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Visualizzazione dei post da ottobre, 2007

Le lacrime di un giudice e le servitù della giustizia

"Ho visto le fotografie del GIP Forleo in lacrime con imbarazzo e disagio... Non mi piace anzitutto che un funzionario dello Stato manifesti pubblicamente le sue emozioni. Si potrebbe osservare che le emozioni sono state provocate dalle insinuazioni e dalle accuse di cui Clementina Forleo è stata oggetto nelle ultime settimane. A me sembra invece che le colpe dei suoi avversari e detrattori siano pur sempre meno importanti, per la dignità delle istituzioni, del modo in cui il GIP ha gestito le sue apparizioni pubbliche. Forleo non ha torto, almeno «tecnicamente», quando afferma: «Finché non ci sarà un editto che stabilisca quali magistrati possono parlare e quali non possono, quando possono o non possono farlo, sempre al di là della riservatezza legata alle questioni sugli atti d’ufficio, io ritengo di parlare, come fanno gli altri miei colleghi, assumendomi tutte le mie responsabilità. Ci sono molti magistrati indipendenti che vogliono far sentire la loro voce» (Corriere di ieri)

Chi di secessione ferisce...

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Lo ammetto: sto gongolando. Leggo le reazioni stizzite del "Governatore" (così ama farsi chiamare, anche se non ne ha diritto) del Veneto, Galan, e sono in piena Schadenfreude . Il trionfo del referendum tenutosi per separare Cortina d’Ampezzo e alcuni comuni limitrofi dal Veneto e passare all’Alto Adige è un fatto che trascende la cronaca locale. Negli ultimi venti anni, il lessico della politica italiana si è nutrito di termini come “federalismo” , “autonomia” , “devoluzione” , e via discorrendo. L’origine di tutti i mali veniva indicata dai nuovi demagoghi nell’odiato “centralismo romano”, nella burocrazia statale che risiede a Roma (“ladrona”, ovviamente). Tutti gli schieramenti politici hanno nel tempo flirtato con l’autonomismo, anche se questo era minoritario nel paese, mettendo in cantiere perniciose riforme costituzionali che hanno seriamente minato l’impianto unitario della Repubblica. Tanto rumore per nulla: la rivolta anticentralista, lungi dal produrre “meno Stat

Alle donne che sognano e ci fanno sognare

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Claudio Baglioni Le ragazze dell'Est Nei mattini pallidi ancora imburrati di foschia risatine come monete soffiate nei caffè facce ingenue appena truccate di tenera euforia occhi chiari laghi gemelli occhi dolci amari... Io le ho viste fra cemento e cupole d'oro che il vento spazza via sotto pensiline che aspettano il sole e il loro tram coprirsi bene il cuore in mezzo a sandali e vecchie camicie fantasia e a qualcuno solo e ubriaco che vomita sul mondo... Io le ho viste portare fiori e poi fuggire via e provare a dire qualcosa in un italiano strano io le ho viste coi capelli di sabbia raccolti nei foulards e un dolore nuovo e lontano tenuto per la mano... Io le ho viste che cantavano nei giorni brevi di un'idea e gomiti e amicizie intrecciati per una strada io le ho viste stringere le lacrime di una primavera che non venne mai volo di cicogne con ali di cera... Ancora io le ho viste far la fila con impazienza davanti ai gelatai quando il cielo stufo d'inverno promette

Tutto il resto è noia

Curioso, trovo un pensiero simile in due grandi testi della letteratura francese. La prima citazione è dalla Recherche di Proust . Nell’ultima pagina di “ Un amore di Swann ”, quando Charles Swann decide finalmente di troncare il morboso rapporto con Odétte de Crecy esclama: «E dire che ho sciupato anni della mia vita, ho desiderato di morire, ho avuto il mio più grande amore, per una donna che non mi piaceva, che non era il mio tipo!» Mentre Camus mette in bocca al suo Clamence, protagonista de “ La Caduta ” questa frase: «Ho conosciuto un uomo che ha dato vent’anni della propria vita a una sventata, le ha sacrificato tutto, amicizie, lavoro, il decoro della propria vita, e una sera ammise di non averla mai amata. Si annoiava, ecco tutto… perciò si era fabbricato con le proprie mani una vita di complicazioni e di drammi. Bisogna che accada qualcosa, e questa è la spiegazione della maggior parte degli impegni che gli uomini assumono. Bisogna che qualcosa accada, anche la servitù senza

