Aspettando i fenomeni...


Formare e valorizzare mille giovani italiani per inserirli nella pubblica amministrazione: questo l’obiettivo del programma “Mille Talenti” pensato in collaborazione tra il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, e il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, l’on. Renato Brunetta. La realizzazione di questo progetto, come racconta il Ministro delle Politiche Giovanili in una intervista a “il Mondo” pubblicata il 5 settembre, fa parte di una serie di provvedimenti che vogliono offrire ai giovani “una marcia in più per affacciarsi nel mondo del lavoro.”

Il motore propulsore di “Mille Talenti” è un libro di Roger Abravanel dal titolo “Meritocrazia”, dove l’autore indaga il fenomeno in contrapposizione al “mal di merito”, una piaga purtroppo molto diffusa nella nostra società. Secondo Abravanel, proprio l’assenza di merito In Italia si sta abbattendo sempre più prepotentemente, non solo sulla sua società, ma anche sulla sua economia. L’autore, però, non dispera e vede ancora nel futuro del nostro Paese una flebile speranza di meritocrazia.

Per dare consistenza a questa speranza è stato creato il piano “Mille Talenti”, che sarà strutturato in diversi programmi, coordinati tra loro con la selezione progressiva dei migliori dieci, cento e mille giovani laureati del Paese, attraverso un test nazionale. In questo modo si sceglieranno i tre gruppi di ragazzi a cui verranno affidati borse di studio, un’ottima formazione nel settore e, cosa più importante, la prospettiva di una carriera adeguata, ad esempio nelle amministrazioni centrali e periferiche, sia nazionale che internazionali.

Infine il Consiglio dei Ministri potrà creare con i dirigenti selezionati una propria task force di talenti per affrontare le situazioni di emergenza; Si tratta della cosiddetta Delivery Unit sperimentata con successo in diverse nazioni europee. Tutto questo, però, non vuole mettere in ombra le potenzialità della nostra Scuola di Pubblica Amministrazione, ricorda Giorgia Meloni a “il Mondo”, ma soltanto riconoscere la difficoltà della struttura a rapportarsi con le nuove generazioni.


Questa cosa dei mille giovanotti con la bacchetta magica che fanno la task force riciccia ogni tanto ed è bipartisan: era nel programma di Prodi, ma il primo a tirarla fuori fu il Ministro Stanca a Taormina.

Mi piacerebbe sapere che differenza c’è tra un “test nazionale” e il caro vecchio concorso; chi dovrebbe fare l’”ottima formazione”, se – bontà del Ministro Meloni - la SSPA ‘non è per nulla inadeguata’; perché dopo aver fatto la suddetta scuola nessuno offre a noi ‘possibilità di avanzamento veloce di carriera’…

Insomma, ogni tanto qualcuno reinventa la SSPA, ma senza sapere che esiste già, un po' come Archimede Pitagorico quando ha la brillante idea di inventare il frigorifero dimenticandosi di averne già uno in casa…

Almeno il Ministro Brunetta, venuto a inaugurare il Quarto Corso, poteva avvertirla.

Attendo curioso di vedere all’opera una fucina capace di sfornare in un botto mille talenti, quando finora i giovani dirigenti partoriti dalla SSPA in dieci anni, compresi quelli in via di formazione, sono poco meno di cinquecento. Ma onestamente non vorrei passare da “giovane dirigente incompreso” a gerontocrate in un botto solo.

Che dite, c’è da offendersi o da prenderla a ridere?

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