Grande Emma

Emma Bonino è stata un bravissimo Commissario Europeo e Ministro, ed è una delle donne che occupano la scena pubblica da anni con dignità, senza gli sgallettamenti e i presenzialismi di tante sue più giovani colleghe. Una ‘donna politica’, piuttosto che una ‘donna in politica’. Che vuole siano sempre in primo piano le sue idee, piuttosto che la sua persona.

Il tiro mancino che ha giocato a un settimanale femminile - annunciando la (falsa) notizia del suo fidanzamento a 60 anni, abbondantemente ripresa da tutti i giornali “seri”, che hanno invece trascurato il suo impegno politico - è dunque un doppio colpo da maestro. Perché al tempo stesso sbugiarda il sistema italiano dell’informazione, così concentrato sul gossip da trascurare le notizie vere, e perché
mette a nudo nella sua miseria lo stereotipo della femmina in carriera, che ama raccontarsi, svelare il suo privato, parlarsi addosso, sciorinare il suo vissuto, quasi per rassicurarsi di essere nonostante tutti i suoi impegni, una vera donna. Stimolata dalle domande ‘inesorabili’, cioè ripetitive e banali, dell’intervistatrice, Bonino ha messo le donne italiane davanti allo specchio, e le ha fatte ridere e vergognarsi di sé stesse, in quanto artefici e vittime di quegli stereotipi di genere che ne frenano la crescita nelle professioni e soprattutto nella politica. E ha dato, in quest’epoca di esibizionismi, esternazioni, confusioni tra privato e pubblico, una lezione di severità, sobrietà e pudore. Grande Emma!!!


Commenti

  1. Sul giornalismo cazzaro dei nostri tempi:
    ricordate “Il Nuovo.it” e “Cronaca Vera”? Non so che fine abbiano fatto quei benemeriti giornali, ma è chiaro che hanno fatto scuola, contagiando con il loro stile anche nomi più quotati. Il Corrierone, per esempio, pubblica spesso articoli demenziali, nati dalla fantasia dell’avv. Canzona, un legale che si è specializzato nel lancio di bufale.

    Notate altresì le improbabili notizie che lo stesso Corriere pubblica su Ryanair con cadenza mensile, tipo “si volerà in piedi”, “si pagherà per andare in bagno”, “hostess in costume da bagno sui voli Ryanair”…

    Ovvie bufale, che non resisterebbero a un minimo controllo. Nel caso dell’avvocato Canzona, sarebbe bastata una ricerca su Google per scoprire chi è.

    Domanda: ma controllare le notizie non è compito dei giornalisti?

    Però queste scemenze vengono pubblicate, facciano scalpore, e alla fine quello che rimane è il nome del seminatore di bufale. Tutta pubblicità. E allora mi chiedo: la pubblicità occulta allo studio dell’avvocato Canzona e a Ryanair è gratis o no?

    Perché nel primo caso i giornalisti sono incompetenti e sprovveduti, nel secondo caso sono disonesti.

    Infine, notate le fesserie (oltretutto sgrammaticate) di tale Elmar Burchia. Se il Corriere pubblica un tipo simile, mi domando: c’è ancora spazio per il giornalismo serio in Italia? E dove?

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