Liberato Libéra







Uno dei grandi misteri dolorosi dell'urbanistica romana è l'ingrata fine che ha fatto Ostia. In un paese normale, il quartiere marittimo della Capitale sarebbe il più curato e il meglio abitato. Ma Ostia è rapidamente degradata in suburbio periferico, con angoli di autentico degrado.
Sul lungomare Duilio, in mezzo a una marmellata di palazzine in stile brutalista anni '60, si possono però ancora trovare indizi di come il quartiere avrebbe potuto crescere, con una committenza più lungimirante e una borghesia meno provinciale. Sono stati di recente restaurati i due villini costruiti da Adalberto Libéra in stile razionalista nel 1935, all'esito di un concorso bandito dalla Società Immobiliare Tirrena, cui parteciparono le star dell'architettura dell'epoca, De Renzi, Monaco e Ridolfi in primis.

I due villini sono stati liberati dai rivestimenti in cortina di mattoni ocra e marrone che li aduggiavano (ma resistono alcuni lampioncini che testimoniano dell'imperterrito cattivo gusto degli inquilini), e ridipinti in un bel colore bianco e azzurro marino, fedele al progetto originale.
Più arretrati, sul Viale della Vittoria, attendono uguale attenzione altri due edifici gemelli di Libéra, sfigurati da superfetazioni abusive nel colpevole disinteresse della Sovrintendenza, che a Roma non ha mai curato abbastanza l'Architettura moderna: si veda sul punto l'infame destino riservato alle Torri delle Finanze di Cesare Ligini all'EUR.

Commenti

  1. Ti stupirà scoprire che anche per me queste palazzine sono fantastiche. Amo questa tipo di architettura e ad Ostia se ne trovano disseminativari esempi. Ragione in più per apprezzarla ancora di più.

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