Non è la fine del mondo

Dottor EnigmA due settimane dall'avvio, il Large Hadron Collider, l'acceleratore del CERN di Ginevra inaugurato con gran battage pubblicitario due settimane fa, è già guasto.

Ho visitato il CERN anni fa, quando ero stabilmente residente sul Lemano, e tutto quello che ne ricordo è un buco riempito di tubi multicolori. Un posto tutt’altro che affascinante, dunque, e bisogna congratularsi col talento per la pubblicità e il fund raising degli scienziati ginevrini se l'inaugurazione dell'LHC, un evento per soli addetti ai lavori, è stata trasformata in un happening cui ha voluto partecipare persino lo scrittore Andrea Camilleri.

È interessante osservare quanto gli scienziati, personaggi tutto sommato banali, siano ammantati di un’aura romantica: resiste imperterrito presso l'opinione pubblica, lo stereotipo dello scienziato distratto, tra le nuvole, popolarizzato dal personaggio del Dott. Enigm, svagato scienziato atomico amico di Topolino durante la Guerra Fredda. I fisici, poi, sono “gli scienziati” per eccellenza - anche se questo titolo è stato poi immeritatamente attribuito ad ogni sorta di ciarlatani (sociologi, demografi, politologi e persino – ahimè – giuristi), le cui discipline hanno più o meno lo stesso grado di affidabilità e misurabilità della cartomanzia.

Qualcosa è del resto cambiato rispetto al personaggio benigno rappresentato dal dott. Enigm. Se prima lo scienziato prometteva progresso illimitato e duraturo, e un futuro di crescita continua, oggi predice catàstrofi e scenari ansiogeni, presentandosi come un salvatore laico. Del resto, far leva sulle paure della gente, piuttosto che sulle sue speranze, è assai più pagante.
Nel XX secolo, l’internazionalismo della comunità scientifica era il pendant colto dell’internazionalismo proletario, con l’uguale promessa escatologica di una pace perpetua. Poi, vabbè, i fisici si mettevano servizievoli a costruire bombe, ma la confraternita cosmopolita degli scienziati prefigurava ottimisticamente un mondo senza barriere capace di parlare un linguaggio comune. Oggidì, invece, nel mondo che si ribella alla globalizzazione omogeneizzante, gli scienziati appaiono come una comunità di apolidi vagabondi senza radici, chiusi nel loro mondo autoreferenziale, isolati nei loro laboratori all’interno di centri di ricerca che assomigliano tutti a bocce per i pesci. Non è un caso se gente così noiosa si concentri in Svizzera, uno dei posti più noiosi della Terra.

Sarebbe uno sbaglio sottovalutarli, però: attraverso un'accorta operazione di marketing, gli scienziati del CERN sono riusciti a ottenere cospicui finanziamenti per ricerche che, se sono indubbiamente interessanti sul piano della fisica teorica, hanno ugualmente scarse ricadute immediate sul mondo delle imprese e sulla vita dei comuni mortali. In passati scritti ho sollevato il problema di una vigilanza democratica su quello che si combina in questi centri di ricerca. In fin dei conti, essi utilizzano soldi pubblici, quindi soldi nostri. Siamo proprio sicuri che le ricerche che si svolgono al CERN - come in altri laboratori sparsi nel mondo, e in altri domini scientifici - siano di primaria importanza per il futuro dell'umanità? La fisica teorica, per esempio, non dovrebbe fare un passo indietro, se non altro per evidenti ragioni filantropiche, rispetto alla ricerca medica?

Quali sono dunque i risvolti pratici di queste ricerche, e perché dovremmo sovvenzionarle? Non esistono priorità più urgenti? Queste domande appaiono pertinenti soprattutto quando si parla del CERN di Ginevra.
Fu qui infatti
che nel 1990 Tim Berners Lee, con una macchina Next (meno potente di un odierno telefono cellulare) inventò e sviluppò il World Wide Web, l'idea che ha rivoluzionato il mondo. L'allora direttore del CERN, il fisico italiano e Premio Nobel Carlo Rubbia, non ritenne di promuovere e finanziare - e nemmeno di sostenere - quella brillante idea, e Berners Lee fu costretto a emigrare a Boston, dove il MIT gli spalancò le porte e lui fondò il World Wide Web Consortium. Qualunque dirigente di azienda che si fosse fatto scappare una invenzione simile sarebbe stato cacciato immediatamente a calci nel sedere: il prestigio di Rubbia invece non ne soffrì minimamente. Di fronte ai professori, si sa, torniamo tutti timorosi e riverenti come scolaretti.

Nel giro di un triennio, Internet, da applicazione di uso esclusivamente scientifico, era diventata l'anima di una nuova rigogliosa economia e di un nuovo modo di comunicare e di vivere. È una storia di "cervelli in fuga" al contrario, in fondo: i professoroni del CERN, troppo pieni di sé per considerare le idee di un semplice ingegnere, privarono l'Europa del primato in una delle tecnologie più innovative a favore dell'America, e costrinsero all'emigrazione una delle menti più brillanti del nostro tempo - solo perché non apparteneva alla loro confraternita. Per difetto di vigilanza politica e democratica, un'invenzione assolutamente strategica che avrebbe potuto rilanciare il primato tecnologico ed economico del Vecchio Continente, ha invece preso la via degli Stati Uniti. Così, sono ora in mani americane tutte le leve di controllo di Internet - a partire dall' ICANN (un ente formalmente indipendente, ma di proprietà del Governo degli Stati Uniti, che assegna i domini) - e l'America ha beneficiato più di tutti del progresso tecnologico che ne è derivato.
E noi ci consoliamo con il superacceleratore...
Il futuro era già arrivato, e non ce ne siamo accorti. Oggi, quotidianamente, utilizziamo il World Wide Web. Magari per leggere le notizie spacciate da giornalisti créduli sul nuovo LHC di Ginevra o su qualche altra mirabolante scoperta scientifica. Ma che cosa ce ne frega a noi, gente comune, del Bosone di Higgs, qualcuno se l’è mai chiesto??

Commenti

  1. Caro Dario: perchè sei tanto ostile al Cern, che è una brillante impresa scientifica europea e non svizzera? Gli stessi americani ci invidiano struttura ed esperimento, vorrà ben dire qualcosa. Dici che il bosone non è importante. Sarà: ma neanche il telescopio di Galilei lo era, al momento in cui fu inventato. Qui si tratta di sapere di che è fatta la materia. Gli usi seguiranno. Il problema, forse, è per i religiosi, che infatti temono quanto sta avvenendo, in quanto suscettibile di chiarire cosa accadde nell'universo dopo il Big Bang iniziale.

    Affascinante, invece, la tua descrizione della navigazione in bolina.

    PS
    Hai visto che Obama è finalmente entrato in crisi? La Clinton se lo sta mangiando vivo, facendo campagna per lui dove è inutile (Texas), anzichè negli Stati in bilico......... Poi, c'è l'effetto Palin.... Peraltro, simpatie politiche a parte, penso adesso che Obama ci converrebbe più di McCain.

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