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Visualizzazione dei post da 2006

Morte del Lupo Cattivo

L’ esecuzione di Saddam Hussein e’ stata unanimemente deplorata dal mondo politico italiano. Guardando la tv italiana dall’estero, sembrerebbe che i fatti del mondo accadano solo per consentire a politici di seconda fila di rilasciare interviste al TG1, e ai giornalisti di questo ripetere la solita litania di espressioni di "deplorazione, esecrazione, sdegno" ... e questo e’ l’aspetto tragicomico della faccenda. Le critiche confondono due piani che invece dovrebbero stare ben separati: quello della giustezza etica, e quindi della liceità della pena di morte, e quello dell’opportunità’ politica dell’esecuzione, che, si dice, potrebbe portare a nuove violenze e discordie. Ora, e’ facile osservare che in un atto di giustizia considerazioni politiche non dovrebbero entrare: ed infatti, le critiche italiane ed europee partono da un indimostrato assoluto etico, che respinge la pena di morte in ogni caso, in quanto ingiusta in se. Invece, il processo a Saddam e’ stato, e non poteva

Io tifo per Livia

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Andrea Camilleri è di nuovo in libreria con un altro romanzo avente per protagonista il Commissario Montalbano. Lo comprerò presto: apprezzo Camilleri, scrive storie godibili e, con il suo parlare misto di siciliano, è un autentico innovatore della lingua italiana. Un merito, questo, che i critici non gli riconosceranno mai, visto che, nella visione compartimentata dei colti di casa nostra, il genere poliziesco è ‘ minore’ e quindi giammai potrà aspirare al rango della ‘ vera’ letteratura. Sapegno del resto poteva liquidare con poche righe addirittura il grande De Filippo, che lui solo chiamava “ Edoardo ”, e nessuno, credo, ha mai incluso nei testi scolastici uno dei più conosciuti autori italiani del dopoguerra, Guareschi. Essere un autore popolare è una bestemmia per i nostri intellettuali, che non ammettono si possa coltivare, nelle lettere e nelle arti in genere, altro che i propri privati soliloqui. La scuola si perde per strada i giovani infliggendo loro il Rapisardi e Giovan

Maori

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Anni fa contrassi un'avvilente mésalliance con un’algida intellettuale italiana trapiantata in Germania che, oltre ad essere un’inguaribile bugiarda avvezza ad ogni sorta di sotterfugio, aveva una disgustosa e irrefrenabile perversione: vantarsi ripetutamente – anche in momenti di intimità - delle sue storie passate, descrivendole fin nei minimi dettagli. A quanto pare non sono l’unico cui è capitata una tale disavventura, perché leggo sul forum online di una famosa psicologa l’intervento di un giovane che riporta più o meno lo stesso fastidioso inconveniente. Il poveretto si colpevolizza per la sua gelosia retrospettiva, e la psicologa ovviamente ci mette il carico da undici reiterando i consumati stereotipi del maschietto in crisi spiazzato dall’emancipazione femminile. Ma è proprio così? Nessun uomo moderno, in realtà, si aspetta che la sua compagna sia vergine o inesperta. A molti nemmeno piacerebbe. Se la psicologa online analizzasse piuttosto la donna che frequentemente i

L'ipocrisia del concorso?

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Un articolo di Piero Ichino e la mia risposta L'ipocrisia del concorso Per reclutare servono strumenti nuovi di Piero Ichino Corriere della Sera 21 novembre 2006 Sul Corriere del 14 novembre Francesco Giavazzi ha indicato nelle «regole di reclutamento» attuali uno dei quattro difetti fondamentali del nostro sistema universitario. Lo stesso potrebbe dirsi in riferimento all'intera nostra amministrazione pubblica. Ma è un discorso difficile, perché porta a mettere in discussione niente meno che una regola contenuta nella Costituzione (articolo 97): «Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso». Il concorso dovrebbe garantire la scelta imparziale della persona migliore tra le disponibili. Ma l'esperienza insegna che nella maggior parte dei casi le cose non vanno affatto così; al punto che molti esperti considerano il metodo del concorso come un ostacolo alla scelta migliore. Il problema — va subito chiarito — non è costituito soltanto dal