Decidere di diventare grandi

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Non amo i libri. Non leggo per mero amore della letteratura o per piacere intellettuale. È un’affermazione che potrà stupire chi conosca la vastità della mia biblioteca, e la mia passione per la poesia. Ma è così: ogni libro che ho letto l’ho prima scrutato, annusato con diffidenza; non ne ho mai comprato più d’uno alla volta, e sempre a seguito di un colpo di fulmine. Un libro che non mi fa crescere lo considero una perdita di tempo. Ha scritto Emile Cioran, che «Un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve allargarle e provocarne di nuove. Un libro deve essere pericoloso ». Alcuni li ho riletti centinaia di volte, come “La caduta” di Camus . Altri una volta sola, ma ne porto indelebile il ricordo. Ne ho ritrovato uno che fu particolarmente importante: “Dimmi da quanto è partito il treno” di James Baldwin , che acquistai usato, su una bancarella (quanti libri decisivi si trovano sulle bancarelle!). Ero un adolescente rimasto precocemente orfano, dovevo crescere e diventare uomo, e do

La cura di tutti i mali

"A good woman is the best anti-depressive" Astrida Krakope M.D. Linezers Clinic, Riga

Nono comandamento, primo comma

"Non desiderare la donna d'altri... specialmente se non la desidera più il marito..."

Fotografo, dunque esisto

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Detesto gli intellettuali . Istintivamente. Aborrisco particolarmente i professori universitari. Il XX secolo ha visto una crescita senza precedenti del ruolo degli intellettuali, ed assolutamente esagerata: un tempo cortigiani al servizio del potere politico, nella veste di tecnici competenti nella gestione e soluzione di problemi, si sono trasformati nella figura ieratica del maître à penser , l’oracolo che si è attribuito il ruolo di depositario dei valori, di vestale di un’Idea che va preservata pura da ogni contaminazione della realtà. Mie vecchie fisime, questioni di pelle, ma mi accorgo con gli anni che esse hanno una qualche ragion d’essere. Voglio dire che tra l’atteggiamento verso la vita ed il mondo proprio degli intellettuali e quello delle persone come me, c’è l’abisso, uno iato incolmabile, l’assoluta e perfetta antitesi. I primi partono da una loro idea e attraverso quella guardano la realtà, ma solo per trovarvi conferma alle loro idee, noialtri cerchiamo di osservar

Il rosso le dona

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Ieri un tizio ha versato dentro Fontana di Trevi un bidone di colorante rosso. Lo confesso: a me piace molto di più così. Sia a causa della mia predilezione per quel colore, sia perché non sono affetto da smanie conservazioniste. Dal momento che non ci sono stati danni permanenti, lasciatemi dire che apprezzo la provocazione. Gli scempi a Roma semmai sono altri: il turismo di massa, il traffico, la monnezza, i graffiti onnipresenti. E soprattutto, l'incuria di chi dovrebbe proteggere e custodire questa città, ma ha evidentemente la testa altrove: i poliziotti a rimorchiare le turiste, il sindaco alla sua carriera politica prossima ventura. Allora, non lamentiamoci di qualche occasionale barbaro: come insegna quella poesia di Kavafis , i barbari sono comunque "una soluzione".

Il buon Dirigente

Un dirigente sommerso dal lavoro è il capo migliore perché non ha tempo di indulgere in futilità, e di infastidire la gente. Jack Welch Presidente della US General Electric

Cose da pazzi

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Il governo approva all'unanimità il disegno di legge sulla riforma del mercato dell'editoria, ed il Ministro Antonio di Pietro confessa sul suo blog di averlo votato senza averlo nemmeno letto perchè era "di routine". I bloggers italiani alzano compatti gli scudi contro un provvedimento legislativo che ci allinea alla Cina nel tentativo di mettere sotto controllo Internet. Prevede infatti che tutte le testate editoriali, anche quelle online, si iscrivano (e paghino una tassa, ci mancherebbe) ad un nuovo "Registro degli Operatori della Comunicazione" (ROC). Dietro a questo folle progetto c'è Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed ex giornalista (in tale veste noto solo per aver condotto alle soglie del fallimento il quotidiano "L'Indipendente"). Risibili le sue spiegazioni sul Blog di Beppe Grillo : "Vogliamo creare le condizioni di un mercato libero, aperto ed organizzato in modo efficiente. Per questo,

Lassù qualcuna mi guarda...

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Più appiccicosa della carta moschicida, di una cicca sotto la suola delle scarpe, più ossessiva di Psycho, di Glenn Close in "Attrazione Fatale", più ricorrente di un boomerang più fedele di una coda, più indimenticabile di un incubo.... la mia ex, proffa meclemburghese PhD-munita, visita il mio sito dieci volte al giorno: solo un consiglio da amico.... CURATI !!!!

