Amori a catena
Una festa di fine estate su una terrazza romana. La padrona di casa è una matura signora italiana di circa 36 anni, in carriera, di quelle che amano raccontarsi. Parla, parla - sempre e solo di sé - vantandosi di non essere mai stata single dall’età di sedici anni. A sentirla, ogni uomo che ha incontrato è stato una pietra miliare, un caposaldo, un’esperienza irripetibile ed eccitante. Però non si è mai fermata, ed è passata da una storia all'altra senza mai prendersi una pausa, come i fumatori a catena fanno con le sigarette: accendendone una col mozzicone dell'altra. Ha anche avuto una breve esperienza matrimoniale, durata meno di un anno, liquefatta come neve al sole alla prima difficoltà. Marito immediatamente sostituito. Non lo racconta con rimpianto, no, si dichiara “felice”, persino orgogliosa, si vede che ama darsi l’aria della donna vissuta e navigata.
Sono arrivato lì con un gruppetto d’amici: ci godiamo il fresco, il panorama sui tetti di Roma, i cocktail, deliziosi. Commentando la nostra imbarazzante ospite e le sue non richieste confidenze, scopriamo di essere tutti, almeno una volta nella vita, inciampati in un tipo così, amanti a catena incapaci di affrontare la solitudine: ne siamo usciti tutti con la sensazione di essere stati strumentalizzati, manipolati.
In Italia essere single sembra un disonore, quindi le amanti a catena sono molto comuni: appaiono sicure di sé, sono colte e sanno dire le parole giuste, quelle che incantano e fanno sognare. Le incontri, e ti pare di aver afferrato una vetta. Poi le conosci meglio, e la vetta ti sfugge, si schiude un abisso. Le belle parole, le grandi promesse: tutte bugie, funzionali al loro bisogno di sedurre e di avere sempre qualcuno accanto. Scoperto il bluff loro passano ad un altro – provvisorio – scaldaposto sentimentale. Con pochi scrupoli sulla fedeltà: nel momento in cui una relazione mostra segni di crisi, loro stanno già a guardarsi intorno per trovare il sostituto. Il cambio viene effettuato in corsa: via uno, avanti l’altro, proprio come chi ha sempre una sigaretta in bocca.
Scoprirò poi che questo fenomeno ha anche un nome preciso: "monogamia sequenziale". Viene definita così dalla psicologa Chiara Simonelli: "Rapporti di coppia che durano il tempo di arrivare alla prima crisi, senza elaborazione nè crescita, ma solo un 'ti prendo, c'è crisi, ti tradisco, ti lascio, mi fidanzo con l'amante, c'è crisi lo tradisco, lascio, e così via". Il che spiega come delle persone fondamentalmente incostanti ed infedeli possano, persino in buona fede, ritenere di essere monogame. Fedeli sì, ma solo a sé stesse.
Tra noi, il più severo è Raymond, un gigantesco olandese che ha vissuto parecchio a Roma, ed ha per le donne italiane parole durissime, anche perché può fare il confronto con le ben più indipendenti e solide ragazzone di casa sua. Definisce le nostre conterranee “immature fuori tempo massimo”, dice che seminano illusioni, confusioni, e delusioni, le paragona a chi vive di truffe firmando assegni a vuoto.
Io trovo che queste eterne “mai single” evitino accuratamente le pause di riflessione perché hanno paura di rimanere sole a fare i conti con sé stesse, di guardarsi dentro e di vedere il vuoto. Non è un uomo che cercano, ma un cicisbeo, uno scaldaletto, una stampella. Non un compagno, ma una compagnia. E il buffo è che, nonostante il bisogno di avere sempre qualcuno vicino, credono fermamente di essere molto “emancipate”.
Campionessa delle amanti a catena è l’attrice Claudia Pandolfi (nella foto): nel 1997 fu protagonista di un divorzio record quando, dopo soli 75 giorni di matrimonio lasciò il marito per un altro uomo, lasciato a sua volta. Ha dichiarato di non essere mai stata single nemmeno per un giorno: «Dal primo fidanzato in poi, sono sempre stata in coppia, anche a costo di intraprendere relazioni sbagliate. Avere un compagno, nel mio caso, serve da conferma alla mia femminilità».
