Emma contro Emma
Il caso ha voluto che nei continui sommovimenti della mia biblioteca si siano trovati appaiati due libri, “Emma” di Jane Austen e “Madame Bovary” di Flaubert. Che come tutti sanno, di nome faceva pur’essa Emma.
Ci sono appena quarant’anni tra i due libri. Ma che differenza! Ad un primo sguardo, i romanzi della Austen appaiono il ritratto all’acquerello di un mondo lontano ed edulcorato, costellato di graziose dame di campagna in cappellino e crinoline. Mentre non c’è dubbio che Emma Bovary è l’antenata della donna “moderna”, consapevole, sicura di sé, indipendente e padrona del proprio corpo e della sua sessualità. L’antesignana della rivoluzione sessuale e delle protagoniste di Sex & the City. Il XX secolo è stato, come ha scritto Eric Zemmour, il secolo della liberazione del bovarismo.
Ma allora perché i romanzi della Austen affascinano, e vengono continuamente adattati per il cinema? Cos’hanno di tanto attuale? Direi proprio il fatto che non sono per niente attuali, ma che semmai annunciano un mondo diverso e possibile.
Entrambe le eroine intraprendono un cammino di conoscenza e liberazione.
Le donne di Jane Austen sono ragazze che crescono, e nel processo mettono in discussione sé stesse, le idee ricevute, le false percezioni del senso. Attraverso l’amore scoprono sé stesse, e attraverso l’altro scoprono il mondo che le circonda, e per il quale cominciano a sviluppare una più acuta sensibilità.
Emma Bovary si getta nell’avventura mentendo a tutti, agli altri e soprattutto a sé stessa.
Nella Austen c’è la liberazione dei sentimenti, in Flaubert la liberazione del sesso.
Emma Woodhouse sembrerebbe asessuata, indifferente agli uomini ed indipendente dalle pulsioni della carne. Emma Bovary è piena di sensualità, e passa da una relazione all’altra. La prima dona il cuore ad un uomo solo, e possiamo ben supporre che gli rimarrà fedele per tutta la vita; Emma Bovary affonda nella tristezza di relazioni seriali, in un matrimonio senza amore, e presto nell’adulterio.
Emma Woodhouse, come tutti i personaggi femminili della Austen, cerca autenticità e sincerità. Nella vita di Emma Bovary tutto è menzogna ed artificio. Sembrerebbe che con l’adulterio ella fugga dal marito: in realtà fugge solo da sé stessa. Vagheggiare un ‘altro’ e un ‘altrove’ è solo un modo per non doversi mai guardare allo specchio e fare i conti.
La più grande differenza si vede nel modo con cui si atteggiano nei confronti del contesto. L’altro da sé nei romanzi della Austen è un protagonista. Per la Bovary è solo uno sfondo: essa vive una doppia vita. Ciò che le sta intorno non le interessa affatto, il suo sentimento è solo una metaemozione.
Il mondo della Austen è altamente sociale. Tutto, intorno alla protagonista, le ricorda che esistono anche gli altri e i loro problemi. Emma Bovary è sempre sola, indifferente al contesto, in perenne ricerca dell’evasione.
Le ragazze della Austen si muovono in una comunità civile alla quale contribuiscono e della quale accettano le regole e il continuo scrutinio, senza però mai essere conformiste. In Emma Bovary tale accettazione è ipocrita e superficiale, un ossequio formale a convenzioni (che ella ritiene) sorpassate.
Emma Woodhouse è una persona trasparente. Emma Bovary è tutta un sotterfugio.
La prima è in pieno controllo di sé e del suo mondo, ed impara ad assumersi la responsabilità delle sue azioni, ed a comprendere la rilevanza che hanno per gli altri. La seconda è sempre in balìa degli eventi, e alla fine vittima di se stessa. Tanto Emma Woodehouse, benché non nobile, appare naturalmente aristocratica per l’aspirazione continua a costruire il proprio destino con le sue mani, quanto Emma Bovary è così tremendamente plebea. Anche l’atteggiamento verso il denaro è diverso: le donne di Jane Austen vivono un’esistenza precaria ma dignitosa. Tutto ricorda loro le spiacevoli necessità della vita, ma non per questo scendono a compromessi. Parlano spesso di soldi, ma non lasciano mai guidare le proprie azioni dall’interesse. La Bovary è gretta, sventata e vive sempre al di sopra dei suoi mezzi.
