Punti... di vista
Era più introvabile di Osama bin Laden, ma adesso, fortunatamente, è stato individuato e fotografato: il mitico punto G, il Sacro Graal del piacere, il bottone che accende l’orgasmo e promette di far impazzire tutte le donne. Non tutte, per la verità: apparentemente alcune lo hanno ed alcune no. Il che è un mistero nel mistero: perché Madre natura - così equanime da dare a tutti due occhi, un naso, una bocca (ma sul cervello non sono sicuro), e così generosa da regalare un paio di superflui capezzoli anche agli uomini – avrebbe negato questo favoloso dono ad alcune sue figlie?
La scoperta crea improvvisamente una classe di meteci, donne di serie B, esteriormente indistinguibili dalle altre, che non proveranno mai le gioie più profonde. Vogliamo scommettere che il futuro gioco di società sarà correre a farsi fare una bella ecografia vaginale, che le signore potranno esporre trionfalmente in camera da letto, per provare di essere tra le elette?
L’autore della pseudo scoperta è il prof Emmanuele Jannini, Docente di Sessuologia Medica dell'università de L'Aquila. Che è, guarda caso, lo stesso autore dell’esilarante teoria secondo cui a letto l’uomo dovrebbe subire la sfida di donne sempre più mascoline nei comportamenti.
Studiosi come costui continuano a propalare strampalate teorie figlie di un sorpassato pansessualismo freudiano, che pretendono di ridurre la sessualità a mera meccanica, senza considerzione per la sfera del sentimento e della relazione con l’altro sesso. Cosa di meglio allora, che immaginare un miracoloso interruttore del piacere, che se toccato illumina e accende tutto? Che comodità, per le femministe castratrici di tutto il pianeta, poter sostenere che il piacere possa essere ottenuto anche senza il contributo di un uomo. E che consolazione, per le donne anaffettive dal cuore gelido, potersi giustificare con la mancanza incolpevole di un requisito indispensabile.
Alla fine è solo questione di un pezzo di carne? Molti uomini lo pensavano già, adesso lo potranno credere anche tante donne. È una conquista anche questa, sul cammino della parità, in fondo.
No grazie: per parte mia continuerò a pensare che l’unico organo sessuale che conta, e che garantisce il successo di una relazione, è un cuore colmo e generoso. E non saranno certo professori, o professoresse, a riscaldarmelo.
La scoperta crea improvvisamente una classe di meteci, donne di serie B, esteriormente indistinguibili dalle altre, che non proveranno mai le gioie più profonde. Vogliamo scommettere che il futuro gioco di società sarà correre a farsi fare una bella ecografia vaginale, che le signore potranno esporre trionfalmente in camera da letto, per provare di essere tra le elette?
L’autore della pseudo scoperta è il prof Emmanuele Jannini, Docente di Sessuologia Medica dell'università de L'Aquila. Che è, guarda caso, lo stesso autore dell’esilarante teoria secondo cui a letto l’uomo dovrebbe subire la sfida di donne sempre più mascoline nei comportamenti.
Studiosi come costui continuano a propalare strampalate teorie figlie di un sorpassato pansessualismo freudiano, che pretendono di ridurre la sessualità a mera meccanica, senza considerzione per la sfera del sentimento e della relazione con l’altro sesso. Cosa di meglio allora, che immaginare un miracoloso interruttore del piacere, che se toccato illumina e accende tutto? Che comodità, per le femministe castratrici di tutto il pianeta, poter sostenere che il piacere possa essere ottenuto anche senza il contributo di un uomo. E che consolazione, per le donne anaffettive dal cuore gelido, potersi giustificare con la mancanza incolpevole di un requisito indispensabile.
Alla fine è solo questione di un pezzo di carne? Molti uomini lo pensavano già, adesso lo potranno credere anche tante donne. È una conquista anche questa, sul cammino della parità, in fondo.
No grazie: per parte mia continuerò a pensare che l’unico organo sessuale che conta, e che garantisce il successo di una relazione, è un cuore colmo e generoso. E non saranno certo professori, o professoresse, a riscaldarmelo.
Qualche anno dopo, è lo stesso prof. Jannini a smentirsi. Un nome, una garanzia.
RispondiEliminahttp://tinyurl.com/o5qgvy3
Il punto G? Non esiste
L’area del piacere molto più estesa
Studiosi italiani disegnano una «mappa intima» battezzata Cuv che include tessuti, muscoli, ghiandole e utero
di Mario Pappagallo
Il punto G non esiste. Già ipotizzato in diversi studi la conferma arriva dagli studiosi italiani dell’università dell’Aquila e di Tor Vergata che, in una corposa rassegna svolta con colleghi francesi e messicani pubblicata su Nature Urology, non solo smentiscono definitivamente l’esistenza di un particolare punto del corpo femminile fulcro del piacere sessuale ma individuano l’esistenza di una area molto più estesa e complessa che permette il verificarsi dell’orgasmo.
La mappa del piacere
I ricercatori disegnano quindi una sorta di mappa intima battezzata Cuv (complesso clitoro-uretro-vaginale), che include tessuti, muscoli, ghiandole e utero. E sostengono quindi che le aree intime femminili non sono affatto tessuti passivi, ma strutture altamente dinamiche e sensibili tanto che gli autori dello studio stigmatizzano ginecologi e chirurghi che tagliano e cuciono senza rispetto, maltrattando questa area anatomica così sensibile. «La vagina è un tessuto attivo e sessualmente importante che va rispettato», precisa Emmanuele A. Jannini, endocrinologo e sessuologo all’università de L’Aquila che ha coordinato lo studio. Jannini è da anni un attento studioso della sessualità anche maschile. Non solo dal punto di vista endocrinologico, ma anche antropologico.
26 agosto 2014 | 14:37