La scoperta dell'acqua calda

"Metodi da Cosa Nostra. Per gestire il potere negli atenei. Bari, Bologna, Firenze: tre inchieste sui concorsi. Già decisi prima del bando. A favore di parenti e allievi. I risultati choc delle inchieste sui professori". Così titola 'L'Espresso' della scorsa settimana.
Mah. Quando sognavo di fare il giornalista, imparai la regola aurea secondo cui: "Un cane che morde un uomo non fa notizia".

Che l'università sia una mafia, che alle carriere universitarie si acceda per concorsi truccati, che il nepotismo sia la regola, che alcuni si assicurino anche una discreta vita sessuale attraverso questi sistemi (quando frequentavo Giurisprudenza a Roma, era celebre quella assistente le cui doti accademiche erano molto visibili: portava la quinta), che dietro ci siano aziende potentissime, e quindi un bel giro di soldi... si sa benissimo. Dov'è la notizia? La settimana precedente lo stesso Espresso aveva riscoperto per l'ennesima volta lo schifo del Policlinico universitario Umberto I di Roma. Sai che novità... Università e Ospedali hanno una cosa in comune: sono ingovernabili, perchè dominati da caste che hanno fatto del proprio particulare l'unico metro della loro azione.

Il mio disprezzo per la categoria accademica è totale. Smettiamola di stracciarci le vesti per i destini infausti della ricerca. Tra l'altro molta della ricerca che viene fatta in questi contesti, non serve, all'atto pratico, a un bel niente: non saranno certo la filologia ugro-finnica, o l'analisi qualitativa dei comportamenti riproduttivi a farci fare dei passi avanti nella competizione sui mercati internazionali.

Il bello è che poi professori selezionati a questo modo vengono a fare la morale alla Pubblica Amministrazione, e se ne escono con qualche ricetta miracolosa che dovrebbe curarne i mali, simpaticamente sputando nel piatto dove essi stessi mangiano. Anche loro infatti vivono di uno stipendio statale, e dunque sono i primi parassiti del pubblico impiego, ma montando in cattedra gli orizzonti evidentemente si allargano, e il bue può ben permettersi di dire 'cornuto ' all'asino.

Ecco allora l'unica riforma possibile dell'Università: staccarla dal pubblico impiego e mandare questi signori a lavorare nell'alveo del privato, là ov'è lacrime e stridor di denti. La vera Mafia, almeno, si autofinanzia.
Pura utopia, naturalmente. Tra cinque anni, mi ci gioco le cose più care, sarà tutto come prima.


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