Però, Doris...

Confesso di non aver mai letto finora un solo rigo di Doris Lessing, come del resto di molti altri premi Nobel. Sul Nobel per la letteratura, che non è mai stato assegnato a giganti come Borges, o Luzi, vale quanto già detto più avanti circa il Nobel per la pace. Ma questo suo brillante ed istruttivo articolo sulla " political correctness" , una delle mie bestie nere, e sulla sua discendenza diretta dal Comunismo e dall'accademia tedesca, me la rende assai simpatica. Da leggere. ON POLITICAL CORRECTNESS Questions you should never ask a writer By DORIS LESSING Some strong thoughts about political correctness.   On Thursday, the novelist Doris Lessing won the 2007 Nobel Prize in Literature. Moments after the announcement, the literary world embarked on a time-honored post-Nobel tradition: assessing - and sometimes sniffing at - the work of the prizewinner. One of the most pointed criticisms of Lessing came from Harold Blo

Questioni di vita e di morte

Ci sono persone che quando muoiono lasciano un vuoto. Ci sono persone che quando muoiono liberano uno spazio. Io, oggi

Gli amanti

Sto tornando dal mare e la radio diffonde questo nuovo singolo di Ornella Vanoni "Gli Amanti". Non è certo la mia cantante preferita, ma mi riconosco nel testo come in uno specchio. O meglio, rivedo il me stesso di tre anni fa, quando ero impelagato in una relazione orribile, ad aspettare anch'io, ogni santa sera, una telefonata. Brrr...

Per donne stressanti e stressate

Grazia è un settimanale femminile di antica tradizione. Lo leggevo da piccolo (lo comprava mamma), ed ho sempre trovato questo genere di magazine illuminante. Le donne, quando si raccontano tra di loro, sono più sincere. Adesso c’è un’edizione online, ed un blog . Una certa Vera M. deplora che i pantaloni non siano più di moda (ah sì?) e teorizza che le gonne siano “per donne… che piacciono agli uomini e anche alle loro mamme: rassicuranti, dolci, non aggressive, non competitive ”. Mmmhhh, sempre il solito stereotipo della strega e del maschietto spaventato dall’emancipazione femminile. Vaccate. Così rispondo: Vorrei commentare questa frase: “donne … che piacciono agli uomini e anche alle loro mamme: rassicuranti, dolci, non aggressive, non competitive.” Il sottinteso evidente è che gli uomini sono degli insicuri che vogliono la compagnia di una persona rassicurante. Gli echi di una certa cultura femminista sono evidenti. Mi piacerebbe solo sapere: c’è gente, non importa di quale sesso

Semaforo rosso agli abusi

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La vicenda dei semafori di Segrate merita un commento. A Segrate semafori dotati di telecamera sono stati sequestrati perché si sospetta che la società concessionaria abbia artatamente diminuito i tempi del giallo per aumentare il numero di multe, sulle quali ricava una percentuale. Un caso di furbismo italico, dunque, ma che serve ad introdurre un discorso critico sul modo in cui le amministrazioni comunali gestiscono il settore delle infrazioni al codice della strada, e quindi sul complesso rapporto tra italiani e legalità . Contestare infrazioni al codice della strada è diventato un veloce ed indolore metodo di finanziamento per le casse dei comuni, una vera tassazione impropria, ed una voce di entrata sempre più importante nei bilanci degli enti locali. Sotto un piano di puro diritto amministrativo questo modo di agire è viziato sotto due profili: 1) Conflitto di interessi : se gli automobilisti italiani diventassero improvvisamente disciplinati, ciò porterebbe a un decremento nett

Il premio Ignobile

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Che il premio Nobel fosse una solenne buffonata si sapeva: quello per la Pace, in particolare, è stato assegnato a un mucchio di gente con le mani sporche di sangue, i terroristi Arafat e Menachem Begin, al dittatore Sadat, ma non al Mahatma Gandhi. Vanno di moda ora i premi a coloro che dissentono da George Bush: il Nobel ad El-Baradej, la Palma d’Oro a Cannes per Michael Moore, ed infine, di nuovo il Nobel per la pace ad Al Gore, per la sua lotta al cambiamento climatico. Viene in questo modo consacrato come articolo di fede, verità scientifica assoluta ed indiscutibile, che viviamo in un momento di cambiamenti climatici indotti dall’uomo. Non solo: viene sancito che il Potere è innocente, non è la fonte di tutti i mali, ma anche la soluzione. Ciò che fa, disfa, insomma. Al Gore fu il vicepresidente degli Stati Uniti, ed uno dei più influenti: è credibile che il futuro Nobel per la pace fosse all’oscuro di tutte le scelte militari della presidenza Clinton (la guerra del Kosovo, l’Ope

