Ma Obama non è una colomba

In Europa il mito e la moda di Barack Obama fanno ormai premio sulla valutazione razionale della sua strategia politica. Del resto egli si richiama esplicitamente ad un altro molto mitizzato presidente degli Stati Uniti, Kennedy, ricordato come un sognatore quando fu un fervente militarista. La grande accoglienza che ha ricevuto a Berlino ha il pregio se non altro di segnalare la voglia degli Europei di sanare la frattura transatlantica. E certo è una interessante novità che un candidato presidente vada all'estero durante la campagna elettorale, a riscuotere i consensi dei futuri alleati. Ma gli osservatori più acuti segnalano di non farsi troppe illusioni. Il mio amico Germano ha rilasciato una lunga intervista all'Associated Press, rilanciata da centinaia di giornali:

Concerns in Europe despite Obama's warm welcome

By MATT MOORE – 21 hours ago
BERLIN (AP) — The warm welcome that washed over Barack Obama during his Berlin appearance Thursday made it abundantly clear that Europeans have a strong desire to heal the trans-Atlantic rift and the Democratic president candidate is a good choice for the job. Obama headed on to France and Britain, where he also was expected to be welcomed warmly, but perhaps by not as many people as the 200,000-plus who jammed a rally in the German capital to cheer his calls for change. His hailing of America's long partnership with its Western allies was well received. But analysts said some parts of Obama's message may not go down well here, particularly his warning that "Americans and Europeans alike will be required to do more — not less" on security. […]
Germano Dottori, an analyst at Rome's Center for Strategic Studies, said Obama's call for a greater commitment in Afghanistan may be difficult to swallow for many in Europe, particularly Germany. "He went on German turf and asked for more troops in Afghanistan and for support in the fight against terrorism," Dottori said. "This will probably create some embarrassment, especially among Europe's progressive forces, which already consider Obama a symbol." Obama's speech shows that he "has no intention of demilitarizing American foreign policy and many European countries will have to take that into consideration," Dottori said. It was clear from Obama's warm reception in Berlin that many Europeans have high hopes for him, especially here in a country that has never forgotten U.S. efforts to rebuild Europe after World War II.
PS: Si inaugura oggi a Londra l'evento cultuale dell'anno, la grande mostra su Adriano. Sono malizioso se sospetto che tanto onore tributato alla memoria di un imperatore che frenò la grande spinta imperialista di Traiano, e che si ritirò dall'odierno Iraq, contenga un implicito suggerimento ai governanti di oggi?


Commenti

  1. Mi sembrano emersi due elementi di novità rilevanti, ancorchè seminascosti dai temi retorici su cui si è subito soffermata la stampa.
    Il primo: a casa dei tedeschi, ha detto a chiare lettere che ci vogliono più soldati europei in Afghanistan. Pensa come l'ha presa la sinistra locale. Il secondo: l'Iran non deve arrivare al nucleare.
    Io comincio a pensare che la differenza tra Obama e McCain sia ormai minima. E' sull'Iraq, certamente, che però non è più un'emergenza. Una volta al potere anche McCain ne prenderebbe atto, tanto più che lo sta facendo Bush. E per noi non sarebbe male, perchè abbiamo disinvestito in Iraq ed investito fortemente in Afghanistan.
    Molti qui pensano che Barack sia una colomba, mentre invece è più aggressivo ed ha in più il carisma per guidare l'Occidente dove vuole.
    I muri da abbattere sono un artificio retorico. Dopotutto, li si può buttar giù anche con la dinamite....

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