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Visualizzazione dei post da settembre, 2006

A new Enténte Cordiale?

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Julian Lindley French wrote a very interesting article on the International Herald Tribune of September 16, 2006, titled “ Britain and France need to lead, together ”. His thesis is that “ fifty years after Suez, Britain and French should forge a new partnership… founded on four principles of strategic leadership: the global West; a strategic Atlantic alliance; a robust EU; effective European homeland security… There are only two countries that can save Europe from the self-deluding isolationism into which it is tipping: Britain and France ”. The article matches many of my core paper’s ("Is there a West?") conclusions about the origin of the modern West being in the alliance between France and UK, the Enténte Cordiale . I totally agree with the sentence “ The West is no longer a place but an idea built around democratic security governance ”. Still - while I do not understand what Lindley French means by a “ Global West ” (a sort of spontaneous club of democracies, or the ex

Gli scansafatiche

Caro direttore, Pietro Ichino, dalle colonne del Corriere, ha rivolto ai sindacati dei lavoratori pubblici tre domande sul problema di come garantire efficienza nei pubblici uffici. Penso di dover rispondere anch’io, a nome del mio sindacato. Cida-Unadis rappresenta i Dirigenti dello Stato, e aderisce ad una confederazione, la CIDA, che, riunendo dirigenti pubblici e privati, coniuga in sé la cultura amministrativa con quella privatistica. Com’era prevedibile, il dibattito suscitato da Ichino è stato infarcito di tutti i luoghi comuni sul pubblico impiego, visto quale naturale refugium peccatorum di scansafatiche ed incapaci. Non è così, naturalmente, ma non perderò neppure un minuto a negare che tipi del genere esistano effettivamente nell’amministrazione pubblica: fosse anche uno solo, è uno di troppo. Il nostro paese, impegnato com’è in una competizione epocale con economie di dimensioni colossali, non può più permettersi di tollerare rendite di posizione e rami secchi, e deve far

Parlar difficile

... "Per la Cdp l'operazione sarebbe « teoricamente » a costo zero, poiché « un flusso di poste aggiuntivo per lo Stato, derivante dalla tassazione della plusvalenza generata in Telecom Italia, di circa 5- 7 miliardi, sarebbe tale da compensare l'investimento nell' equity della newco »"... Questo pezzo di astruso industrialese viene da un piano finanziario per il riassetto della rete Telecom, citato integralmente, e senza spiegazioni di sorta sul Corriere della Sera di oggi. Poi magari il Corriere farà ironie sui burocrati che parlano difficile, che dicono ' obliterare ' invece di ' annullare '. Da qual pulpito... " E sul riassetto Tronchetti da Padoa-Schioppa". Sergio Rizzo, 14 settembre 2006

Tra i due litiganti ...

È sorprendente quanto poco gli analisti di politica internazionale capiscano di psicologia e ne sappiano applicare gli schemi. Altrimenti potrebbero leggere nel confronto tra Islam e Occidente il risultato di una grande frustrazione sessuale collettiva, della voglia di mostrare la propria potenza e di svirilizzare l’avversario. Il ripetuto tentativo dei terroristi per distruggere i grattacieli delle Torri Gemelle, chiaro simbolo fallico, esprime un inconscio desiderio di castrazione dell’avversario. La Spada dell’Islam è un altro chiaro simbolo fallico. Quando essa si scontra con la Spada di Rolando, la Durlindana, il giovanile impeto dell’Islam si spegne e comincia invece l’alba della potenza occidentale. Il mujahed che si fa saltare in aria desidera un paradiso dove godrà del favore di 99 vergini. È un modo di ragionare primitivo e brutale, proprio di una società di madri castranti che trasmettono ai figli un sacro terrore per la libertà della donna. Ma davvero, nel confrontarci con

