Il pesce puzza dalla testa

Beccato in flagrante divieto di sosta con contrassegno scaduto, il Comandante dei Vigili Urbani di Roma, Giovanni Catanzaro, si è prodotto, come se non bastasse, in una serie di penose dichiarazioni, senza assumersi le proprie responsabilità, e senza – ovviamente – dare le dimissioni.
Dai vertici, giù per li rami, il nostro paese assomiglia sempre più a un giardino d’infanzia, dove nessuno, ma proprio nessuno, è capace di dire “è colpa mia”: ogni governo dà la colpa della propria inettitudine a quello precedente, chiunque venga colto con le mani nel sacco grida all’immancabile complotto dei soliti “poteri forti”.
Siamo, lo ripeto da molto tempo sul questo blog, il paese dell’Otto Settembre Permanente: quello della fuga dalle responsabilità delle classi dirigenti.
Una classe dirigente degna di questo nome elabora da sé stessa le norme del suo comportamento, e vi si attiene inflessibilmente, senza bisogno di qualcuno che da fuori le ricordi i suoi compiti. Ci si può aspettare da un leader che, in caso di mancanza ai suoi doveri, si somministri da solo la punizione. Nell’antica Roma e nel Giappone dei Samurai si arrivava al suicidio, nei paesi seri - da cui il nostro prende sempre più le distanze - almeno alle dimissioni spontanee.
Senza questo complesso di regole interiorizzate, una classe dirigente degrada in Casta (nella felice definizione di Gian Antonio Stella). Il problema non sono i privilegi: la Regina d’Inghilterra ne ha assai di più, ma la famiglia reale inglese nei momenti duri è stata un faro per il suo popolo (vedi, ‘par contre’ l’ennesima occasione persa dai Savoia di stare zitti).
Una classe dirigente è sempre, costantemente, cosciente che in ogni suo comportamento deve dare l’esempio.
La società ovviamente segue. Come ben dicono i napoletani “il pesce puzza dalla testa” e se questo è il comportamento del loro comandante, come stupirsi della sciatteria dei Vigili romani, e dell’anarchia del traffico e del commercio, di cui siamo quotidianamente testimoni?

La risposta di Catanzaro, che lui “non si poteva fare la multa da solo”, è ben sintomatica invece di una mancata interiorizzazione delle regole, come se la nostra civile convivenza dovesse essere garantita sempre da un controllo esterno: come stupirsi, allora, se le istituzioni più popolari di questo Paese sono la Chiesa, i Carabinieri e la Magistratura?
Solo che appunto, come il caso del Comandante dei Vigili dimostra, torna d’attualità la domanda di Giovenale:
"sed quis custodiet ipsos custodes?”




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