Prepensionamenti e nuove assunzioni



Blocco del turnover degli impiegati pubblici Sono un giovane dirigente pubblico, e da quando sono entrato nella Pubblica amministrazione mi trovo a governare persone che in media hanno venti anni più di me. Posso perciò testimoniare la verità di quanto dichiarato al Corriere del 14 giugno dal prof. Nicola Rossi: il blocco del turnover degli impiegati pubblici è una misura di contenimento della spesa del tutto illusoria. Suo unico effetto è stato l' invecchiamento della pubblica amministrazione, con conseguenze del tutto antieconomiche: dobbiamo comunque spendere per la riqualificazione e l' aggiornamento del personale esistente; dobbiamo reperire all' esterno competenze che non ci sono più all' interno; e ci troviamo a che fare con mentalità e metodi di lavoro consolidati e poco inclini al cambiamento. Incoraggiare una leva di giovani preparati ed entusiasti a intraprendere una carriera pubblica porterebbe un sicuro beneficio, sia per le casse dello Stato sia per lo snellimento delle procedure. Dario Quintavalle, Roma
Pubblicato sul Corriere della Sera del 17 giugno 2006, pagina 27

L'articolo cui si riferisce è:
"STATALI E RISPARMI Nicola Rossi: pubblico impiego, centomila prepensionamenti" - di Sergio Rizzo, Corriere della Sera 14 giugno 2006

Statali e risparmi
Nicola Rossi: pubblico impiego, centomila prepensionamenti

ROMA - «Se c' è qualche spesa disposta a farsi tagliare si faccia avanti, per favore...». In una vignetta pubblicata ieri sull' Unità il cavaliere dell' Unione brandisce titubante un gigantesco paio di forbici. Ben sapendo, come si capisce dall' armatura che indossa, che non sarà davvero facile usare quello strumento, autentica dannazione del centrosinistra: fatalmente il primo da impugnare ogni volta che va al governo. Anche se per l' economista Nicola Rossi, parlamentare dei Ds ed ex consigliere economico di Massimo D' Alema a palazzo Chigi questa potrebbe essere paradossalmente un' occasione da non perdere. Non è un po' scomodo impugnare le forbici, anche se con la corazza? «Certe volte è inevitabile». Tanto per cominciare una bella sfoltita ai dipendenti pubblici. Che ne dice? «Potrebbe essere salutare. Ma c' è modo e modo». Basterebbe fare come il premier britannico Tony Blair, che ha annunciato il taglio di 100 mila posti. O questo per la sinistra italiana è ancora un tabù inviolabile? «Il problema in Italia va affrontato in termini leggermente diversi. La pubblica amministrazione nel nostro Paese è non soltanto pesante ma anche molto meno efficiente rispetto alla media del resto d' Europa». Questa non è certamente una novità. E allora? «Ne consegue che non si può pensare di ridimensionare gli apparati pubblici semplicemente, come si è fatto finora, bloccando il turnover». Quell' operazione non ha forse dato i risultati sperati? «Uno è stato ottenuto di sicuro: l' invecchiamento ulteriore della pubblica amministrazione, sempre meno in grado di tenere il passo del progresso tecnologico e quindi sempre meno efficiente». Ma l' alternativa qual è? Forse il licenziamento tout court del personale? «Basterebbe fare quello già fatto in alcune grandi imprese private che hanno dovuto affrontare una dura fase di ristrutturazione aziendale». Incentivi alle uscite? Scivoli previdenziali? «Un massiccio piano di prepensionamenti. Ecco la soluzione». Così però pagherebbe sempre lo Stato. «Con la differenza che ogni dipendente pubblico in pensione costa il 65% di quello che costerebbe se restasse al lavoro. Il risparmio per l' Erario sarebbe quindi di circa il 35%, e questa cifra potrebbe essere utilizzata per assumere giovani, iniziando così un necessario ricambio generazionale». Prepensionare quindi per assumere. E il risparmio dove sarebbe? «Prepensionando 100 mila dipendenti anziani si potrebbero assumere, che so, 20 mila giovani. In questo modo si otterrebbe comunque un ridimensionamento degli organici attuali, con un oggettivo risparmio per il bilancio. Senza contare il recupero di efficienza che comporterebbe l' inserimento di personale molto più giovane. E che è ancora più importante dell' impatto sui conti pubblici». La macchina pubblica paga circa tre milioni e mezzo di stipendi. Centomila persone sono il 3%. «C' è sicuramente un grande problema di dimensione. Ma ce n' è uno altrettanto evidente di qualità, che negli ultimi anni non è stato affatto affrontato. Ora si potrebbe approfittare dell' esigenza di ridurre l' apparato per ringiovanirlo». Che cosa le fa pensare che i sindacati possano essere d' accordo? La prima cosa che Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto a Romano Prodi è stata la regolarizzazione di 200 mila statali precari. Altro che tagli. «Un piano di prepensionamenti come questo andrebbe naturalmente discusso e concordato con le parti sociali. Si tratterebbe di analizzare la distribuzione per fasce d' età dei dipendenti pubblici.E di verificare quante persone potrebbero essere interessate». Già, quante? « Credo che sia un numero rilevante. Naturalmente una operazione del genere non avrebbe senso se riguardasse soltanto poche migliaia di dipendenti».