Ricordo di mio nonno

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A chi gli domandava come si sentisse, rispondeva sempre: “ Magnificamente! ”. Lo fece anche il giorno della sua morte. Il suo rifiuto di lamentarsi e commiserarsi era totale. Chi ha ben vissuto non ha rimpianti. Un giorno, informatosi della salute di un mio zio, incontrato sulle scale, questi gli rispose - come spesso fanno i vecchi - mostrando cicatrici e ferite e parlando di dolori. Lui non l’avrebbe mai fatto. Reagì con un ‘bah’ che sintetizzava tutta la sua disapprovazione. Dopo i suoi funerali, mia nonna confidandosi in privato, sospirò pudicamente: “era così focoso”. Ogni tanto, da bambino, lo vedevo sparire di primo mattino, con il suo giaccone di fustagno di un colore indefinibile, il fucile, gli stivali, i cani, tra cui il fedele Bill, e tornare dopo giorni, pieno di fango, con in mano un carniere pieno di pernici, quaglie e fagiani. Mia nonna li prendeva, li spennava e li cucinava, e, senza saperlo, assistevo così al ripetersi di un rito antico quanto il mondo. In gioventù an

Memento

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" If you can't be a good example, then you'll just have to serve as a horrible warning " (Catherine Aird)

Il Diavolo Veste Prada

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“Il Diavolo veste Prada” è uno di quei film che si va a vedere senza troppe aspettative, giusto per passare due ore rilassanti al cinema. Tutt'altro che superficiale, è invece un bell'apologo, leggero e brillante, sulla vita moderna, e sul posto che occupa il lavoro nell'esistenza di ognuno. La giovane Andy (la deliziosa Anne Hathaway) arriva a New York e trova lavoro come assistente di Miranda Priestly (una grande Meryl Streep), celebre, iperattiva e dispotica direttrice di una importante rivista di moda. Catapultata in un universo a lei estraneo, e che le domanda un’adesione totale e un impegno assoluto, Andy sceglie di adattarsi ed integrarsi, facendosi coinvolgere da ritmi sempre più frenetici e vorticosi. Per il lavoro Andy finisce per rinunciare alla propria identità: per i vecchi amici e il fidanzato non c’è mai tempo, c’è sempre qualcosa di “più importante”. Quando l ’amico Nigel la avverte che “ il primo segnale del successo è la vita privata che va a rotoli ”, And

'O regolamento

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Regolamento degli autobus a Napoli - in dialetto

Puttanesimo integrale

Una tredicenne di Ascoli Piceno, raccontano i giornali, aveva messo su un bel business: vendeva foto osè di sé stessa, scattate col videofonino, ai compagnucci di scuola. Perché stupirsene? Se una diciottenne senza arte né parte può fare carriera e guadagnare improvvisamente un sacco di soldi spogliandosi per un calendario, logico che una tredicenne pensi che è lecito fare la stessa cosa, con mezzi più artigianali. La bimba, peraltro, nemmeno può essere accusata di venalità: il tariffario era di tre euro per una immagine del seno, quattro per le parti intime, dieci per la figura intera. Prezzi modici, quindi, lontani dai cachet stratosferici delle veline. Da tempo vado affermando che il moderno culto del corpo e del nudo ha perso ogni connotazione sensuale e seduttiva, per ridursi a uno strumento di autoaffermazione. Insomma, non è più un gioco interrelazionale uomo-donna, ma un esercizio autoreferenziale che impone stili e comportamenti, nel presupposto indimostrato che essi siano au

Però, Salerno!

