Polo cementizio


Saggiamente il Sindaco Alemanno ha deciso che non si farà il parcheggio sotto il Pincio, una delle opere di manomissione del centro che la Giunta precedente aveva approntato senza alcuna riflessione né dibattito pubblico (vedi Ara Pacis).

Invece a Ostia, con la recinzione dell'area,
compresa tra il Canale dei Pescatori e il mare, sono cominciati i lavori per il famigerato Polo Natatorio. A nulla sono valse le proteste degli abitanti: il Comune di Roma continua a comportarsi come un esercito di occupazione. Un’area di tal pregio, vicino al mare, in una città normale dovrebbe essere assegnata o all’edilizia residenziale di qualità o al verde. Da noi no, c’è l’horror vacui: uno spazio libero viene sapientemente lasciato nell’abbandono per anni, per poter poi giustificare l’intervento di “risanamento”, che è sempre, guarda caso, la provvidenziale colata di cemento. Del resto c’è il precedente del Palazzetto del Judo, una strana architettura a forma di Cappello Borsalino verde messa ad impedire la visuale della Pineta di Castelfusano dal mare.
Il Polo Natatorio è solo un altro capitolo dello scempio urbanistico di Roma. Ma per gli scempi in Centro si mobilitano architetti ed intellettuali, per quelli in periferia c'è il massimo della tolleranza. Roma, ancora nel 2008, viene amministrata a compartimenti stagni.



Commenti

  1. Un altro servizio sulla speculazione edilizia a Roma su Report di Rai Tre del 4 maggio 2009. Si parla anche del polo natatorio di Ostia.

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  2. Corriere della Sera del 25 maggio 2009:

    NELL'AMBITO DELL'INCHIESTA IN CUI è INDAGATO IL COMMISSARIO RINALDI
    Mondiali di nuoto, piscina e palestre sequestrate al Salaria Sport Village
    L'ordine della Procura di Roma per presunti abusi
    in contrasto con il piano urbanistico

    Per ordine della Procura di Roma, i vigili della Polizia Giudiziaria del Comune hanno posto sotto sequestro alcuni impianti del centro «Salaria Sport Village» destinati a ospitare i prossimi mondiali di nuoto.

    PRESUNTI ABUSI - Il sequestro, disposto dal Gip Donatella Pavone, su richiesta del Pubblico Ministero Sergio Colaiocco riguarda una parte delle strutture ed è stato disposto per presunti abusi che contrastano con il piano urbanistico della capitale. Fra le strutture poste sotto sequestro i luoghi destinati a ospitare atleti e delegazioni, nonchè una piscina destinata a parte delle gare. Nell'ambito dell'indagine, tempo fa, è stato iscritto nel registro degli indagati l'ing. Claudio Rinaldi, commissario straordinario dei mondiali di nuoto e domani è previsto un altro interrogatorio, a Palazzo di Giustizia, quello del sottosegretario alla Protezione Civile, Guido Bertolaso, che è stato componente della commissione che ha nominato appunto il commissario straordinario per i mondiali di nuoto.

    LE DECISIONI - Il presidente della Federnuoto Paolo Barelli, ha dato al segretario generale della federazione, Antonello Panza, «funzioni di coordinamento e operative al fine di garantire che le attività del comitato organizzatore si svolgano in modo sinergico e armonioso». Barelli ha tenuto a precisare che questo avviene «come concordato con il sindaco Gianni Alemanno» e ha manifestato soddisfazione per «l'esigenza rilevata dal sindaco di ribadire alla presidenza del Comitato organizzatore la necessità di adottare comportamenti volti al rispetto della Federazione italiana nuoto, indispensabile con tutte le sue componenti per l'organizzazione dell'evento iridato»: in altre parole una specie di commissariamento del comitato organizzatore.

    LA REAZIONE - Nessun commento da Giovanni Malagò, presidente del comitato, al momento di lasciare il Coni, dove ha partecipato alla Giunta, per andare in Campidoglio al consiglio comunale straordinario sui Mondiali. «I miei rapporti con Barelli? Sono obbligati. Ma non ne parlo, non faccio dichiarazioni. Ho preso questa linea e se dovessi parlare lo farei solo davanti a tutti. Panza? No, per me è il segretario della Federnuoto e ha già delle deleghe. Di qualunque cosa comunque si dovrebbe parlare con il sindaco e in sede di CdA del comitato». Sul sequestro da parte dell'autorità giudiziaria, stamattina, del Salaria Sport Village, impianto collaterale ai Mondiali sul quale c'è un'inchiesta, Malagò ha dichiarato: «Non posso entrare nella testa di chi ha disposto il provvedimento. Immagino che chi ha costruito l'impianto avesse le autorizzazioni e le deleghe che doveva avere, concesse da chi poteva concederle».

