Un gingillo per gli schiavi

In Germania è diventato una star l'orsetto Knut, un cucciolo di orso polare, nato lo scorso dicembre allo zoo di Berlino.

Prego, è la stessa Germania che un anno fa permise che venisse accoppato senza tante discussioni Bruno, l’orso italiano che vagabondando nelle Alpi ebbe la sventura di passare il confine, e fu ucciso dai cacciatori bavaresi col consenso delle autorità preoccupate per il bestiame? Cos'è cambiato allora?

Benchè entrambi orsi, i due sono diversissimi: Bruno era un orso italiano, un meridionale disordinato e casinista. Knut è un orso del Nord, bianco, pulito ed ordinato. Bruno cercava la libertà. Knut è nato e vive bene in cattività. È una differenza che in questo ordinato e meticoloso paese - tirato a lucido, lindo e pinto, dove ogni cosa deve stare disciplinatamente al suo posto - può diventare questione di vita o di morte.

Buffo peraltro che poi la Germania possa montare in cattedra e accusare l'Italia di scarsa sensibilità animalista (ricordate le campagne diffamatorie della Bild contro gli italiani che accecano gli uccellini per farli cantare meglio?). Da qual pulpito...

Sono di sangue abbruzzese, e - agli orsachiotti tenerottoli che fanno bella mostra di sè negli zoo, simbolo rassicurante di una versione addomesticata e buonista della natura da servire ai bambini per illuderli sulla mitezza del mondo - continuo a preferire i grandi e possenti orsi marsicani padroni delle montagne, e la loro secolare lotta per la sopravvivenza contro l'uomo.

Ed invece che portare i
bambini allo zoo, li farei salire su quelle montagne, per insegnar loro che è meglio morire libero, come Bruno, piuttosto che vivere schiavo come Knut.

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Vedi anche "Fine di Bruno, orso italiano in Germania"


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