Tramonto

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Un tramonto meraviglioso e struggente, questa sera. Come esco dall'ufficio, davanti a me l'Angelo di Castello, poi San Pietro, e Roma colorata d'oro, in tutta la sua gloria. Una bellezza che turba. E naturali mi vengono i versi di Borges: Pasan Carthago y Roma, yo, tù, él, mi vida que no entiendo, esta agonia de ser enigma azar, criptographia, y toda la discordia de Babél

Incontrarsi e dirsi addio

Basta la parola, diceva un’antica pubblicità. Finché non c’è la parola, non sai se un determinato fenomeno, una sensazione esiste socialmente, o è solo tua. La parola definisce, identifica, socializza. La parola è “stalking” , un fenomeno a quanto pare in crescita. Lo stalker è l’ex partner che non ci sta ad essere mollato, ed impone la sua presenza in mille modi assillanti: appostamenti, messaggi, telefonate. Il suo scopo, apparentemente, è quello di non essere dimenticato. Certo, alla fine di una relazione è normale cercare di tenersi in contatto. Ma quando dopo alcuni vani tentativi di riavvicinamento, ed in un tempo relativamente breve, una persona non riesce ad accettare la fine di una relazione, e continua a cercare di comunicare con l’ex-partner, se l’altra persona ha specificato chiaramente di non essere interessata, allora siamo nel campo della patologia. Personalmente, quando chiudo una relazione, chiudo automaticamente tutti i contatti. Ho fatto eccezione per un paio di donn

Fenomenologia delle tette

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Giuro, se rinasco mi do alle scienze sociali. Sempre meglio che lavorare, no? Tutta la gioventù mi sono rotto la testa (diciamo la testa) sui codici di procedura, su testi infernali come Satta, Gazzoni, Rescigno, e poi vedo Francesco Alberoni che pontifica ogni settimana dalla prima pagina del Corriere della Sera, con riflessioni profonde su come scotta l’acqua calda, sul coraggio dei condottieri, su come fa bene far bene l’amore, ed altre amenità. Il primo sospetto che avessi sbagliato tutto me lo diede la lettura del libro “Ozio creativo” di Domenico de Masi, il celebre sociologo che teorizzò come si vive meglio senza lavorare. La sua soluzione è che basta far lavorare gli altri! Un genio assoluto. Peraltro, non era neppure una novità, l’ otium lo hanno inventato i Romani, che infatti facevano sgobbare gli schiavi: ma per l’appunto, ribollire il bollito è il modo che questa benemerita categoria ha di contribuire al progresso della razza umana. Poi mi toccò frequentare alla SSPA un c

Puro, esplicito, invincibile...

"Il colonnello ebbe bisogno di settantacinque anni - i settantacinque anni della sua vita, minuto per minuto - per giungere a quel momento. Si sentì puro, esplicito, invincibile, nell'istante in cui rispose: " Merda " Gabriel Garcia Marquez, Nessuno scrive al Colonnello “Parla sul serio?” gli domandò. “Da quando sono nato” disse Fiorentino Ariza”non ho detto una sola cosa che non sia sul serio” Il capitano… guardò Fiorentino Ariza, il suo dominio invincibile, il suo amore impavido, e lo spaventò il sospetto tardivo che è la vita, più che la morte, a non avere limiti. “E fin quando crede che possiamo proseguire questo andirivieni del cazzo?” Gli domandò. Fiorentino Ariza aveva la risposta pronta da ciquantatrè anni, sette mesi e undici giorni con le loro notti. “Tutta la vita” disse. Gabriel Garcia Marquez,L'amore ai tempi del colera Un giorno forse racconterò del mio incontro con Gabriel Garcia Marquez, incontro di persona, intendo, oltre che letterario, di come

Il Pitone

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Dario, hai un'espressione da pitone soddisfatto (Germano, 16/8/2002) ( foto G. Dottori: Io e Liga, Liv Laukums, Riga)

Dancing

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C’è stato un attimo che tu mi sei sembrata niente, è stato quando la tua mano mi ha lasciato solo e inesistente, hai volteggiato e sei tornata qui, l’orchestra è andata avanti e, poi, nessuno ha visto… vieni… E abbiam ripreso a masticare questa vecchia rumba, ci siam sorrisi e salutati e siam rimasti in pista, e ci è sembrata sempre grande questa nostra danza mezza dolce e mezza amara e siam rimasti in gara… Dancing… da da dada Dancing.... I ballerini che lo fanno un pò per professione, un pò per vera vocazione han passo di ossessione e sanno bene che l’azzardo è lieve come il leopardo e san che tutte le figure han mille stumature… Se nel mio passo hai avvertito un’inquietudine e un grande inchino, ero vicino a una città lontana tutta di madreperla, argento, vento, ferro, fuoco e non trovavo qui nessuno per parlarne un poco… Dancing… Sì, sono sempre più distratto e anche più solo e finto e l’inquietudine e gli inchini fan di me un orango che si muove con la grazia di chi non è convinto