Rizzo Sergio

Pagina 6
(14 giugno 2006) - Corriere della Sera

Sullo stesso tema: «Statali: tagli sì, prepensionamenti no» 

Pubblicato il 15 giugno 2006 - Corriere della Sera

Autore: Fubini Federico

e:

UNO, NESSUNO O CENTOMILA?

Pubblicato il 15 giugno 2006 - Corriere della Sera
Autore: Giavazzi Francesco

agli alla pubblica amministrazione

UNO, NESSUNO O CENTOMILA?


Tra i molti che in questi giorni si esercitano nel dare suggerimenti al ministro dell' Economia, la cosa più intelligente l' ha detta il professor Nicola Rossi, economista e deputato Ds. Rossi propone di mandare in pensione anticipata 100.000 dipendenti pubblici (su un totale di oltre 3 milioni e mezzo) e sostituirne due su dieci con nuovi assunti giovani. Poiché una pensione costa allo Stato il 65% del salario di un dipendente pubblico, si risparmierebbe anche se i nuovi assunti fossero tre per ogni dieci prepensionati. O, meglio ancora, si potrebbe assumerne solo uno per ogni dieci pensionati, ma di livello più elevato e pagandolo il doppio: si continuerebbe a risparmiare ma rafforzando l' efficienza della Pubblica Amministrazione. La proposta è molto diversa dal semplice blocco del turnover che da dieci anni ciascun governo si impegna a realizzare, con il risultato che in dieci anni il numero dei dipendenti pubblici non è sostanzialmente cambiato ma la loro età media è sensibilmente salita. «Non si può obbligare nessuno ad andare in pensione anticipata»: prevedo l' obiezione. Ma perché alla Fiat sì e nell' amministrazione pubblica no? Perché se davvero questi lavoratori desidererebbero continuare a lavorare si devono privilegiare i pubblici? Rispetto a un metalmeccanico che lavora 40 ore settimanali, è più probabile che uno statale che ne lavora solo 36 ed esce dall' ufficio alle 13.45 abbia un secondo lavoro e quindi soffra meno di un eventuale prepensionamento. Negli anni ' 80 la signora Thatcher rivoluzionò le università della Gran Bretagna ricorrendo a un meccanismo simile. I professori che avevano compiuto 55 anni furono posti di fronte a una scelta: o accettare un modesto incentivo economico e ritirarsi, oppure rimanere, ma in tal caso avrebbero dovuto sottoporre la loro ricerca e la qualità delle loro lezioni a una valutazione esterna che avrebbe determinato il finanziamento pubblico alla loro università. La maggior parte lasciò, anche perché gli sguardi dei colleghi più giovani nei corridoi dei dipartimenti cominciavano a diventare imbarazzanti. Con parte del denaro risparmiato le università assunsero docenti giovani e furono libere di pagare di più quelli che altrimenti sarebbero emigrati negli Stati Uniti. Cominciò così la rinascita delle università inglesi, oggi le migliori d' Europa. Per dare il buon esempio il Governatore della Banca d' Italia, potrebbe cominciare da Via Nazionale. La banca ha 7.993 dipendenti, probabilmente troppi dopo che alcune funzioni importanti sono state trasferite altrove (la politica monetaria a Francoforte e la concorrenza tra le banche all' antitrust). Come molte altre amministrazioni pubbliche anche la Banca d' Italia è invecchiata e ha rallentato il ritmo di assunzioni, soprattutto di economisti giovani e brillanti. I dipendenti della banca godono anche di pensioni tra le più ricche d' Italia. Un po' di prepensionamenti non sarebbero un gran sacrificio. Nicola Rossi non è nuovo alle idee semplici ma rivoluzionarie. Alcuni anni fa pubblicò un libretto sulle pensioni «Meno ai padri, più ai figli»: bastava ne scrivesse il titolo. I Ds hanno mandato al governo nove ministri, sette viceministri e venti sottosegretari. Proprio non c' era un posto per il professor Rossi?
Giavazzi Francesco
Pagina 1
(15 giugno 2006) - Corriere della Sera

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