One night stands

Ogni tanto passano in televisione un delizioso film di Vincente Minnelli - “Come sposare una figlia” con Sandra Dee, Rex Harrison e Kay Kendall - commedia brillante che, narrando l'ultimo ballo delle Debuttanti a Londra nel 1958, descrive con garbo e ironia il tramonto dell’alta società inglese, fondata sul culto della forma e delle buone maniere. La bibbia di quel mondo erano i manuali di etichetta di Debrett's, editore dal 1769. I tempi cambiano e, miracolo tutto inglese, le tradizioni si rinnovano nella continuità: così Debrett's è sopravvissuto e ha appena pubblicato “Etiquette for girls”, un manuale di bon ton destinato alle ragazze del nostro tempo, “sassy, metropolitan, chic”.

Un intero capitolo dell’opera è in particolare dedicato al “Men’s management” - dove gli 'uomini da gestire' sono soprattutto quelli incontrati durante le storie da una notte. Il Times ha notato perplesso che le “one night stands” sono talmente citate e accettate nel manuale da essere persino abbreviate con una sigla, “ONS”.

Ciò farà particolarmente piacere a quelle signore che amano darsi arie da donne disinvolte e liberate, dandosi a molte “ONS” con uomini di passaggio. Per carità, nulla di cui scandalizzarsi: ma nemmeno cosa di cui menar troppo vanto. Noi maschietti pratichiamo spesso (mai troppo spesso, lamenterebbe qualcuno…) lo sport del rimorchio facile e senza impegno sentimentale. Tuttavia, lungi dal cercare di nobilitare simili episodi con termini inglesi che fanno tanto chic, li definiamo “scopate”, "trombate", o “botterelle”: roba da non confessare mai alle fidanzate, semmai da raccontare agli amici in sauna o al pub di fronte a diverse pinte di birra, con rumorose risate, allusioni e pacche sulle spalle.

La voluta becera trivialità con cui descriviamo tutta la faccenda esprime, ai nostri occhi, il carattere animalesco e non troppo commendevole di questo approccio al sesso, praticato nell’attesa e nella beata speranza di incontrare una donna superiore capace di elevarci dalla condizione di bruti.

La guida Debrett, invece, sdogana finalmente le one night stands femminili: non più roba per ragazzette di facili costumi
disponibili a una-botta-e-via, bensì pratica distintiva della femmina trendy ed emancipata: che sarà così libera di comportarsi, anche in questo campo, come la brutta copia di un (brutto) uomo. Evviva la parità.

Quanto a noi uomini,
temo, continueremo in cuor nostro, al riparo delle censure politically correct delle psicologhe da settimanale femminile, a disprezzare le fanciulle che ci si concedono troppo facilmente, defraudandoci del raffinato piacere della seduzione e della conquista.

Cento, mille volte meglio espugnare una fortezza dopo un lungo e faticoso assedio, piuttosto che trovarsi davanti la porta subito spalancata e la pappa pronta. E che gusto ci sarebbe, allora?


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