Partecipare bisogna

Caro Carlo… se il mio spirito critico mi porta talora a discordare da te, debbo accettare questa necessità a cui non trovo rimedio; ma non confondo l’una e l’altra sfera delle relazioni con te, come usa la gente volgare, che fa interferire l’una nell’altra. Quanto alla mia appartenenza a un partito del quale sono diventato capo dichiarato, stimo che ogni cittadino debba ascriversi a un partito, a quello che meglio risponde o è più affine ai suoi ideali, da capo o da gregario, perché ciò richiedono l’ordinata vita politica e morale, e la lealtà della lotta. Essere superiore ai partiti? Ma ogni uomo che si rispetti è, nel fatto, sempre superiore, perché non rinunzia al suo pensiero e alla sua coerenza morale, e un partito non è una setta o una mafia e consente il dissenso e l’opposizione, e anche in certi casi ammette il diritto e il dovere dell’uscita dal Partito. Ai miei compagni liberali ebbi occasione di dire: non vi dolete se io, sempre che ciò creda utile al nostro paese, propo

Bamboccione sarà lei

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La stampa di oggi ci offre due notizie apparentemente contraddittorie: l’allarme per i moltissimi giovani che vanno a studiare e poi a lavorare all’estero, e l’invito del Ministro dell’Economia, Padoa Schioppa ai giovani, a non fare i “bamboccioni” e ad andare a vivere da soli. Poveri giovani, dunque: invitati nello stesso giorno ad andar via di casa, ma, per carità, non troppo lontano... Per ragioni dolorosamente personali (ho perso mamma in giovane età) non sono mai appartenuto alla categoria dei ‘mammoni’, ed ho dovuto ben presto nella vita imparare a cavarmela da solo. Tuttavia sono stato spettatore del dramma di una generazione cui sono state tarpate le ali in molti modi. E non solo in senso economico: perché in tanti potremmo testimoniare quanto ogni tentativo di costruire la nostra autonomia sia stato contrastato da una leva di genitori irresponsabili ed immaturi, pronti a vivere l’indipendenza dei figli come un affronto, anziché come la realizzazione dei loro sogni, e a colpev

Col Muro era meglio

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O ggi la Germania festeggia 17 anni di unità. Per chi se la cava col tedesco, sul sito del Welt c’è un test per mettere alla prova la propria conoscenza della DDR . “65% korrekt beantwortet ” è stato il mio risultato, e chi vuol capire capisce… Il 9 novembre dell’89, quando cadde il muro di Berlino, la tv italiana si mise a trasmettere le immagini in diretta, con la Nona Sinfonia come sottofondo. Non potevo trattenere le lacrime, assistendo alla più grande evasione in diretta televisiva della storia. Poco dopo, mi trovavo in viaggio alla volta di Berlino, insieme ad un amico tedesco che voleva vivere l’evento ( “ti va di venire a Berlino con me, Dario?” “Sarebbe fantastico, quando partiamo?” “Tra un’ora” “Facciamo mezza” ). Un sito molto bello che descrive quei giorni inebrianti è questo . Col senno di poi, l’unificazione ha fatto parecchi danni a tutti. La Germania, non più piegata dal rimorso, ha cominciato a muoversi sulla scena mondiale con la grazia di un elefante in una cristalle

Vademecum di citazioni

«Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: ciò che conta è il coraggio di andare avanti». Winston Churchill «Sogna come se vivessi per sempre... vivi come se dovessi morire oggi» James Dean «L'occhio per occhio rende cieco il mondo intero». Mahatma Gandhi «Il potere tende a corrompere, il potere assoluto corrompe assolutamente» Lord Acton «La guerra non stabilisce chi ha ragione, ma solo chi sopravvive» Bertrand Russell «La vita è ciò che ti accade quando sei tutto intento a fare altri piani» John Lennon , Gandhi: «Tu devi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo». George Bernard Shaw: «La giovinezza è una cosa meravigliosa: che crimine, sprecarla nei bambini» Groucho Marx: «Non dimentico mai una faccia, ma nel tuo caso farò un'eccezione».