C'era una volta la Rana Pomerana

Secondo una ricerca fatta dal «Global Amphibian Assessment» - un progetto che coinvolge 600 scienziati di 60 nazioni, che studiano (c'è chi ha tempo da perdere!) lo stato delle 5.918 specie di rane conosciute - un terzo delle rane, dei rospi e delle salamandre presenti in tutto il mondo è minacciato dall'aumento delle temperature. Esse sono le specie più a rischio del prossimo decennio. In particolare sono scomparsi già due terzi delle 110 specie di rane arlecchino tipiche dell’America centrale.

Sono sempre stato affascinato dalle rane: sono animali femminili per eccellenza. Il loro essere anfibie, la loro capacità di vivere contemporaneamente più contesti, mi sembrano una perfetta metafora dell’ambivalenza e dell’ambiguità, dell’umana incapacità di scegliere, e della voglia ricorrente di mantenere il piede in due staffe, di avere tutto e il contrario di tutto. La rana è qui ed altrove, adultera e sfuggente per natura.

Fedro, invece, ne fece un simbolo di vanità, presunzione ed arroganza, narrando la favola della rana che scoppia a furia di darsi arie. Così pure Emily Dickinson, che in una poesia parla di una rana che passa tutto il mese di giugno a ripetere il suo nome a una pozzanghera che sta ad ascoltarla.

Presuntuosa od opportunista che sia, la rana merita comunque di sopravvivere, povera bestia: ho assistito personalmente alla misera fine dell’ultimo esemplare di Rana Pomerana (una specie del genere “Rana Dottrinaria”), finita ingloriosamente in un ‘puf’ come una bolla di sapone, e posso testimoniare che fu un ben triste spettacolo. Non posso dunque che appoggiare il lavoro di codesti meritori scienziati per la salvaguardia dello stolido batrace, e unire il mio grido al loro:

Salvate la rana!

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Vedi anche:
Per amore di una rana…



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