    IL PRESIDENTE DEL CONI - «Ho parlato con il sindaco Alemanno, che sta facendo bene. Ho fiducia nel suo operato: sta lavorando bene a Roma e ha a cuore i Mondiali di nuoto». Il presidente del Coni Gianni Petrucci entra nel merito lodando il lavoro di «cucitura» del sindaco Alemanno tra personalità forti come il presidente della Fin Paolo Barelli ed il presidente del Comitato Organizzatore Giovanni Malagò. «Ritengo che il problema si possa risolvere - ha detto Petrucci al termine della Giunta Nazionale di oggi - Malagò, a livello organizzativo, sta facendo un lavoro straordinario. La linea Alemanno è premiante: c'è lo sport italiano in ballo, nessuno deve rammaricarsi se parla il presidente del Coni».
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  3. IL POLO NATATORIO DI MILLE METRI QUADRATI REALIZZATO SUL LUNGOMARE
    Ostia, chiuse le piscine dei Mondiali
    Ci nuotano solo gli atleti
    Il mega impianto trasformato in un centro federale dove si allenano le nazionali. I cittadini: erano per noi

    OSTIA (Roma) - Alemanno lo aveva definito un «grande regalo» per i cittadini di Ostia. E lo aveva fatto proprio nel giorno dell'inaugurazione del polo natatorio del Lungomare Duilio, in risposta a chi lo aveva accolto con cartelli e contestazioni. Ma i cittadini quel regalo non solo non l'hanno mai ricevuto, non hanno neanche potuto scartarlo e non sanno se sia realmente destinato a loro.

    La confezione senza dubbio colpisce: mille metri quadrati, due piscine coperte (da 33 e da 21 metri) e una olimpica (50 metri) all'aperto, 1.500 posti in tribuna e centinaia di parcheggi, una palestra e diversi spogliatoi, un bar e una mensa, sala tv e zona uffici, una sala conferenze e 80 stanze nella foresteria. Ma il contenuto nasconde una brutta sorpresa: ovvero il polo natatorio si è trasformato in un centro federale, come quello di Verona, dove si alleneranno le nazionali italiane e dove si disputeranno le competizioni di un certo livello.

    «E così a noi rimarrà solo lo scempio costruito abusivamente a meno di 200 metri dal mare, a dispetto di quanto prevede la legge, senza neanche poterne usufruire», tuonano cittadini e comitati nati ad hoc. «Sì, Ostia sarà un centro federale - è la replica del commissario straordinario Claudio Rinaldi - ma non rimarrà chiusa al pubblico. Si troverà il modo di conciliare le diverse esigenze». Resta il dato di fatto, che poi è quello che interessa ai cittadini, che a Mondiali ormai conclusi da oltre un mese nessuno ha potuto ancora mettere piede in quelle vasche. «E non solo - racconta Paula De Jesus, vice presidente del comitato civico Entroterra 13 - non possiamo usufruirne neanche la sera, mentre qualcun altro sì». A cosa si riferisce? «A una serata organizzata dal Consorzio turistico litorale romano, dalla Fin e dall'assessorato comunale al Commercio, inserita nel calendario dell'Estate romana. Una serata in cui c'erano Luisa Corna e Umberto Tozzi, ma noi cittadini non potevamo entrare perché, ci è stato detto, era una festa privata». Stavolta la replica è affidata a Renato Papagni, presidente del Consorzio. «Si trattava di una serata in parte ad invito, ma chi voleva poteva entrare, fino al raggiungimento della capienza massima. È per ragioni di sicurezza. Si vede che alcune persone sono arrivate dopo le 2 mila che hanno trovato posto sugli spalti e quindi l'accesso gli è stato negato».