La missione a Salerno è finita, e riparto assai contento. Ero arrivato prevenuto, aspettandomi di trovare nient'altro che un sobborgo della grande marmellata abusiva napoletana. Invece ho scoperto una città assai ben tenuta, ragionevolmente pulita e ordinata, piuttosto efficiente. Il suggestivo centro storico è in corso di ristrutturazione grazie ad un sapiente utilizzo dei fondi del programma europeo Urban. È ovunque percepibile, in Salerno, il polso fermo di un’amministrazione competente e lungimirante, attenta al dettaglio. E poi, intorno, i panorami incomparabili della Costiera Amalfitana, le bellissime ceramiche di Vietri, la suggestione aulica dei templi di Paestum. Infine, che bello in un autunno eccezionalmente clemente, passeggiare in maglietta sotto un sole caldo (oltre 20°) che illumina il lungomare, incrociando splendide ragazze dalla pelle ambrata e gli occhi di luna. Lascio Salerno davvero entusiasta, e spero di tornarci presto. L’aereo si libra su una Napoli notturna

Il privilegio di essere italiani

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Nella mia scapestrata gioventù, rincorrendo lucciole madornalmente scambiate per lanterne, ho persino creduto di volermi stabilire tutta la vita in un improbabile postaccio chiamato Meclemburgo- Pomerania Anteriore, uggiosa marca agricola nel nord della Germania, fetente di letame e lagrimevolmente frustata dalle piogge e dai venti freddi del Baltico. Che incosciente... È stato ripensando con un certo brivido di raccapriccio a quei giovanili errori, e con un moto di autocongratulatorio sollievo per lo scampato pericolo, che ho percorso, la settimana scorsa, tutta la Costiera Amalfitana, fermandomi a contemplare questo sublime tramonto dal costone più alto di Positano. Un luogo dalla bellezza impareggiabile, costellato da alberghetti romantici, e da terrazze a strapiombo sul mare dove è possibile cenare sotto le stelle, al lume di candela, specchiandosi negli incantevoli occhi cerulei di una bella donna. Siamo a Novembre, eppure un bel sole caldo e sfolgorante ci rammenta del privilegio

Puro Nando

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Nando (noto al mondo come Nandokan) è stato intervistato in diretta dalle Iene che lo hanno messo alla gogna catodica, povirazzo, per disfunzioni, non della Procura che dirige, ma del Tribunale di Velletri. Questo è un gustoso ritrattino che fa di me, tratto dal resoconto che ci ha fatto della disavventura mediatica (peraltro gestita assai bene, il ragazzo è un vero signore, anche se ormai è così ingrassato che ha assunto l'aspetto del frutto di un rapporto non protetto tra l'Omino Michelin e il cugino del Gabibbo): " Delle vette sublimi, però le avremmo raggiunte se oggetto della persecuzione in Betacam fosse stato il maggico Quinta. Immaginatevi, ad esempio, che effetto farebbe se alla testa di un plotone della Delta Force ci fosse, invece che Chuck Norris, Philippe Daverio; se l'agente addetto al recupero crediti di un cravattaro di Tor Pignatta fosse Baricco; se, giunti a Fiumicino, vi trovaste un tassì abusivo condotto invece che da un trucidone della Garbazza (o

Per un pugno di euro

Sono fuori sede, in missione, per un corso di aggiornamento. Vado a pranzo con tutti i colleghi. Beh, non è il massimo del divertimento, ma ogni tanto tocca farlo, per scambiare due chiacchiere con gente dell’ambiente e non passare da asociale. Al ristorante, un anziano collega prende l’iniziativa di raccogliere i soldi per tutti, 20€ a capoccia. Poi l’oste passa a distribuire le ricevute che metteremo nel rimborso spese. Sono da 30€ ciascuna… Sapevo che queste cose avvengono, ma non mi era ma capitato di esserne testimone. Mi arrabbio seriamente. Unico, tra trenta persone mi rifiuto di starci. A bassa voce, con una faccia torva, restituisco la ricevuta, chiedo che sia corretta e di pagare il dovuto. Intorno, il gelo. Quello che più mi ha fatto arrabbiare è la disinvoltura della faccenda, il fatto che un emerito sconosciuto mi renda complice delle sue malversazioni. Una naturalezza che mi fa supporre che queste pratiche siano assai frequenti. Dovevo farmi i fatti miei? Qualcuno dirà ch

