Razionalità circolare e italianità tetragona

La rotatoria compie cent’anni. Fu infatti nel 1907 che l'urbanista francese Eugène Hénard mise a punto il sistema di circolazione a rotatoria — basato su un semplice anello stradale a senso unico: chi è già dentro ha la precedenza su chi si immette dall'esterno. Il principio consente di snellire il traffico perché non è necessario fermarsi agli incroci — basta rallentare — e di ridurre gli incidenti. Uno studio del 2001 dell'Iihs americano («Insurance Institute for Highway Safety») ha documentato che nelle rotatorie avviene un 80% di incidenti in meno rispetto ai tradizionali incroci con semafori.

La Francia è oggi l’indiscussa capitale delle rotatorie. Sono ad ogni angolo, magari esasperanti, ma utilissime: rallentano il traffico e lo disciplinano, rendendolo più sicuro.
È simpaticamente paradossale che proprio nella patria di Cartesio sia stato inventato un modello di incrocio circolare che si è rivelato assai più razionale di quello “cartesiano” ad assi perpendicolari.
Mentre invece è perfettamente consequenziale al provincialismo italiano il fatto che il nostro sia l’ultimo paese ad adeguarsi ad una innovazione ormai vecchia di cent'anni, e di sperimentata efficacia: e lo faccia di malavoglia, con effetti perversi.

Così una normativa di rara idiozia assegna la precedenza a chi si immette da destra nell’incrocio, piuttosto che a chi vi transita già. E sì che non occorre essere degli ingegneri per capire che uno snodo deve essere sgomberato al più presto possibile, per non trasformarsi in un ingorgo, e che quindi è necessario che siano le automobili che stanno nella rotatoria ad avere la precedenza. Invece, in Roma, in rotatorie naturali quali Piazza Re di Roma, o della Repubblica, o delle Province, l'incidente è sempre in agguato.

È la triste metafora del paradosso italiano: importiamo modelli stranieri (es: il maggioritario, il processo accusatorio, la stessa democrazia rappresentativa) ma senza comprenderne ed accettarne fino in fondo lo spirito. Cosicché, soluzioni perfettamente razionali ed efficaci a casa loro, applicate "all'italiana" finiscono per produrre effetti distorti e persino contrari. La facile conclusione che allora se ne trae è che "non vanno bene" per la realtà italiana. No: è semmai l'Italia che continua a resistere, mentalmente,
con tutte le sue forze, al progresso e alla modernità, ed a remarvi contro. Un'allieva cattiva e svogliata di buoni maestri.

La razionalità, circolare o cartesiana che sia, qui da noi non ha cittadinanza. E continuiamo ad accettare seraficamente la falcidia di 8000 morti in incidenti stradali, senza che nessuno percepisca questa strage come un 'allarme sociale'.


Commenti

  1. Interessante questo articolo sul NYT circa le rotatorie in America. Permalink
    http://www.nytimes.com/2010/11/19/us/19roundabouts.html

    U.S.
    European Import Has Cars Spinning. Heads, Too.
    By ANDREW KEH
    Published: November 18, 2010
    Traffic engineers like roundabouts for their safety, among other reasons, but they can be a hard sell to the American public.

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