Tengo un diario, e anche il blog, in fondo, è un diario. I diari sono documenti altamente decettivi: perché il tempo che si può dedicare loro è inversamente proporzionale alla quantità di avvenimenti nella vita che meritano di essere narrati. Perciò ad essi ci si dedica quando si ha molto tempo per pensare e scrivere, mentre vengono fatalmente trascurati, o si riducono a poche e asciutte annotazioni, quando l’esistenza si mette a correre. Così essi finiscono per restituire l’immagine di personalità eccessivamente pensierose o preoccupate, e poco attente agli eventi cruciali della vita. In fondo, la diaristica è una funzione letteraria delle anime in pena, o della cattiva digestione. Chi vive se la gode, non scrive diari. In questo momento la mia vita si è messa a correre, e io con lei. Nuove ed entusiasmanti possibilità professionali si aprono, prospettive mai neppure pensate prima. E, al tempo stesso, pur alla vigilia dei miei 42 anni, sboccio di nuovo all’amore con l’infantile felici...