L'Italia a rovescio

 

Il biglietto di auguri natalizi del Ministro Calderoli ha suscitato un’ingiustificata maretta. La politica italiana è così, dibatte sul nulla, “si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità”, come cantava Fabrizio de Andrè.

 

La cartolina contiene due messaggi: via i Ministeri da Roma, e un’Italia rovesciata. Sul primo, da romano dico solo: “prego”. Non mi è mai piaciuta l’identificazione della mia città con la cultura burocratica. Roma può farne a meno. I Ministeri una volta evacuata Roma lascerebbero spazi preziosi per il turismo e i servizi. C’è solo da capire come sarà possibile. La politica ha le sue leggi, e persino i Ministeri che hanno sede all’EUR conservano una dependance in centro, vicino al cuore della politica. Tutti ricordano il caso di Zamberletti, ministro che per fare il suo lavoro di capo della Protezione Civile era spesso fuori della Capitale e così perse il suo dicastero. Sono circa cinquant’anni che si parla senza esito del polo direzionale nella periferia orientale. Lo stesso Dipartimento diretto dall’On. Calderoli avrebbe potuto dare il buon esempio, e trasferirsi, se non in Padania, almeno a Pietralata: invece è saldamente installato nel centro storico di Roma.

 

Ma la cosa più curiosa è che il Ministro nordista abbia presentato una cartina dell’Italia rovesciata. Per antica convenzione, le carte geografiche sono orientate a Nord. Il fatto che normalmente le carte vengano appese a un muro fa inoltre sì che il Nord stia in alto. Ci si confonde parlando di Alta Italia, quando l’altezza a cui si riferisce è quella delle montagne (tant’è che l’alto Egitto è la parte meridionale del paese). È facile scambiare una convenzione per una realtà: ed infatti i settentrionali dicono “scendere al Sud” o a Roma, come se davvero si trattasse di muoversi dall’alto in basso, anziché in piano. E siccome il Sud è normalmente più povero, non solo in Italia ma nel mondo, è abbastanza facile mescolare tutti questi concetti e derivarne una sorta di gerarchia di valori. Nord = Alto = Ricco = Migliore è l’inferenza logica che si definisce “Boreocentrismo”. 

 

Dunque, anche una semplice rappresentazione geografica è assai meno semplice e neutrale di quello che sembra. Come dice al New York Times un eminente cartografo, Vladimiro Valerio dell’Università di Venezia: “Le mappe riflettono chi le commissiona. I cartografi non mentono, ma prendono posizione”. E del resto, se si pensa che la convenzione di orientare a Nord le carte geografiche si è consolidata tra Sette- e Ottocento, vale a dire negli anni d’oro del colonialismo, si capisce quanto essa abbia un sottinteso politico.

 

Dunque penso dovremmo ringraziare il Ministro Leghista: senza che probabilmente se ne fosse accorto, la sua Italia a rovescio sfata i luoghi comuni padani, la mitologia del Vento del Nord, il padanocentrismo della politica di questi anni, e restituisce al Sud del Paese, non più tacco dello Stivale, un’ inattesa dignità. E poi, che sia orientata a Sud o a Nord, il centro rimane sempre Roma. Ci aveva pensato, signor Ministro? ;-)

 

 

 

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