Il rosso le dona



Ieri un tizio ha versato dentro Fontana di Trevi un bidone di colorante rosso. Lo confesso: a me piace molto di più così. Sia a causa della mia predilezione per quel colore, sia perché non sono affetto da smanie conservazioniste. Dal momento che non ci sono stati danni permanenti, lasciatemi dire che apprezzo la provocazione. Gli scempi a Roma semmai sono altri: il turismo di massa, il traffico, la monnezza, i graffiti onnipresenti. E soprattutto, l'incuria di chi dovrebbe proteggere e custodire questa città, ma ha evidentemente la testa altrove: i poliziotti a rimorchiare le turiste, il sindaco alla sua carriera politica prossima ventura. Allora, non lamentiamoci di qualche occasionale barbaro: come insegna quella poesia di Kavafis, i barbari sono comunque "una soluzione".

Commenti

  1. 27 aprile 2009
    (l'ennesima dimostrazione che non siamo un paese serio)

    BLITZ ARTISTICO
    Gettò palline colorate a Piazza di Spagna,
    condannato a otto mesi di reclusione
    L'autore del gesto Graziano Cecchini
    la definì una «rappresentazione di pop art»

    Otto mesi di reclusione per essere stato l'organizzatore della di pop-art che il 16 gennaio 2008 vide 500 mila palline di plastica colorare la scalinata di Trinità dei Monti, a Roma. È la condanna che il giudice monocratico della capitale, Tiziana Gualtieri, a conclusione del rito abbreviato, ha inflitto a Graziano Cecchini, che in precedeenza aveva tinto di rosso la Fontana di Trevi. Condanna a quattro mesi di reclusione per Daniele Pinti, ritenuto partecipante ma non organizzatore dell'iniziativa; assoluzione, con la formula «per non aver commesso il fatto» per Michael Rosselli. Per tutti, l'accusa era quella di concorso in interruzione di pubblico servizio. L'interruzione era basata sulla circostanza che nell'occasione, a causa della presenza delle palline, era stato impedito il passaggio in piazza di Spagna di due bus.

    FUTUR-PALLA - Riferendosi all'iniziativa e alla contestazione di interruzione di pubblico servizio, Cecchini al tempo disse: «Ma quale interruzione, la piazza è un'isola pedonale e si poteva passare tranquillamente. Dov'è il reato? È stata solo una rappresentazione di pop-art. Da oggi chiamatemi 'Futur-palla"».

    CONDANNA GROTTESCA - In difesa di Cecchini si leva alta la voce di Vittorio Sgarbi: «Grottesca e assurda la condanna di Graziano Cecchini che avrebbe dovuto invece essere premiato per avere fatto l'opera d'arte più importante in Italia, e riconosciuta al mondo, del Nuovo secolo e millennio: l'"arrossamento" della Fontana di Trevi, finalmente tornata alla vita dopo essere stata soffocata dal turismo». Sgarbi, che è Assessore al Nulla nel Comune di Salemi, ribadisce che la condanna «è una grave censura all'arte e una condanna della libertà», ma ringrazia la magistratura di Roma «che ha ridato rilievo all'opera di Cecchini esposta nel Museo della Memoria, valorizzandola e fornendomi uno stimolo».

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