Chiamatemi Cav.
Oggi, 27 Dicembre, anniversario della promulgazione della Costituzione, su proposta del Ministro della Giustizia, il Presidente della Repubblica mi ha insignito dell'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Da uomo moderno suppongo che dovrei accogliere la cosa col dovuto scetticismo e con ironia: infatti vado dicendo, per celia, che "Cav." è, in realtà, date le mie tendenze alcoliche, l'abbreviazione di "cavatappi".
D'accordo: queste cose non vanno più di moda, si tratta di un'onorificenza inflazionata, e comunque non esistono più molte occasioni formali per indossare le insegne.
Però… la decorazione viene conferita "per distinti servizi nelle amministrazioni civili dello Stato", e le espressioni usate nella lettera di proposta al Capo dello Stato da parte della mia amministrazione sono molto lusinghiere.
Non credo di aver guadagnato grandi meriti verso la Repubblica, se non aver cercato di fare bene il mio lavoro, e di motivare gli altri a fare altrettanto.
Con una modestia che generalmente non è nelle mie corde, vorrei dire: “non ne sono degno”. Ma ne sono molto, molto onorato.
Grazie, signor Presidente.
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Vedi il sito della Presidenza della Repubblica.
Da uomo moderno suppongo che dovrei accogliere la cosa col dovuto scetticismo e con ironia: infatti vado dicendo, per celia, che "Cav." è, in realtà, date le mie tendenze alcoliche, l'abbreviazione di "cavatappi".
D'accordo: queste cose non vanno più di moda, si tratta di un'onorificenza inflazionata, e comunque non esistono più molte occasioni formali per indossare le insegne.
Però… la decorazione viene conferita "per distinti servizi nelle amministrazioni civili dello Stato", e le espressioni usate nella lettera di proposta al Capo dello Stato da parte della mia amministrazione sono molto lusinghiere.
Non credo di aver guadagnato grandi meriti verso la Repubblica, se non aver cercato di fare bene il mio lavoro, e di motivare gli altri a fare altrettanto.
Con una modestia che generalmente non è nelle mie corde, vorrei dire: “non ne sono degno”. Ma ne sono molto, molto onorato.
Grazie, signor Presidente.
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