Leoni senza le palle

1) In Svezia, il Nordic Battlegroup della nuova forza di reazione rapida europea - 2.400 militari di cui 2.000 svedesi, 221 finlandesi, 150 norvegesi, 80 irlandesi e 45 estoni - che fa parte dei 18 battaglioni che rappresentano la forza di proiezione dell'Unione Europea in aree di crisi diventerà operativo il 1˚ gennaio, ma ha già subito una perdita. In segno di rispetto per le 108 soldatesse che ne fanno parte, il generale svedese che comanda il gruppo, Karl Engelbrektson, ha deciso che il leone in campo blu del suo stemma araldico non abbia attributi sessuali, “perché in Svezia siamo sensibili al problema della eguaglianza dei generi".

2) “
Via la croce rossa in campo bianco dall’emblema del Barça: per farsi accettare in Arabia Saudita e in altri paesi islamici, come l'Algeria, maglie, bandiere e gagliardetti della squadra di calcio di Ronaldiñho sono state ritoccate per non «urtare la sensibilità religiosa» dei non pochi tifosi mediorientali. La croce di Sant Jordi, il San Giorgio catalano, protettore degli innamorati, risulta insopportabilmente odiosa agli occhi musulmani”
In queste due notiziole sulla stampa odierna - mentre già circolano i primi auguri per “Season’s greetings”, per evitare ogni riferimento al Natale cristiano - c’è tutta l’essenza demenziale della sindrome del “politicamente corretto” che sta invadendo l'Europa: la rinuncia, spontanea ed autocastratoria, ai propri elementi distintivi ed identitari. Bisogna vergognarsi di essere cristiani, o maschi, o chissà cos'altro. Bisogna piegarsi alle suscettibilità altrui, annullare le differenze.

No grazie. Alla fine l’unico evidente risultato di questi sforzi è solo quello di rendersi ridicoli e poco credibili. Come un gruppo di combattimento che si dà per emblema un leone senza le palle.


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