Degrado a Ostia

Oltre al rumoroso locale di Via Poggio di Venaco, a Ostia, di cui parla il lettore Massimo Restaino nella lettera del 17 novembre sulla Cronaca di Roma del Corriere, merita di essere segnalata anche la deplorevole situazione dell’area abbandonata al degrado compresa tra la stessa strada, Via Oletta, Via Dorando Pietri e Viale della Vittoria - destinata dal Piano Regolatore a verde pubblico e invece diventata il coperchio di un parcheggio mai aperto. Tra un prato spelacchiato dove i residenti lasciano disordinatamente le macchine e una spianata di cemento, troneggiano, estremo affronto all’intelligenza dei cittadini, vecchi cartelli del Comune che annunciano un piano di riqualificazione mai partito. Oltre al danno, insomma, anche la beffa. Signor Sindaco, Ostia fa parte di Roma. Intende fare qualcosa per via Poggio di Venaco? Dario Quintavalle Lettera al Corriere della Sera

Donne senza gonne

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La compagnia di bandiera Alitalia è sull’orlo del fallimento. Dobbiamo salutare perciò con gioia l’importante accordo recentemente concluso tra le parti sindacali e l’azienda, all’esito di un’aspra controversia ("vertenza termica") durata dieci anni. La grande conquista è… che le hostess potranno portare una divisa con i pantaloni. I commentatori hanno sottolineato con costernazione che, in questo momento di profonda crisi, il management e il personale avrebbero ben altro da pensare che alle uniformi: ma il diavolo, si dice, è nei dettagli. Per parte nostra non ci stupiamo: antica e costante aspirazione della donna italiana, si sa, è di portare i pantaloni. Per una mia ex, ad esempio, era una questione di principio non vestire gonne e non truccarsi (e talvolta neppure lavarsi…) per uscire con me: giammai farsi belle per il maschio padrone! Facciano pure, dunque, le hostess: Alitalia non andrà al fallimento solo perché non potremo più sbirciar loro le gambe. E tuttavia, dobbia

Sindacato on line

È stato un lavoraccio di mesi, ma finalmente è pronto: il nuovo sito del mio sindacato Cida Unadis, www.unadis.it Con una nuova interfaccia grafica, pulita e senza fronzoli, dietro la quale opera un potente motore Wordpress, il sito è costruito come un ‘blog’: ciò risolve brillantemente il problema di come classificare gli inserimenti, senza le rigidità dell'html classico. Ogni nostro articolo o comunicato potrà essere rintracciato secondo un ordine cronologico, o per argomento, o amministrazione. Sarà quindi possibile, in ogni momento, ricostruire le nostre posizioni, ad esempio, in materia di “Trattamento economico” o “Stato giuridico” o sapere cosa abbiamo fatto, di recente, in una data amministrazione. Inoltre c’è un completo corredo documentario, con la legislazione e i contratti che ci riguardano. Il vecchio sito, aggiornato fino ad agosto 2006, si trova su www.unadis.it/storico . È un impressionante documento dell’attività degli ultimi cinque anni del nostro sindacato. Il vi

Mogli e buoi dei paesi altrui

In Italia, dice l’ultimo rapporto Eures (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali) dall'eloquente titolo «Finché vita non ci separi», ci si sposa sempre di meno e c’è una separazione o un divorzio ogni quattro minuti. L'istituzione matrimoniale dunque è in piena crisi, e l'anello debole della catena sembra essere proprio la donna italiana. Così, se un uomo si arrischia al grande passo, è sempre più probabile che smentisca il vecchio adagio " mogli e buoi dei paesi tuoi ", e sposi una straniera. Il 10,5 % dei nuovi matrimoni, infatti, avviene con una donna straniera. Che dire? Avendo visto che cosa è capace di combinare una moglie italiana alle spalle del marito, e quanto, di converso, sono felici quelli tra i miei amici che hanno sposato ragazze straniere, non sono affatto sorpreso... È, in materia, sempre valido quell'aforisma di Ennio Flaiano: " Spesso la donna italiana e' cuoca in salotto, puttana in cucina e signora a letto "...

