Per amore di una rana…
Per rane e rospi è iniziata la stagione degli amori: i maschi della specie iniziano veri e propri viaggi per raggiungere le compagne ed insieme accoppiarsi e deporre le uova.
Solo che il loro percorso passa spesso per strade trafficate, attraversate da automezzi in velocità: una buona parte di questi romantici migranti dell’amore, quindi, muore tragicamente prima del traguardo.
Per fermare la strage, ci dicono, Legambiente promuove la «Notte dei rospi», con volontari il cui compito sarà quello di raccogliere i rospi e portarli dall’altra parte della strada.
Onestamente, non trovo parole per esecrare persone che – sicuramente animate dalle migliori intenzioni – vogliono trasformare un’epocale avventura in cerca dell’amore in un viaggio organizzato, e che interferiscono nella più sacra delle leggi di Natura: quella per cui solo i migliori sopravvivono e si riproducono.
Certo, per i rospi il tragitto sarà assai più breve, comodo e sicuro. Ma scopriranno a loro spese, probabilmente, che trovare da soli la propria strada, affrontando distanze e pericoli, era proprio la parte più eccitante e divertente di tutta la faccenda.
Che delusione, poveretti, se poi, al termine della traversata, scoprissero che la rana del loro cuore non si tramuta al loro bacio nella leggiadra principessa delle favole, ma è solo una qualunque ranocchietta piccoloborghese e casalinga: potrebbero pensare che non valeva la pena di fare tanta strada per lei, e che era meglio rimanere a casa a bere una birra con gli amici.
Posso solo invitare i giovani rospi, rifiutato il non richiesto aiuto di ecologisti benintenzionati ma impiccioni, ad intraprendere da soli il viaggio alla ricerca dell'amore, e a goderselo. Giunti dall’altra parte, superate e vinte le prove più dure, forse non avranno trovato la rana dei loro sogni, ma avranno di sicuro scoperto qualcosa di bello e di nuovo su sé stessi.
Solo che il loro percorso passa spesso per strade trafficate, attraversate da automezzi in velocità: una buona parte di questi romantici migranti dell’amore, quindi, muore tragicamente prima del traguardo.
Per fermare la strage, ci dicono, Legambiente promuove la «Notte dei rospi», con volontari il cui compito sarà quello di raccogliere i rospi e portarli dall’altra parte della strada.
Onestamente, non trovo parole per esecrare persone che – sicuramente animate dalle migliori intenzioni – vogliono trasformare un’epocale avventura in cerca dell’amore in un viaggio organizzato, e che interferiscono nella più sacra delle leggi di Natura: quella per cui solo i migliori sopravvivono e si riproducono.
Certo, per i rospi il tragitto sarà assai più breve, comodo e sicuro. Ma scopriranno a loro spese, probabilmente, che trovare da soli la propria strada, affrontando distanze e pericoli, era proprio la parte più eccitante e divertente di tutta la faccenda.
Che delusione, poveretti, se poi, al termine della traversata, scoprissero che la rana del loro cuore non si tramuta al loro bacio nella leggiadra principessa delle favole, ma è solo una qualunque ranocchietta piccoloborghese e casalinga: potrebbero pensare che non valeva la pena di fare tanta strada per lei, e che era meglio rimanere a casa a bere una birra con gli amici.
Posso solo invitare i giovani rospi, rifiutato il non richiesto aiuto di ecologisti benintenzionati ma impiccioni, ad intraprendere da soli il viaggio alla ricerca dell'amore, e a goderselo. Giunti dall’altra parte, superate e vinte le prove più dure, forse non avranno trovato la rana dei loro sogni, ma avranno di sicuro scoperto qualcosa di bello e di nuovo su sé stessi.
Commenti
Posta un commento