Mele... bacate

Ci si domanda, leggendo i giornali, se i nostri politici lo facciano apposta. Apposta a gettare discredito sulle istituzioni – per le quali molto seriamente tanta gente, compreso il sottoscritto, lavora - in un impeto di irrefrenabile ed incosciente tafazzismo.

Antefatto: un deputato dell’UDC, Cosimo Mele, ammette alla stampa di aver partecipato ad un festino con prostitute, alcol e droga all’Hotel Flora di Roma, scoperto perché una delle ragazze si è sentita male.
Fatto l’annuncio con aria contrita, il deputato aggiunge: “Mi dimetto”.
E allora si sente un moto di istintiva solidarietà per uno che, sì, ha fatto la ca**ata, ma che vivaddio, ha il coraggio e la dignità di ammetterlo, e di trarne le dovute conseguenze istituzionali. Ci si sente evangelici, si cita la massima "chi è senza peccato scagli la prima pietra", etc. Tanto di cappello, in confronto alle dimissioni farsa di Gustavo Selva, vantatosi della furbata di aver superato un blocco stradale facendosi caricare su un’ambulanza per raggiungere degli studi televisivi.
Uno pensa, questo Mele è un uomo vero, ha dato dimissioni vere, e con ciò ha reso un bel servizio alle istituzioni.

Macché: 24 ore dopo scopriamo che Cosimo Mele si è dimesso dall’UDC, non dal Parlamento. E che il segretario dell’UDC sollecita interventi (anche economici) per favorire il “ricongiungimento familiare”, espressione coniata per i poveri immigrati e che sembra semanticamente curioso voler estendere ai parlamentari. A parte il fatto che se l'indennità parlamentare basta per affittare una suite a Via Veneto, due professioniste e 2 etti di coca (già, abbiamo pagato le tasse anche per consentire al deputato di fare i suoi comodi!), forse allora avanza per portarsi dietro la famiglia - che ricordiamo al cattolico Mele è "remedium concupiscientiae".

Insomma, una vicenda squallida ma che poteva essere gestita con un minimo di dignità, e persino diventare un precedente importante in casi simili, diventa ridicola, e attira il disprezzo dell’opinione pubblica non più su un singolo, ma su un sistema intero. Ed è questo, non la boccaccesca vicenda del deputato puttaniere, il danno grave alle istituzioni.

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