Utile per l'ufficio ;-)

“ Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi…; obbedite, perché facciano questo con gioia e non gemendo: ciò non sarebbe vantaggioso per voi. ” Dalla lettera di S. Paolo agli Ebrei 13, 17

One night stands

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Ogni tanto passano in televisione un delizioso film di Vincente Minnelli - “ Come sposare una figlia ” con Sandra Dee, Rex Harrison e Kay Kendall - commedia brillante che, narrando l'ultimo ballo delle Debuttanti a Londra nel 1958, descrive con garbo e ironia il tramonto dell’alta società inglese, fondata sul culto della forma e delle buone maniere. La bibbia di quel mondo erano i manuali di etichetta di Debrett's, editore dal 1769. I tempi cambiano e, miracolo tutto inglese, le tradizioni si rinnovano nella continuità: così Debrett's è sopravvissuto e ha appena pubblicato “ Etiquette for girls ”, un manuale di bon ton destinato alle ragazze del nostro tempo, “ sassy, metropolitan, chic ”. Un intero capitolo dell’opera è in particolare dedicato al “ Men’s management ” - dove gli 'uomini da gestire' sono soprattutto quelli incontrati durante le storie da una notte. Il Times ha notato perplesso che le “ one night stands ” sono talmente citate e accettate nel manuale d

D'accordo

La vita o è un’audace avventura o non è niente. Helen Keller

Vendemmiare o raccattare

Con la nuova finanziaria e decreti collegati le scuole di alta amministrazione dello Stato si avviano a miseranda fine: la SSPA, della quale prima si progetta la fusione con il Formez, e poi si annuncia la chiusura della sede di Acireale; la SSEF, alla quale vengono ridotti i fondi, e una metà dei restanti destinati all’affidamento in ousourcing “a società specializzate, di consulenze, studi e ricerche”. Aggiungiamo che i concorsi pubblici verrebbero riservati (concorso pubblico riservato è un evidente ossimoro) a coloro che si trovano già in amministrazione a diverso titolo, cioè precari, stagisti etc (praticamente resuscita il ‘ volontario’ cavouriano): così la selezione delle nuove leve della PA, lungi dall'essere limpida, selettiva e meritocratica, sarà figlia dei percorsi più ambigui. I tempi in cui la sinistra sembrava esprimere un interesse organico e scientifico per la riforma della PA sembrano sideralmente lontani. Sarebbe ora invece di riproporre il tema di come si entra

Amen !!!

"Perciò approvo l'allegria, perché l'uomo non ha altra felicità, sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole. " Ecclesiaste, 8, 15

La bella morte

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Un uomo di Ferentino è morto nella tarda serata di ieri, mentre stava cenando, soffocato da un fetta di prosciutto. Il boccone gli è andato di traverso e gli ha bloccato il respiro. Morte assurda, dicono i giornali. Bella morte, dico io. Quale fine migliore che essere uccisi da qualcosa di buono, o da chi si ama? Sincera invidia.

A new Enténte Cordiale?