La nostra anfitriona è manifestamente in cerca della prossima vittima: noi ci congediamo di corsa. Siamo tutti felicemente accoppiati con ragazze straniere: qualunque problema abbiano le donne italiane, non è più - ringraziando Iddio - un problema nostro :-)
Sono arrivato lì con un gruppetto d’amici: ci godiamo il fresco, il panorama sui tetti di Roma, i cocktail, deliziosi. Commentando la nostra imbarazzante ospite e le sue non richieste confidenze, scopriamo di essere tutti, almeno una volta nella vita, inciampati in un tipo così, amanti a catena incapaci di affrontare la solitudine: ne siamo usciti tutti con la sensazione di essere stati strumentalizzati, manipolati.
In Italia essere single sembra un disonore, quindi le amanti a catena sono molto comuni: appaiono sicure di sé, sono colte e sanno dire le parole giuste, quelle che incantano e fanno sognare. Le incontri, e ti pare di aver afferrato una vetta. Poi le conosci meglio, e la vetta ti sfugge, si schiude un abisso. Le belle parole, le grandi promesse: tutte bugie, funzionali al loro bisogno di sedurre e di avere sempre qualcuno accanto. Scoperto il bluff loro passano ad un altro – provvisorio – scaldaposto sentimentale. Con pochi scrupoli sulla fedeltà: nel momento in cui una relazione mostra segni di crisi, loro stanno già a guardarsi intorno per trovare il sostituto. Il cambio viene effettuato in corsa: via uno, avanti l’altro, proprio come chi ha sempre una sigaretta in bocca.
Scoprirò poi che questo fenomeno ha anche un nome preciso: "monogamia sequenziale". Viene definita così dalla psicologa Chiara Simonelli: "Rapporti di coppia che durano il tempo di arrivare alla prima crisi, senza elaborazione nè crescita, ma solo un 'ti prendo, c'è crisi, ti tradisco, ti lascio, mi fidanzo con l'amante, c'è crisi lo tradisco, lascio, e così via". Il che spiega come delle persone fondamentalmente incostanti ed infedeli possano, persino in buona fede, ritenere di essere monogame. Fedeli sì, ma solo a sé stesse.
Tra noi, il più severo è Raymond, un gigantesco olandese che ha vissuto parecchio a Roma, ed ha per le donne italiane parole durissime, anche perché può fare il confronto con le ben più indipendenti e solide ragazzone di casa sua. Definisce le nostre conterranee “immature fuori tempo massimo”, dice che seminano illusioni, confusioni, e delusioni, le paragona a chi vive di truffe firmando assegni a vuoto.
Io trovo che queste eterne “mai single” evitino accuratamente le pause di riflessione perché hanno paura di rimanere sole a fare i conti con sé stesse, di guardarsi dentro e di vedere il vuoto. Non è un uomo che cercano, ma un cicisbeo, uno scaldaletto, una stampella. Non un compagno, ma una compagnia. E il buffo è che, nonostante il bisogno di avere sempre qualcuno vicino, credono fermamente di essere molto “emancipate”.
Campionessa delle amanti a catena è l’attrice Claudia Pandolfi (nella foto): nel 1997 fu protagonista di un divorzio record quando, dopo soli 75 giorni di matrimonio lasciò il marito per un altro uomo, lasciato a sua volta. Ha dichiarato di non essere mai stata single nemmeno per un giorno: «Dal primo fidanzato in poi, sono sempre stata in coppia, anche a costo di intraprendere relazioni sbagliate. Avere un compagno, nel mio caso, serve da conferma alla mia femminilità».
La nostra anfitriona è manifestamente in cerca della prossima vittima: noi ci congediamo di corsa. Siamo tutti felicemente accoppiati con ragazze straniere: qualunque problema abbiano le donne italiane, non è più - ringraziando Iddio - un problema nostro :-)
Condivido la tua sensazione: le donne che si comportano così hanno qualche serio problema, e a quell'età sono anche patetiche.
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