Partecipare bisogna

Caro Carlo… se il mio spirito critico mi porta talora a discordare da te, debbo accettare questa necessità a cui non trovo rimedio; ma non confondo l’una e l’altra sfera delle relazioni con te, come usa la gente volgare, che fa interferire l’una nell’altra. Quanto alla mia appartenenza a un partito del quale sono diventato capo dichiarato, stimo che ogni cittadino debba ascriversi a un partito, a quello che meglio risponde o è più affine ai suoi ideali, da capo o da gregario, perché ciò richiedono l’ordinata vita politica e morale, e la lealtà della lotta. Essere superiore ai partiti? Ma ogni uomo che si rispetti è, nel fatto, sempre superiore, perché non rinunzia al suo pensiero e alla sua coerenza morale, e un partito non è una setta o una mafia e consente il dissenso e l’opposizione, e anche in certi casi ammette il diritto e il dovere dell’uscita dal Partito. Ai miei compagni liberali ebbi occasione di dire: non vi dolete se io, sempre che ciò creda utile al nostro paese, propongo e sostengo persone di diverso partito per ufficii nei quali penso che possano far meglio di altri. Non potrei condurmi diversamente.

Da una lettera di Benedetto Croce a Carlo Sforza,
Sorrento 20 luglio 1944


Era un'altra Italia, sembra un altro mondo....


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