La Shoah a Villa Torlonia?
Signor Sindaco,
per molti anni gli abitanti del quartiere Nomentano hanno lottato per salvare dalla speculazione edilizia un terreno adiacente a Villa Torlonia, proprio dietro la Casina delle Civette. Ora il Comune ha deciso di acquistare quel terreno e destinarlo all’edificazione del Museo della Shoah.
Il fine è certamente più nobile, ma la sostanza non cambia: il risultato sarà pur sempre la cementificazione di un’area verde a ridosso di una villa storica, con importanti preesistenze archeologiche, in un quartiere per di più già congestionato dal troppo terziario. L’erigendo edificio – che dovrebbe essere un monumento significativo - sarebbe invece nascosto dalle palazzine circostanti e a sua volta rovinerebbe la visuale su Villa Torlonia.
Il Museo della Shoah si deve certamente fare, ma in luoghi che abbiano maggiore attinenza al dramma dell’Olocausto: per esempio vicino al Ghetto, nei locali del deposito dell’Opera o dell’Anagrafe, oppure alla Stazione Tiburtina, da dove partirono i vagoni per i campi di concentramento e dove ci sarebbe molto più spazio e libertà per i progettisti.
Villa Torlonia non ha bisogno di altro cemento!
per molti anni gli abitanti del quartiere Nomentano hanno lottato per salvare dalla speculazione edilizia un terreno adiacente a Villa Torlonia, proprio dietro la Casina delle Civette. Ora il Comune ha deciso di acquistare quel terreno e destinarlo all’edificazione del Museo della Shoah.
Il fine è certamente più nobile, ma la sostanza non cambia: il risultato sarà pur sempre la cementificazione di un’area verde a ridosso di una villa storica, con importanti preesistenze archeologiche, in un quartiere per di più già congestionato dal troppo terziario. L’erigendo edificio – che dovrebbe essere un monumento significativo - sarebbe invece nascosto dalle palazzine circostanti e a sua volta rovinerebbe la visuale su Villa Torlonia.
Il Museo della Shoah si deve certamente fare, ma in luoghi che abbiano maggiore attinenza al dramma dell’Olocausto: per esempio vicino al Ghetto, nei locali del deposito dell’Opera o dell’Anagrafe, oppure alla Stazione Tiburtina, da dove partirono i vagoni per i campi di concentramento e dove ci sarebbe molto più spazio e libertà per i progettisti.
Villa Torlonia non ha bisogno di altro cemento!
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