Fenomenologia delle tette

Giuro, se rinasco mi do alle scienze sociali. Sempre meglio che lavorare, no?Tutta la gioventù mi sono rotto la testa (diciamo la testa) sui codici di procedura, su testi infernali come Satta, Gazzoni, Rescigno, e poi vedo Francesco Alberoni che pontifica ogni settimana dalla prima pagina del Corriere della Sera, con riflessioni profonde su come scotta l’acqua calda, sul coraggio dei condottieri, su come fa bene far bene l’amore, ed altre amenità.

Il primo sospetto che avessi sbagliato tutto me lo diede la lettura del libro “Ozio creativo” di Domenico de Masi, il celebre sociologo che teorizzò come si vive meglio senza lavorare. La sua soluzione è che basta far lavorare gli altri!
Un genio assoluto.
Peraltro, non era neppure una novità, l’otium lo hanno inventato i Romani, che infatti facevano sgobbare gli schiavi: ma per l’appunto, ribollire il bollito è il modo che questa benemerita categoria ha di contribuire al progresso della razza umana.

Poi mi toccò frequentare alla SSPA un corso di scienze umane su: “Strategie soggettive sventagliate e percorsi pluridentitari di ricerca” e lì ebbi la definitiva certezza che sociologi, antropologi, demografi, etologi sono una banda di cialtroni.
Cialtroni raffinati, di buone letture, però, capaci di ricamare all’uncinetto certe frasi tanto elaborate, quanto leggere ed inconsistenti come una ragnatela:
bisogna studiare anni per arrivare a un tale livello di sublimazione. Lo scienziato sociale è un venditore di fumo: ma che venditore! Chapeau!Facevo queste divertite (shignazzanti...) considerazioni sfogliando in libreria il saggio “Corpi di donna, sguardi d’uomo. Sociologia del seno nudo” (Raffaello Cortina Editore), di Jean-Claude Kaufmann. L'autore, francese, è il caposcuola della microsociologia, quella che studia i piccoli comportamenti umani, la vita quotidiana, fatta di trame coniugali, amori e crisi, di donne single e principi azzurri. Kaufmann è convinto che l’uomo comune sia un patrimonio d’informazioni per il sociologo. E insieme a collaboratori d’ambo i sessi s’è messo a battere le spiagge della Francia munito di registratore e di puntigliosi questionari, per chiedere a tutti i bagnanti che cosa significava un seno nudo. Alle donne, perché lo scoprivano. Agli uomini perché lo guardavano.

Eh, sono questioni che cambiano la vita, non c’è che dire.

Uno si immagina gli scienziati come individui romantici e un po' astratti, dediti al bene dell’umanità, una vita fatta di provette e laboratori, di complesse formule ed esperimenti, che dopo anni di ricerca paziente riescono a debellare malattie, o ad inviare l’uomo nello spazio, o a sciogliere complessi problemi matematici. Poi scopre che per darsi la patente di scienziato basta andare in giro a fare interviste alla gente sul suo vissuto quotidiano. Ed a ragazze in topless, magari!

Lo scienziato sociale non inventa nulla, non progetta niente: si limita a certificare l'ovvio, a dare una patente accademica a comportamenti semplici e persino banali. La gente nasce e muore, ama e si sposa, fa l'amore e concepisce, va in spiaggia e si spoglia, ignorando che questi atti quotidiani meritino di essere oggetto di studio da parte di ben finanziate équipes di ricercatori, che con le loro interviste e le loro deduzioni pretendono di distillare l'infinità varietà del mondo in un loro modello interpretativo
- benché già Shakespeare avvertisse che "ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, che non ne sogni la tua filosofia".

Pazienza. Continueremo
noi poveri mortali a vivere, morire, mangiare e procreare anche senza il permesso di codesti pretesi scienziati, che a loro volta continueranno ad essere meravigliosamente inconsapevoli della loro assoluta irrilevanza.

La faccenda sembra anche redditizia: il libro costa ben 19 €. Ma non lo comprerò, per quanto sembri interessante: non sono tipo da speculazioni teoretiche, preferisco la ricerca sul campo.
Toccare con mano, come si suol dire...
E poi, non ci sono nemmeno le illustrazioni…


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Eccezionale anche questa ricerca che ha descritto la diretta proporzionalità tra la misura del seno di una donna e la possibilità di ottenere un invito da un uomo... Ma va?


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Italo Calvino


Glamour-trash, vogliamo parlarne?

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