Brain Train

Ero stato facile profeta, quando parlavo dei sedicenti ‘Cervelli in fuga’ che “reclamano misure che ne agevolino il rientro in posizione privilegiata, magari scavalcando quanti, stringendo i denti, l’Italia non l’hanno abbandonata”.
Puntuale, un emendamento presentato al Senato al Decreto Gelmini stabilisce che le Università potranno d’ora in poi assumere professori ordinari, associati e ricercatori che insegnano all’estero senza concorso, per chiamata diretta.
Come già nella vicenda dei dirigenti giustizia, il provvidenziale emendamento di qualche legislatore molto sensibile alle lobbies bypassa - addirittura in nome della meritocrazia - la procedura democratica del concorso pubblico, offrendo ai nostri profughi - a scapito di persone magari ugualmente meritevoli ma che non avendo fatto la loro carriera all’estero sono per definizione raccomandati e figli di baroni – un veicolo per il rientro in Italia in pompa magna.
Dopo il Brain Drain, il Brain Train, insomma… :-)

Nel frattempo, altri cervelli sono in subbuglio: al Ministero dei Beni Culturali fervono le proteste per la nomina di Mario Resca a direttore generale dei musei e dei siti archeologici. Il suo torto maggiore? Essere un supermanager della Bocconi, e quindi non far parte della confraternita degli storici dell’arte, archeologi, architetti, archivisti, che comandano al MIBAC.

Proprio vero, tra Professori e Dirigenti non può correre buon sangue ;-)

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(Sul tema leggi la mia riverita opinione in un commento sull'Economist)


Commenti

  1. Ovviamente - e su questo mi trovi invece d'accordo - il rimedio è come sempre peggiore del male, divenendo demagogico e caritatevole. Non è certo imbarcando più o meno indiscriminatamente individui, sia pur validi, sull'Exodus che si arriva con decoro al porto della ricerca.
    Se il sistema funzionasse e non fosse ipocrita, preferirebbe affidare le cattedre, tutte le cattedre, attraverso una rigorosa e severa valutazione di tutti i titoli scientifici, di concorrenti nazionali ed esteri. Questo sempre, e non solo quando scoppia ciclicamente l'allarme sulla fuga di materia cerebrale.
    Se il sistema non fosse così malato, eviterebbe perfino questo pannicello caldo, grondante ipocrisia da tutti i pori, e che alla fine dispenserà solamente altre delusioni ed altre amarezze nei confronti di chi ha abboccato. E nuovi dibattiti, nuovi interrogativi, nuove recriminazioni.
    Risultato: i giovani se ne andranno all'estero sempre più fa giovani, e l'Università (mi scuso per la maiuscola) continuerà ad essere in mano agli stessi vecchi, decrepiti potentati familiari e di ethos.
    Come si vede, l'accademica è lo specchio della società: una gerontocrazia che respinge il ricambio generazionale e culturale, nell'accademia, come in politica, come nelle classi dirigenti. E che si barrica non tanto e non solo per ragioni anagrafiche, bensì per ragioni culturali. Se la barriera fosse solo l'età, quel simpatico circoletto il cui merito è solo quello di esser nati principini ereditari di imprese da altri costruiti, autentici bamboccioni privilegiati da Circolo del Bridge che sono i cosiddetti Giovani di Confindustria, non avrebbero posizioni ancora più reazionarie di quelle dei loro padri e nonni. Basti vedere la Marcegaglia!
    Questa è l'ennesima dimostrazione di come il Sistema faccia muro contro qualsiasi innovazione, cooptando i "giovani" solo se perfettamente allineati ai valori del clan.

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  2. Governo battuto alla Commissione Esteri della Camera sul (Pdl 1966 Camera) di conversione del decreto Gelmini per l'università e la ricerca. La maggioranza è stata battuta da Pd e Idv sul parere relativo al provvedimento già approvato dal Senato. A essere contestata è la formulazione di uno dei punti fondamentali del provvedimento sul rientro dei cervelli italiane dalle università straniere (articolo 1-bis). Il testo che viene presentato è quello in discussione in Commissione come è stato modificato dal Senato della Repubblica.(10 dicembre 2008)


    DECRETO-LEGGE 10 NOVEMBRE 2008, N. 180 Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca - Testo con le modifiche del Senato

    Articolo 1-bis.

    (Disposizioni in materia di chiamata diretta e per chiara fama nelle università).

    1. Il comma 9 dell'articolo 1 della legge 4 novembre 2005, n. 230, è sostituito dai seguenti:

    «9. Nell'ambito delle relative disponibilità di bilancio, le università possono procedere alla copertura di posti di professore ordinario e associato e di ricercatore mediante chiamata diretta di studiosi stabilmente impegnati all'estero in attività di ricerca o insegnamento a livello universitario da almeno un triennio, che ricoprono una posizione accademica equipollente in istituzioni universitarie estere, ovvero che abbiano già svolto per chiamata diretta autorizzata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nell'ambito del programma di rientro dei cervelli un periodo di almeno tre anni di ricerca e di docenza nelle università italiane e conseguito risultati scientifici congrui rispetto al posto per il quale ne viene proposta la chiamata. A tali fini le università formulano specifiche proposte al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca il quale concede o rifiuta il nulla osta alla nomina previo parere del Consiglio universitario nazionale. Nell'ambito delle relative disponibilità di bilancio, le università possono altresì procedere alla copertura dei posti di professore ordinario mediante chiamata diretta di studiosi di chiara fama. A tal fine le università formulano specifiche proposte al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca il quale concede o rifiuta il nulla osta alla nomina, previo parere di una commissione, nominata dal Consiglio universitario nazionale, composta da tre professori ordinari appartenenti al settore scientifico-disciplinare in riferimento al quale è proposta la chiamata. Il rettore, con proprio decreto, dispone la nomina determinando la relativa classe di stipendio sulla base della eventuale anzianità di servizio e di valutazioni di merito.

    9-bis. Dalle disposizioni di cui al comma 9 non devono derivare nuovi oneri a carico della finanza pubblica».

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