindi drammaticamente e autenticamente moderno. Il suo alter ego, Paperinik, esprime ulteriormente la multiforme latitudine e la profondità psicologica della sua personalità. Nel rapporto ambiguo Paperino-Paperinik si cela il paradosso che rende così ricco questo personaggio: a ben vedere, infatti, è il misterioso, infaticabile Paperinik il 'vero' Paperino, me...

La Famiglia Bellelli alla GNAM

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Ho un'antica passione per questo quadro di Degas, "La famiglia Bellelli", del quale ho un poster, riportato da New York, che campeggia da anni sopra il mio letto. Un'interno di famiglia aristocratica, severo e niente affatto allegro, del quale Degas riesce a restituire con maestria l'atmosfera. La Galleria Nazionale di Arte Moderna di valle Giulia a Roma lo espone fino al 27 gennaio 2006, in prestito dal Museo d'Orsay di Parigi. Degas, esposto in mezzo ad artisti toscani dell'Ottocento, giganteggia. Oggi però il vero protagonista era un bel sole romano, caldo e affettuoso.

Quella bestia nel cuore

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Trent’anni fa esatti, Gavino Ledda pubblicava “ Padre Padrone ”, poi portato sullo schermo dai Fratelli Taviani, in un memorabile film vincitore a Cannes. Il libro, autobiografico, raccontava il rapporto di asservimento di un figlio al padre, e ne proponeva un'analisi sociale e psicologica. Le origini di questa relazione violenta e strumentale venivano individuate in una condizione antropologica arcaica di miseria ed isolamento. L’arretratezza culturale del pastore sardo preparava lo sfruttamento del padre sul figlio, la prevaricazione, la riduzione di quest’ultimo ad oggetto. Illuministicamente, la riscossa veniva dall’istruzione, dalla cultura che rendeva possibile un salutare contagio con stili di vita e mentalità più moderne. Ora il film “ La bestia nel cuore ”, di Cristina Comencini, ritorna sul tema della violenza in famiglia (violenza sessuale, in questo caso, ma non mi sembra che questo sia il punto centrale) spostando l’obiettivo su una realtà antropologica e sociale diame...

L'Europa è una rana, attenti a che non scoppi...

L’avvio dei negoziati di adesione tra l’Unione Europea e la Turchia è frutto di un equivoco. Fino ad oggi, i successivi allargamenti dell’Unione sono avvenuti estendendo il quadro giuridico comunitario, il cosiddetto acquis , ai nuovi aderenti. L’Unione si trovava pertanto ad avere due categorie di soci: quelli che avevano partecipato alla negoziazione del quadro giuridico comunitario nel suo momento formativo, e che talvolta si riservavano di restare fuori da singole politiche attraverso clausole di opting out (come la Gran Bretagna a proposito dell’Europa di Schengen e dell’Euro); e i nuovi soci, che dovevano puramente e semplicemente importare nel proprio ordinamento tutta la normativa comunitaria, senza eccezione. Per i vecchi soci l’Europa era à la carte , per i nuovi un ‘prendere o lasciare’. Questa formula ha funzionato bene finché l’Europa è stata definita dalla Cortina di Ferro. La Comunità Europea era, in realtà, la Comunità dell’Europa Occidentale. Ha invece cominciato a scr...

Peggio di un crimine è lo sbaglio

" C'EST PIRE QU'UN CRIME, C'EST UNE FAUTE. " ( Mot attribué à TALLEYRAND ou à FOUCHÉ, mais dit par A.BOULAY, député de la Meurthe,au Conseil des Cinq Cents, après l'enlèvement et l'exécution du Duc D'Enghien ).