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Julian Lindley French wrote a very interesting article on the International Herald Tribune of September 16, 2006, titled “ Britain and France need to lead, together ”. His thesis is that “ fifty years after Suez, Britain and French should forge a new partnership… founded on four principles of strategic leadership: the global West; a strategic Atlantic alliance; a robust EU; effective European homeland security… There are only two countries that can save Europe from the self-deluding isolationism into which it is tipping: Britain and France ”. The article matches many of my core paper’s ("Is there a West?") conclusions about the origin of the modern West being in the alliance between France and UK, the Enténte Cordiale . I totally agree with the sentence “ The West is no longer a place but an idea built around democratic security governance ”. Still - while I do not understand what Lindley French means by a “ Global West ” (a sort of spontaneous club of democracies, or the ex

Gli scansafatiche

Caro direttore, Pietro Ichino, dalle colonne del Corriere, ha rivolto ai sindacati dei lavoratori pubblici tre domande sul problema di come garantire efficienza nei pubblici uffici. Penso di dover rispondere anch’io, a nome del mio sindacato. Cida-Unadis rappresenta i Dirigenti dello Stato, e aderisce ad una confederazione, la CIDA, che, riunendo dirigenti pubblici e privati, coniuga in sé la cultura amministrativa con quella privatistica. Com’era prevedibile, il dibattito suscitato da Ichino è stato infarcito di tutti i luoghi comuni sul pubblico impiego, visto quale naturale refugium peccatorum di scansafatiche ed incapaci. Non è così, naturalmente, ma non perderò neppure un minuto a negare che tipi del genere esistano effettivamente nell’amministrazione pubblica: fosse anche uno solo, è uno di troppo. Il nostro paese, impegnato com’è in una competizione epocale con economie di dimensioni colossali, non può più permettersi di tollerare rendite di posizione e rami secchi, e deve far

Parlar difficile

... "Per la Cdp l'operazione sarebbe « teoricamente » a costo zero, poiché « un flusso di poste aggiuntivo per lo Stato, derivante dalla tassazione della plusvalenza generata in Telecom Italia, di circa 5- 7 miliardi, sarebbe tale da compensare l'investimento nell' equity della newco »"... Questo pezzo di astruso industrialese viene da un piano finanziario per il riassetto della rete Telecom, citato integralmente, e senza spiegazioni di sorta sul Corriere della Sera di oggi. Poi magari il Corriere farà ironie sui burocrati che parlano difficile, che dicono ' obliterare ' invece di ' annullare '. Da qual pulpito... " E sul riassetto Tronchetti da Padoa-Schioppa". Sergio Rizzo, 14 settembre 2006

Tra i due litiganti ...

È sorprendente quanto poco gli analisti di politica internazionale capiscano di psicologia e ne sappiano applicare gli schemi. Altrimenti potrebbero leggere nel confronto tra Islam e Occidente il risultato di una grande frustrazione sessuale collettiva, della voglia di mostrare la propria potenza e di svirilizzare l’avversario. Il ripetuto tentativo dei terroristi per distruggere i grattacieli delle Torri Gemelle, chiaro simbolo fallico, esprime un inconscio desiderio di castrazione dell’avversario. La Spada dell’Islam è un altro chiaro simbolo fallico. Quando essa si scontra con la Spada di Rolando, la Durlindana, il giovanile impeto dell’Islam si spegne e comincia invece l’alba della potenza occidentale. Il mujahed che si fa saltare in aria desidera un paradiso dove godrà del favore di 99 vergini. È un modo di ragionare primitivo e brutale, proprio di una società di madri castranti che trasmettono ai figli un sacro terrore per la libertà della donna. Ma davvero, nel confrontarci con

Refugium Peccatorum

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Dov’ero cinque anni fa, quando le Torri cadevano? Ricordo benissimo: nell’aula informatica della SSPA, a battere al computer la mia tesi finale del corso di formazione dirigenziale. Dieci giorni prima ero tornato mestamente in Italia, dopo una gloriosa esperienza di lavoro a Brussels. Cominciava una lunga traversata nel deserto, otto interminabili mesi ad aspettare i comodi della Scuola, poi della Funzione Pubblica, poi del ministero della Giustizia, prima di avere quel posto da dirigente che mi ero guadagnato con un corso-concorso tra i più selettivi mai fatti in Italia. Nessuno, in queste prestigiose istituzioni, aveva saputo preparare per tempo il nostro ingresso nella P.A. dopo 30 mesi di corso, lasciandoci così a vegetare inutilizzati. Passano gli anni, e ancora non riesco ad identificarmi con la categoria del pubblico impiegato: e non ne ho nessuna intenzione. Detesto cordialmente questo mondo dove tutto va lemme lemme, dove il tempo non ha nessun valore, dove si complica ciò che

Noi viaggiamo per ritrovare noi stessi...