    «Strano - stavolta è Andrea, di Entroterra che parla - il collaudo statico parla di 939 posti sulle tribune, e non di 2.000». E proprio i collaudi sono un altro pomo della discordia nel polo natatorio di Ostia. «Nonostante non ci siano tutte le autorizzazioni necessarie - affermano dal comitato - come ad esempio per gli impianti meccanici, la struttura è stata aperta per i Mondiali, per i campionati under 15 di pallanuoto a metà settembre e in questi giorni per la seconda fase di Coppa Italia di pallanuoto maschile. E se succede qualcosa? Chi certifica che si può utilizzare?». «Quello che manca al momento è il collaudo tecnico-amministrativo finale, che verrà fatto alla fine di tutti i lavori, anche di quelli della foresteria - conclude Rinaldi -. Ci sono invece dei certificati tecnici provvisori. Il che non vuol dire che l'impianto non si possa utilizzare».
    Clarida Salvatori

    Corriere della Sera 28 settembre 2009

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  4. Piscine mondiali a Ostia, ancora polemiche
    Il Campidoglio le affitta a 1.800 euro
    La Repubblica 18/2/2010

    La prima battaglia sulle macerie del polo acquatico di Ostia - tre piscine di cui una olimpionica open e due al coperto, 79 stanze di foresteria di cui solo dieci costruite, un costo fin qui di 30 milioni di euro contro i 9 previsti nel 2007, nessuna attività pubblica ad oggi organizzata all´interno - l´ha vinta la Federazione italiana nuoto guidata dal senatore del Pdl, Paolo Barelli. Che può passare a gestire la struttura pagando un "canone sociale" da 1.830 euro il mese.

    Una prima sentenza del tribunale civile di Ostia gli ha appena consegnato le chiavi dell´impianto mentre la seconda udienza, che avrebbe dovuto portare a sentenza la questione, è andata deserta per assenza del giudice. Il commissario straordinario della defunta "Roma 2009", poi, nei primi giorni di gennaio ha ribadito l´assegnazione alla Fin. Gli ex An anti-Barelli, tra cui il presidente della commissione Sport del Comune, Federico Mollicone, devono abbassare la guardia rispetto al futuro dell´impianto pubblico. «A fine mese contiamo di aprire la struttura», assicura adesso il presidente-senatore. Ma è solo l´ultima data di questi "mondiali di nuoto" che non hanno - prima, durante e dopo l´evento - rispettato nulla.

    Aprire il polo di Ostia per farne che? E a che prezzi? Si scopre, appunto, che la Federnuoto dallo scorso 21 settembre, ben prima del contenzioso aperto per la gestione dell´impianto, ha ottenuto dal Comune dell´amico Alemanno il "canone sociale", che garantisce un abbattimento del 90 per cento dell´affitto di mercato. Con questo ipersconto la Fin può pagare per le tre vasche di Ostia solo 22 mila euro l´anno, 1.830 euro il mese. Una locazione stracciata tenendo conto dei costi dell´opera (per la quale la Fin non ha sborsato un euro nonostante le indicazioni della delibera 85) e dei suoi volumi (il polo si allarga su quasi 5 ettari di territorio). A carico del gestore ci sono, va detto, i costi delle utenze, tra cui l´oneroso riscaldamento.

    Il Cogisco, l´ente che raduna i gestori degli impianti sportivi comunali, definisce l´affitto del polo di Ostia «decisamente basso» e fa notare come sia difficile tenere insieme - nello stesso impianto - un´attività federale di alto livello (allenamenti e gare per le nazionali di pallanuoto e nuoto sincronizzato) e la gestione sociale, che giustifica, appunto, il canone abbattuto. «Assicuro che i costi delle piscine non saranno facilmente sostenibili», dice Barelli. Di certo, il regolamento comunale lo obbliga, ora, a dare l´impianto gratis per venti giorni l´anno al XIII Municipio e ad organizzare corsi nuoto a tariffe comunali, in media 48 euro il mese.

    Restano irrisolte tre questioni: il regolamento comunale prevede l´assegnazione a una realtà privata (quale è la Federnuoto) di un solo impianto pubblico mentre la Fin si candida a gestire anche Valco San Paolo e Pietralata. Tutte e tre le strutture, sei mesi dopo la fine dei mondiali di nuoto, sono chiuse. E c´è un costruttore, ad Ostia, che ha fin qui affrontato spese vive per 9 milioni di euro e non sa se sarà pagato.

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