Facciamo outing !
Che strano. Viviamo in un mondo che si vuole moderno ed emancipato, nella sfera sessuale. L’omosessualità maschile è tranquillamente accettata. Il saffismo è addirittura chic. Le signore menano vanto delle loro 'one night stands' con uomini di passaggio. Il sesso anale ha oltrepassato l’angusto recinto delle scuole cattoliche (un pensiero alle nostre compagne di cui si diceva che erano “vergini davanti e martiri didietro”) per diventare fenomeno di massa. Solo verso una pratica erotica resiste ancora un ingiusto ostracismo: la masturbazione.
Santa Romana Chiesa non sospetterà mai quanti giovani adepti si sia persa per strada, condannando aspramente (e in modo piuttosto inverosimile) questa pratica del tutto innocente. Un adolescente esuberante comincia presto a scocciarsi di confessare questo peccatuccio, che ha la sola aggravante della recidiva compulsiva: la frequenza ai sacramenti così ne risente, e poi si dirada fino ad estinguersi.
Eppure, sorprendentemente, non è stato l’oscurantismo clericale a decretare la condanna del vizio di Onan: come rivela il prezioso e documentato libretto dell’importante sessuologo ed antropologo francese Philippe Brenot, “Elogio della Masturbazione”, fu invece proprio il Settecento libertino ed illuminista ad inventare il tabù dell'autoerotismo. Immanuel Kant parlava di «follia morale» che porta al «suicidio», e i grandi intellettuali francesi, Jean-Jacques Rousseau in testa, consideravano la masturbazione un abominio. L'Encyclopédie sottoscriveva in toto le opinioni del medico ginevrino David Tissot, il padre di tutta la pseudoscienza antimasturbatoria, che, nel suo trattato del 1760, “L'onanisme”, ne descriveva a tinte fosche gli effetti: impazzimento, cecità e morte tra atroci spasmi. Un mucchio di balle, che sono state prese sul serio per oltre due secoli, influenzando persino il pensiero di Freud, che ne parlava come di una 'fissazione infantile'.
Così, a dispetto del brillante epitaffio di Woody Allen per cui “la masturbazione è il sesso con qualcuno che si ama davvero”, l’argomento è ancora discretamente tabù. Gli è che Woody Allen non è Brad Pitt: “farsi pippe” non è reato, ma non è nemmeno fico. Non ancora, almeno.
Occorrerebbe riconoscere che questa onesta ed innocente abitudine ha i suoi vantaggi: se è vera la Quarta Legge di Farber ("La necessita’ procura strani compagni di letto"), allentare la pressione ha il merito di evitarci brutti e spiacevoli incontri. Dunque essa va finalmente sdoganata, e per questo è bene che qualcuno getti coraggiosamente la maschera e faccia outing.
Mi incarico volentieri di questo compito: proclamo dunque davanti a tutti, all’universo mondo, ed anche a voi, mie gentili e graziose amiche, che io – sì, proprio io - mi faccio le p… le p… le pfffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff.......
Sì, insomma, avete capito... ;-)
Santa Romana Chiesa non sospetterà mai quanti giovani adepti si sia persa per strada, condannando aspramente (e in modo piuttosto inverosimile) questa pratica del tutto innocente. Un adolescente esuberante comincia presto a scocciarsi di confessare questo peccatuccio, che ha la sola aggravante della recidiva compulsiva: la frequenza ai sacramenti così ne risente, e poi si dirada fino ad estinguersi.
Eppure, sorprendentemente, non è stato l’oscurantismo clericale a decretare la condanna del vizio di Onan: come rivela il prezioso e documentato libretto dell’importante sessuologo ed antropologo francese Philippe Brenot, “Elogio della Masturbazione”, fu invece proprio il Settecento libertino ed illuminista ad inventare il tabù dell'autoerotismo. Immanuel Kant parlava di «follia morale» che porta al «suicidio», e i grandi intellettuali francesi, Jean-Jacques Rousseau in testa, consideravano la masturbazione un abominio. L'Encyclopédie sottoscriveva in toto le opinioni del medico ginevrino David Tissot, il padre di tutta la pseudoscienza antimasturbatoria, che, nel suo trattato del 1760, “L'onanisme”, ne descriveva a tinte fosche gli effetti: impazzimento, cecità e morte tra atroci spasmi. Un mucchio di balle, che sono state prese sul serio per oltre due secoli, influenzando persino il pensiero di Freud, che ne parlava come di una 'fissazione infantile'.
Così, a dispetto del brillante epitaffio di Woody Allen per cui “la masturbazione è il sesso con qualcuno che si ama davvero”, l’argomento è ancora discretamente tabù. Gli è che Woody Allen non è Brad Pitt: “farsi pippe” non è reato, ma non è nemmeno fico. Non ancora, almeno.
Occorrerebbe riconoscere che questa onesta ed innocente abitudine ha i suoi vantaggi: se è vera la Quarta Legge di Farber ("La necessita’ procura strani compagni di letto"), allentare la pressione ha il merito di evitarci brutti e spiacevoli incontri. Dunque essa va finalmente sdoganata, e per questo è bene che qualcuno getti coraggiosamente la maschera e faccia outing.
Mi incarico volentieri di questo compito: proclamo dunque davanti a tutti, all’universo mondo, ed anche a voi, mie gentili e graziose amiche, che io – sì, proprio io - mi faccio le p… le p… le pfffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff.......
Sì, insomma, avete capito... ;-)
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