Superfluo dire che la Bovary è molto più moderna ed attuale: quante sono le donne, oggi, frustrate di non trovare la felicità bella e pronta come un pacco regalo? Quante coloro che si ritengono vittime del destino, e credono che in un’altra vita, in un altro luogo, con un’altra persona, o un altro lavoro, sarebbero felici? Quante quelle che alla prima difficoltà in un matrimonio, cercano scampo nell’adulterio? Molte più di coloro che sanno costruire la loro felicità giorno per giorno.
Emma Bovary, con la sua divorante sensualità, anticipa il trionfo della rivoluzione sessuale nel XX secolo. Ma ora che questo è finito, possiamo constatare che essa ha solo generato aggressività e frustrazione. La penetrazione è stata il surrogato della mancanza di empatia e di compartecipazione emotiva. Poi è venuto John Bowlby ha spiegarci con la sua “teoria dell’attaccamento” i danni che può fare una donna anaffettiva. E, di converso, l’importanza del genuino sentimento, proprio ciò di cui parlano i romanzi della Austen.
Cent'anni dopo Flaubert, un altro francese, Albert Camus disegnò ne "La Caduta" un personaggio altrattanto bovaristico, quello di Clamence, un soggetto dall'ego ipertrofico e sensuale. Il quale però sembra avere un sospetto o una speranza: di una nuova personalità empatica, capace di farsi carico della sofferenza dei suoi simili, e di superare sé stessa attraverso la solidarietà: "Ascolti, sarebbe capace di dormire su un pavimento per un amico in prigione? Sì, un giorno ne saremo capaci tutti, e sarà la salvezza".
Roland Barthes ebbe a dire che “La vera oscenità, nel mondo moderno, sono i sentimenti, non il sesso”. Ci sarà una nuova rivoluzione? Il XXI secolo sarà il secolo dei sentimenti?
Non è difficile immaginare quale Emma piace a me.
Ci sono appena quarant’anni tra i due libri. Ma che differenza! Ad un primo sguardo, i romanzi della Austen appaiono il ritratto all’acquerello di un mondo lontano ed edulcorato, costellato di graziose dame di campagna in cappellino e crinoline. Mentre non c’è dubbio che Emma Bovary è l’antenata della donna “moderna”, consapevole, sicura di sé, indipendente e padrona del proprio corpo e della sua sessualità. L’antesignana della rivoluzione sessuale e delle protagoniste di Sex & the City. Il XX secolo è stato, come ha scritto Eric Zemmour, il secolo della liberazione del bovarismo.
Ma allora perché i romanzi della Austen affascinano, e vengono continuamente adattati per il cinema? Cos’hanno di tanto attuale? Direi proprio il fatto che non sono per niente attuali, ma che semmai annunciano un mondo diverso e possibile.
Entrambe le eroine intraprendono un cammino di conoscenza e liberazione.
Le donne di Jane Austen sono ragazze che crescono, e nel processo mettono in discussione sé stesse, le idee ricevute, le false percezioni del senso. Attraverso l’amore scoprono sé stesse, e attraverso l’altro scoprono il mondo che le circonda, e per il quale cominciano a sviluppare una più acuta sensibilità.
Emma Bovary si getta nell’avventura mentendo a tutti, agli altri e soprattutto a sé stessa.
Nella Austen c’è la liberazione dei sentimenti, in Flaubert la liberazione del sesso.
Emma Woodhouse sembrerebbe asessuata, indifferente agli uomini ed indipendente dalle pulsioni della carne. Emma Bovary è piena di sensualità, e passa da una relazione all’altra. La prima dona il cuore ad un uomo solo, e possiamo ben supporre che gli rimarrà fedele per tutta la vita; Emma Bovary affonda nella tristezza di relazioni seriali, in un matrimonio senza amore, e presto nell’adulterio.
