La meritocrazia secondo Brunetta

Sono diventato Dirigente dello Stato grazie a un concorso, altamente selettivo, della Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione. La mia carriera potrebbe considerarsi già finita, visto che per diventare Direttore Generale occorre una designazione politica, ed io non conosco nessuno, nemmeno un Consigliere Municipale. Fino ad oggi, infatti, la scelta dei Direttori Generali dei Ministeri era rimessa alla completa discrezionalità del Ministro. Il Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta aveva annunciato di voler immettere in questo meccanismo “meritocrazia e trasparenza”. Ed infatti il suo Disegno di Legge sul lavoro pubblico che ha passato oggi il vaglio del Senato, enuncia il principio che si deve “rivedere in senso meritocratico la disciplina dell’accesso alla dirigenza”.

Bene. Solo che poi stabilisce “che l’accesso alla prima fascia dirigenziale [= Direttore Generale] avverrà mediante il ricorso a procedure selettive pubbliche concorsuali" ma solo "per una percentuale dei posti”.

Se si considera che il nuovo sistema riguarderà soltanto i posti vacanti, e che di questi solo una parte (che potrebbe anche essere l’1%) sarà assegnata per concorso, è facile prevedere che esso darà ben pochi risultati pratici, a parte l’effetto annuncio che così tanto piace al Ministro Brunetta.
Il quale passerà alla storia come l'inventore della meritocrazia a mezzo servizio.


Commenti

  1. BRUNETTA: "LA CHIESA? PENSA TROPPO ALL' IMMAGINE"

    Il Ministro Brunetta ha appena dichiarato che "la Chiesa qualche volta sembra voler investire un po' troppo su operazioni di mera immagine'.".
    Il bue disse cornuto all'asino....

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  2. Sono stati pubblicati i finalisti del Concorso "Premiamo i risultati", bandito dal Dipartimento della Funzione Pubblica sotto l’egida dell’ormai celebre ministro Brunetta.



    I complimenti ai colleghi dirigenti degli uffici che hanno formulato i progetti sono scontati e meritati.



    Tuttavia vorrei condividere un mio personale disagio ed alcuni rilievi critici a questa e ad altre iniziative simili.



    Pur apprezzando la buona fede dei partecipanti al concorso, non posso non sottolineare che il chiaro sottinteso di certe iniziative, è dimostrare che la efficienza e la funzionalità della PA dipendono esclusivamente dall’impegno dei singoli Dirigenti e funzionari, mentre questioni come il sottofinanziamento della PA, le mancate assunzioni, una massa normativa contraddittoria - la mancanza insomma di una visione complessiva e strategica da parte della politica del ruolo e della funzione della PA - non avrebbero alcuna rilevanza.



    Ad avvalorare questa mia impressione sta il fatto che il concorso si inquadra in una iniziativa intitolata sintomaticamente “Non solo Fannulloni”, con anche un sito: http://www.nonsolofannulloni.forumpa.it/



    È un po' come se facessero un concorso per la casalinga dell’anno, o per la miglior cuoca, e lo intitolassero “Non solo Puttane”. Quale donna con un minimo di amor proprio vi parteciperebbe, avallando l’implicita misoginia dell'ideatore?



    Il capolavoro politico dell’On. Brunetta è - a ben vedere - quello di aver invertito l’onere della prova. Siamo noi ora a dover provare di non essere fannulloni, a doverci discolpare dal peccato originale di essere dipendenti pubblici, a doverci smarcare il più possibile dalla massa degli infingardi, degli sfaticati e dei parassiti.



    Ed infatti, i progetti selezionati vengono così presentati sul sito in questione: “Nella Pubblica Amministrazione ci sono numerosi esempi di grande professionalità, di innovazione, di coraggio…” quasi come se questi "numerosi esempi" fossero eccezioni alla regola generale.



    Mi spiace dunque che tanti si siano prestati, immagino per ingenuità, a questo gioco, che si inquadra nella generale campagna di denigrazione del Pubblico Impiego, pur mostrando un volto irrisoriamente benevolo.



    Sarebbe ora di dire che mandare avanti la baracca in queste condizioni è già un merito di per sé, che non ha bisogno di premi, perchè è il nostro mestiere. E che se le cose nella PA non funzionano, non è certo per la scarsa lena di chi vi lavora, ma per precise scelte a livello politico.



    Ma occorrerebbe una dirigenza compatta e cosciente di sé, sicura del suo prestigio e della sua dignità. E questa temo, non uscirà fuori nemmeno dal cappello a cilindro del mago Silvan…

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  3. VOTATE DOMANI O TACETE PER SEMPRE

    Mi spiace di non vedere un gran dibattito sul referendum. Persino alcuni promotori hanno cambiato idea: credo si dovrebbe chiedere scusa ai radicali ed ai verdi per averli accusati di aver affossato l'istituto del referendum.
    E' la prima volta, che sappia, i tutta la storia della repubblica, che dei promotori del referendum cambiano idea, e invitano all'astensione.
    .
    E che ca***, avete raccolto firme, contribuito a mettere in moto tutto questo ambaradam, scomodato milioni di persone, e - particolare non secondario - speso un sacco di soldi - PER NIENTE???
    Con la nobile motivazione, oltretutto, che lo scenario,in caso di vittoria, a loro non converrebbe.
    Un po' come se Loris Fortuna fosse diventato antidivorzista per la paura di essre mollato dalla moglie...
    Bah, io mi sono svegliato oggi e ho deciso che voterò si a tutti e tre i quesiti. Al terzo perché è assolutamente sacrosanto: che uno si presenti dovunque e poi possa scegliere chi far eleggere e chi no è una porcata nella porcata.

    Agli altri due per calcolo politico: ritengo che sia necessario cambiare questa legge elettorale, e occorre coalizzare un sufficiente interesse a farlo.

    Finora non c'è l'interesse a fare una riforma che sottrarrebbe potere ai vertici dei partiti, inutile illudersi. Ma a legge elettorale modificata, se il referendum facesse saltare la logica delle coalizioni, è facile prevedere che il Pdl tenterebbe la sorte. Per assicurare a Berlusconi una maggioranza principesca ed esautorare la Lega.

    A quel punto alla Lega, credo, pur di non andare alle elezioni anticipate ed essere ridotta all’irrilevanza, converrebbe un accordo per modificare la legge elettorale risultante dal referendum che consegnerebbe tutto il potere a Berlusconi, oppure anche un rovesciamento di alleanze, come del resto già successe nel 94. L’alternativa per essa sarebbe la cannibalizzazione.

    Il risultato sarebbe certo un po' di instabilità, ma anche un accordo su una legge elettorale che restituirebbe un po' di potere al popolo, pur di non lasciarlo a un solo leader… che è quello che nel mondo normale si chiama democrazia.

    Tortuoso, ma efficace…

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