Fin dentro casa...

È sabato, penso di aver diritto a poltrire, ma vengo svegliato da uno squillo di citofono. Un tale che deve entrare, ed ha suonato un pulsante a caso. Lo guardo dalla finestra e fa “Oh, scusi, l’ho svegliata?”. Sono troppo educato per rispondere, ma dato che nel quartiere dove vivo volano bestemmie come se piovesse, sarei stato in tono con l’ambiente.
Non basta: mi suonano pure alla porta! È Tecnocasa, vogliono darmi il loro depliant. Rispondo che non lo voglio, ma loro me lo fanno ugualmente passare sotto la porta. Apro rabbiosamente, lo raccolgo, lo restituisco, e dico che non hanno nessun diritto di sporcare a casa degli altri. Espressione inebetita: “ma io sto lavorando!”… frase tipica romana, che esprime tutto un discorso, passaporto per ogni licenza. Sto lavorando, ho questa condanna a vita, mica sono come tutti gli altri che se la spassano nei loro castelli in Toscana. Questa volta sono meno conciliante. E che lavoro è, andare a rompere i coglioni alla gente?

Scendo, la cassetta delle lettere è piena di pubblicità, nonostante ci sia un raccoglitore all’ingresso, e nonostante sulla mia cassetta ci sia scritto chiaro che NON VOGLIO PUBBLICITà!
I tergicristalli della mia macchina sono stati scambiati per dei ferma-volantini. Sul marciapiede, è spuntato come un fungo un cartellone pubblicitario. I cassonetti, nuovi nuovi, ospitano già gli adesivi di qualche robivecchi, completi di numero di telefono, e dei tag. I lampioni sono pieni di tazebao, i segnali stradali coperti di adesivi.  Se non sto attento prima o poi mi tappezzeranno persino il sedere con qualche manifestino.

Siamo sotto assedio, decisamente.
Con buona pace dei creativi e della pubblicità subliminale, qui a Roma siamo ancora matriciani: quello che conta è la quantità.
Persino il TG3 si è accorto di questa immonda marea montante di pubblicità che ormai occupa tutta Roma e contro la quale il comune non fa assolutamente NIENTE.
Il sindaco dei tassinari si è fatto sentire solo per parlare di una pubblicità che offendeva “le donne e la religione”. L’estetica, il decoro, Roma, insomma, si possono tranquillamente offendere. Non ci resta che sperare che uno di questi abusivi oscuri anche San Pietro, visto che hanno piantato un tabellone pure davanti all’Arco di Costantino.

Una buona notizia è che il benemerito sito Cartellopoli.com è resuscitato come Cartellopoli.net dopo l’incredibile ordinanza di sequestro dell’autorità giudiziaria, lo scorso anno. In qualunque paese occidentale una violazione così chiara della libertà di parola e di opinione non sarebbe mai nemmeno accaduta, ma siamo in Italia, e occorre far lavorare gli avvocati. Il problema non sono gli abusivi, ma i cittadini onesti che li denunciano. Chi non si fa gli affari suoi non è incoraggiato. 
L’iniziativa merita sostegno, anche attraverso la pagina Facebook, perché il vero degrado non è tutto il disordine, la sporcizia, l’arroganza, ma l’assuefazione che stiamo prendendo allo sbraco generale.  

Tra i suoi meriti Cartellopoli ha quello di aver inventato il metodo Street view, che consiste nel confrontare la situazione quale era nel 2008, quando Roma fu tutta fotografata da Google, con oggi. I risultati sono impressionanti.
Ma il degrado pubblicitario non consiste solo nei grandi cartelloni, anche nell’assedio di piccoli manifesti, depliant, della pubblicità postale, senza contare gli onnipresenti altoparlanti degli arrotini.
Lottiamo tutti uniti contro il degrado. Non siamo soli.




Commenti

  1. Spettabile Tecnocasa,

    in data di ieri – mentre profittavo di un giorno di ferie che contavo di passare nella tranquillità della mia casa in **** – sono stato tirato giù dal letto da una coppia di vostri propagandisti, che prima mi hanno citofonato per farsi aprire il portone, poi hanno bussato alla mia porta per consegnarmi del materiale pubblicitario. Quando, senza aprire loro, ho detto che non avevo bisogno di niente, mi hanno ugualmente infilato una vostra brochure da sotto la porta.

    Tutto questo nonostante all’ingresso del palazzo ci sia un esplicito divieto alla pubblicità porta a porta, e un raccoglitore condominiale di pubblicità. Mi sono inoltre ritrovato la cassetta della posta invasa di pubblicità, nonostante ci fosse scritto espressamente che non ne voglio.

    Protesto vivamente per questa forma assillante di propaganda che insegue le persone fin dentro casa, senza alcun rispetto per la loro privacy e il loro riposo. Considero un’autentica invasione del mio domicilio l’atto di chi introduca in casa mia oggetti che non desidero, costringendomi a raccoglierli e a cestinarli.

    Non credo sinceramente che questo vostro modo di fare vi procurerà molti clienti, ma di sicuro vi procurerà molte noie.

    Vi diffido pertanto a non mettere mai più piede nel palazzo sito in via ***, avvertendovi formalmente che ove una evenienza come quella descritta avesse a ripetersi sporgerò senza ulteriore avviso querela nei confronti dei responsabili, ed evidenzierò la vostra politica aziendale alle Autorità Garanti della Concorrenza e del Mercato, nonché a quella della Privacy, richiedendovi danni, spese ed onorari d’avvocato.

    Vi sarò grato di un cortese riscontro che dimostri la comprensione della presente e il vostro spontaneo adeguamento a quanto richiesto.

    Distinti saluti

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  2. Risposta di Tecnocasa:

    "Gentile sig. Quintavalle,

    riscontriamo la cortese Sua, in merito all’operazione condotta da una delle agenzie presenti ad Ostia, e desideriamo comunicarle che abbiamo preso nota delle perplessità da Lei espresse.

    Rappresentiamo che Tecnocasa, è un’organizzazione di intermediazione immobiliare in franchising, nella quale il Marchio viene concesso a imprenditori direttamente responsabili degli atti concernenti lo svolgimento della propria attività professionale e d’impresa, così come prescrive la Legge 129/04 (normativa sul Franchising).

    Ad ogni modo, è nostro vivo interesse che le Agenzie Affiliate tengano comportamenti improntati alla più scrupolosa correttezza commerciale ed alla più rigorosa osservanza, sia delle norme giuridiche che disciplinano la materia, sia del codice deontologico e delle norme contrattuali dell’affiliazione, così da offrire un servizio efficiente e professionale che soddisfi le esigenze dei Clienti e tuteli la credibilità del nostro Marchio.

    Abbiamo provveduto ad inoltrare la Sua segnalazione alle n.6 agenzie affiliate Tecnocasa presenti ad Ostia, al fine di segnalare la Sua lamentela, dal momento che nella Sua comunicazione non aveva fornito maggiori informazioni sull'agenzia in questione.

    La ringraziamo per la segnalazione che è gradita e di grande aiuto, per perseguire il nostro intento di mantenere la leadership nel mercato in termini di qualità, invitandola ad aggiornarci sugli sviluppi della vicenda.

    Ufficio Qualità – Servizio al Cliente Gruppo Tecnocasa"

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