Emma Woodhouse, come tutti i personaggi femminili della Austen, cerca autenticità e sincerità. Nella vita di Emma Bovary tutto è menzogna ed artificio. Sembrerebbe che con l’adulterio ella fugga dal marito: in realtà fugge solo da sé stessa. Vagheggiare un ‘altro’ e un ‘altrove’ è solo un modo per non doversi mai guardare allo specchio e fare i conti.
La più grande differenza si vede nel modo con cui si atteggiano nei confronti del contesto. L’altro da sé nei romanzi della Austen è un protagonista. Per la Bovary è solo uno sfondo: essa vive una doppia vita. Ciò che le sta intorno non le interessa affatto, il suo sentimento è solo una metaemozione.
Il mondo della Austen è altamente sociale. Tutto, intorno alla protagonista, le ricorda che esistono anche gli altri e i loro problemi. Emma Bovary è sempre sola, indifferente al contesto, in perenne ricerca dell’evasione.
Le ragazze della Austen si muovono in una comunità civile alla quale contribuiscono e della quale accettano le regole e il continuo scrutinio, senza però mai essere conformiste. In Emma Bovary tale accettazione è ipocrita e superficiale, un ossequio formale a convenzioni (che ella ritiene) sorpassate.
Emma Woodhouse è una persona trasparente. Emma Bovary è tutta un sotterfugio.
La prima è in pieno controllo di sé e del suo mondo, ed impara ad assumersi la responsabilità delle sue azioni, ed a comprendere la rilevanza che hanno per gli altri. La seconda è sempre in balìa degli eventi, e alla fine vittima di se stessa. Tanto Emma Woodehouse, benché non nobile, appare naturalmente aristocratica per l’aspirazione continua a costruire il proprio destino con le sue mani, quanto Emma Bovary è così tremendamente plebea. Anche l’atteggiamento verso il denaro è diverso: le donne di Jane Austen vivono un’esistenza precaria ma dignitosa. Tutto ricorda loro le spiacevoli necessità della vita, ma non per questo scendono a compromessi. Parlano spesso di soldi, ma non lasciano mai guidare le proprie azioni dall’interesse. La Bovary è gretta, sventata e vive sempre al di sopra dei suoi mezzi.
Superfluo dire che la Bovary è molto più moderna ed attuale: quante sono le donne, oggi, frustrate di non trovare la felicità bella e pronta come un pacco regalo? Quante coloro che si ritengono vittime del destino, e credono che in un’altra vita, in un altro luogo, con un’altra persona, o un altro lavoro, sarebbero felici? Quante quelle che alla prima difficoltà in un matrimonio, cercano scampo nell’adulterio? Molte più di coloro che sanno costruire la loro felicità giorno per giorno.
Emma Bovary, con la sua divorante sensualità, anticipa il trionfo della rivoluzione sessuale nel XX secolo. Ma ora che questo è finito, possiamo constatare che essa ha solo generato aggressività e frustrazione. La penetrazione è stata il surrogato della mancanza di empatia e di compartecipazione emotiva. Poi è venuto John Bowlby ha spiegarci con la sua “teoria dell’attaccamento” i danni che può fare una donna anaffettiva. E, di converso, l’importanza del genuino sentimento, proprio ciò di cui parlano i romanzi della Austen.
Cent'anni dopo Flaubert, un altro francese, Albert Camus disegnò ne "La Caduta" un personaggio altrattanto bovaristico, quello di Clamence, un soggetto dall'ego ipertrofico e sensuale. Il quale però sembra avere un sospetto o una speranza: di una nuova personalità empatica, capace di farsi carico della sofferenza dei suoi simili, e di superare sé stessa attraverso la solidarietà: "Ascolti, sarebbe capace di dormire su un pavimento per un amico in prigione? Sì, un giorno ne saremo capaci tutti, e sarà la salvezza".