"Gli altri ambasciatori mi avvertono di carestie, di concussioni, di congiure, oppure mi segnalano miniere di turchesi nuovamente scoperte, prezzi vantaggiosi nelle pelli di martora, proposte di forniture di lame damascate. E tu? - chiese a Polo il Gran Khan. - Torni da paesi altrettanto lontani e tutto quello che sai dirmi sono i pensieri che vengono a chi prende il fresco la sera seduto sulla soglia di casa. A che ti serve, allora, tanto viaggiare? - È sera, siamo seduti sulla scalinata del tuo palazzo, spira un po' di vento, - rispose Marco Polo. - Qualsiasi paese le mie parole evochino intorno a te, lo vedrai da un osservatorio situato come il tuo, anche se al posto della reggia c'è un villaggio di palafitte e se la brezza porta l'odore d'un estuario fangoso. - Il mio sguardo è quello di chi sta assorto e medita, lo ammetto. Ma il tuo? Tu attraversi arcipelaghi, tundre, catene di montagne. Tanto varrebbe che non ti muovessi di qui. Il veneziano sapeva che quand

Il mio nuovo ufficio:

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Primo giorno di lavoro come dirigente del mio nuovo ufficio, il Tribunale di Sorveglianza di Roma, tra il Palazzaccio e Castel S. Angelo. Fuori infuriano le polemiche sugli statali fannulloni, e sembra che da Monsù Travet ad oggi tutto sia rimasto uguale. Ma io ho voglia di fare e di cambiare. Mi guardo indietro, appena quattro anni, eppure quante esperienze interessanti: Brussel, Trieste, Frosinone, Ginevra. Sono diventato dirigente quasi per caso, rispondendo a un bando di concorso: e ho trovato un lavoro che mi sta come un guanto. E oggi comincia una nuova avventura.

L'Italia salvata dalle russe

La diciassettenne Elizaveta Migatcheva, di Kazan, vicino Mosca partecipa alle finali di Miss Mondo a Varsavia come rappresentante .... dell'Italia. È un segno dei tempi, e una volta tanto, un buon segno. Miei amici sono sposati con donne russe e sono molto felici, padri di belle bambine che mescolano tratti mediterranei e grazia slava. Sia benedetta Santa madre Russia e tutte le sue figlie.

Culle vuote, paese triste

Il crollo demografico italiano ha conquistato la prima pagina dell’International Herald Tribune. Siamo al tempo stesso, la cosa è risaputa, uno dei paesi dove si vive di più e dove si nasce di meno. Come Anchise sulle spalle di Enea, un numero crescente di anziani pesa su un numero sempre minore di giovani. Quelli che Svevo chiamava gli “abietti longevi che appariscono quale un peso per la società” hanno ipotecato il futuro del nostro paese, si oppongono a qualunque riforma della previdenza e pretendono di vivere di rendita una parte sempre più lunga della loro esistenza. Quali le soluzioni del problema? I demografi elaborano studi ed ipotesi. Beh, tanto per cominciare, potremmo liberarci proprio dei demografi. Le loro previsioni si sono rivelate clamorosamente sbagliate e nocive: quando, trent’anni fa, l’Italia era in pieno baby-boom, essi lanciarono l’allarme – sovrappopolazione. Si diffusero allora parole d’ordine come “crescita zero”, fu approvata una legge estremamente liberale su