In Moldova è stato arrestato, con l’accusa di corruzione, l’ex premier Vlad Filat.
Vlad Filat – primo ministro moldavo dal 2009 al 2013, poi presidente ad interim della Repubblica, leader del Partito liberaldemocratico, parte della Alleanza per l'integrazione europea che governa il paese, pur se da posizioni di minoranza – è stato arrestato per il coinvolgimento nello scandalo che ha colpito il sistema bancario nazionale (un miliardo di dollari trafugati all'estero), con l'accusa di corruzione.
Filat è stato privato dell'immunità parlamentare in una drammatica seduta, con il parlamento assediato dai simpatizzanti filorussi del Partito socialista (Psrm) e del Partito Nostro (Pn); è stato arrestato direttamente nei locali della Camera. Ancora il giorno prima, con gli altri due leader della cosiddetta coalizione "pro-europea", faceva piani per il licenziamento del procuratore generale. Domenica sera – dopo le iniziali 72 ore di detenzione preventiva – un giudice ha esteso il mandato di arresto per altri 30 giorni.
L'arresto segue la deposizione del milionario Ilan Shor, sindaco di Orhei, finora l'unico inquisito. Oltre a Shor appaiono implicati (ma non sono stati arrestati) il leader socialista Igor Dodon e l'ex primo ministro Iure Leanca, il cui successore, Ciril Gaburici, si è dimesso a sua volta per l'accusa di aver falsificato i titoli di studio.
A giugno l'Fmi, la Banca mondiale e l'Ue avevano annunciato il congelamento del sostegno finanziario alla Moldavia, chiedendo, tra l'altro, la liquidazione dei tre istituti di credito coinvolti nello scandalo. Lo scorso settembre centomila persone hanno manifestato nella piazza centrale di Chişinău.
Le prospettive di integrazione europea della piccola Moldova si allontanano sempre di più.
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