Roland Barthes ebbe a dire che “La vera oscenità, nel mondo moderno, sono i sentimenti, non il sesso”. Ci sarà una nuova rivoluzione? Il XXI secolo sarà il secolo dei sentimenti?
Non è difficile immaginare quale Emma piace a me.
il Jane Austen Festival di Bath
RispondiEliminaUn festival nella georgiana cittadina di Bath porta i visitatori
nel mondo della scrittrice inglese, alla scoperta di un'epoca
Letteratura, teatro e merletti
dieci giorni con Jane Austen
Un evento che riflette il rinnovato interesse per l'autrice
di ROSARIA SGUEGLIA
Letteratura, teatro e merletti dieci giorni con Jane Austen
LUNGHE e complicate conversazioni, uomini introspettivi, villani, eroine colte e intelligenti, antichi manieri, carrozze e feste da ballo. Jane Austen è tutto questo e molto altro. Un mondo letterario che sembrava destinato a giovani lettrici romantiche e da qualche decennio pareva relegato agli ambienti accademici. Ma da qualche anno le opere della scrittrice inglese sono tornate di moda e suscitano un rinnovato interesse non solo nella critica. Tanto che a settembre, il Jane Austen Festival ripercorre la vita dell'autrice, ripropone i suoi romanzi e vi regala un viaggio attraverso gli usi e costumi dell'epoca Regency.
Il Festival si apre ufficialmente il 18 settembre con Claire Harman, famosa biografa che presenterà il suo nuovo libro Jane's Fame. Un'opera che affronta la crescente popolarità di Jane Austen e la sua influenza sulla cultura britannica. A seguire stuzzichini e fiumi di vino animeranno la prima serata, durante la quale veterani e non del festival avranno l'occasione di conoscersi e studiare il programma delle attività.
Sabato 19 settembre dalle terme romane partirà la parata austiniana, centinaia di persone vestite con abiti d'epoca sfileranno per Bath per poi riunirsi nella piazza cittadina. Qui, si potrà giocare al lancio dell'anello, assaggiare pietanze tipiche georgiane, acquistare l'artigianato locale e anche farsi leggere la mano.
Se poco si conosce di Bath o della Austen nel pomeriggio un walking tour guiderà i turisti in quei luoghi che ispirarono la scrittrice e che le fornirono l'ambientazione per due dei suoi romanzi più belli, Persuasione e L'abbazia di Northanger.
La sera, invece, vede come protagonista una delle prime opere della Austen, Lady Susan. La storia di una donna che cerca marito per sé e per la figlia. Uno spettacolo del Regency Rejects che apre per la prima volta proprio al festival.
Il 20 settembre due cose imperdibili per comprendere al meglio l'epoca Regency: cibo e danza. Due gli appuntamenti gastronomici: il breakfast al mattino, con plumcakes, torte come la famosa Pound Cake, caffè e tè servito in stoviglie d'argento da personale che spiegarà minuziosamente ogni singola ricetta, e il tè del pomeriggio con tanto di regole di bon ton illustrate da Jane Tapley, che farà guida durante l'evento.
Se, invece, preferite imparare le danze tipiche dell'epoca due workshops insegnaranno ai più temerari come si ballava mentre la compagnia di professionisti Bath Minuet si esibirà in una più complessa e affascinante danza barocca.
Lunedì walking tours e canti d'epoca nella piccola chiesa di St Swithin's, dove i genitori di Jane si sposaron. Ma a monopolizzare la scena sarà sicuramente una sarta: con le sue spiegazioni, illustrazioni e dimostrazioni pratiche, un'artigiana del posto parlerà della moda dell'epoca fornendo riproduzioni di vestiti ed accessori.
Jane Austen non è un'autrice come le altre: le sue donne così forti e decise hanno influenzato la letteratura internazionale e le sue scelte personali hanno cambiato il nostro stesso modo di concepire la vita. Il Jane Austen Festival, dal 18 al 27 settembre, celebra tutto questo e molto altro.
Per informazioni su prezzi e attività consultare il sito del Festival.
(Repubblica 15 settembre 2009)