Refugium Peccatorum

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Dov’ero cinque anni fa, quando le Torri cadevano? Ricordo benissimo: nell’aula informatica della SSPA, a battere al computer la mia tesi finale del corso di formazione dirigenziale. Dieci giorni prima ero tornato mestamente in Italia, dopo una gloriosa esperienza di lavoro a Brussels. Cominciava una lunga traversata nel deserto, otto interminabili mesi ad aspettare i comodi della Scuola, poi della Funzione Pubblica, poi del ministero della Giustizia, prima di avere quel posto da dirigente che mi ero guadagnato con un corso-concorso tra i più selettivi mai fatti in Italia. Nessuno, in queste prestigiose istituzioni, aveva saputo preparare per tempo il nostro ingresso nella P.A. dopo 30 mesi di corso, lasciandoci così a vegetare inutilizzati. Passano gli anni, e ancora non riesco ad identificarmi con la categoria del pubblico impiegato: e non ne ho nessuna intenzione. Detesto cordialmente questo mondo dove tutto va lemme lemme, dove il tempo non ha nessun valore, dove si complica ciò che

Noi viaggiamo per ritrovare noi stessi...

"Gli altri ambasciatori mi avvertono di carestie, di concussioni, di congiure, oppure mi segnalano miniere di turchesi nuovamente scoperte, prezzi vantaggiosi nelle pelli di martora, proposte di forniture di lame damascate. E tu? - chiese a Polo il Gran Khan. - Torni da paesi altrettanto lontani e tutto quello che sai dirmi sono i pensieri che vengono a chi prende il fresco la sera seduto sulla soglia di casa. A che ti serve, allora, tanto viaggiare? - È sera, siamo seduti sulla scalinata del tuo palazzo, spira un po' di vento, - rispose Marco Polo. - Qualsiasi paese le mie parole evochino intorno a te, lo vedrai da un osservatorio situato come il tuo, anche se al posto della reggia c'è un villaggio di palafitte e se la brezza porta l'odore d'un estuario fangoso. - Il mio sguardo è quello di chi sta assorto e medita, lo ammetto. Ma il tuo? Tu attraversi arcipelaghi, tundre, catene di montagne. Tanto varrebbe che non ti muovessi di qui. Il veneziano sapeva che quand

Il mio nuovo ufficio:

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Primo giorno di lavoro come dirigente del mio nuovo ufficio, il Tribunale di Sorveglianza di Roma, tra il Palazzaccio e Castel S. Angelo. Fuori infuriano le polemiche sugli statali fannulloni, e sembra che da Monsù Travet ad oggi tutto sia rimasto uguale. Ma io ho voglia di fare e di cambiare. Mi guardo indietro, appena quattro anni, eppure quante esperienze interessanti: Brussel, Trieste, Frosinone, Ginevra. Sono diventato dirigente quasi per caso, rispondendo a un bando di concorso: e ho trovato un lavoro che mi sta come un guanto. E oggi comincia una nuova avventura.

L'Italia salvata dalle russe

La diciassettenne Elizaveta Migatcheva, di Kazan, vicino Mosca partecipa alle finali di Miss Mondo a Varsavia come rappresentante .... dell'Italia. È un segno dei tempi, e una volta tanto, un buon segno. Miei amici sono sposati con donne russe e sono molto felici, padri di belle bambine che mescolano tratti mediterranei e grazia slava. Sia benedetta Santa madre Russia e tutte le sue figlie.

Culle vuote, paese triste

Il crollo demografico italiano ha conquistato la prima pagina dell’International Herald Tribune. Siamo al tempo stesso, la cosa è risaputa, uno dei paesi dove si vive di più e dove si nasce di meno. Come Anchise sulle spalle di Enea, un numero crescente di anziani pesa su un numero sempre minore di giovani. Quelli che Svevo chiamava gli “abietti longevi che appariscono quale un peso per la società” hanno ipotecato il futuro del nostro paese, si oppongono a qualunque riforma della previdenza e pretendono di vivere di rendita una parte sempre più lunga della loro esistenza. Quali le soluzioni del problema? I demografi elaborano studi ed ipotesi. Beh, tanto per cominciare, potremmo liberarci proprio dei demografi. Le loro previsioni si sono rivelate clamorosamente sbagliate e nocive: quando, trent’anni fa, l’Italia era in pieno baby-boom, essi lanciarono l’allarme – sovrappopolazione. Si diffusero allora parole d’ordine come “crescita zero”, fu approvata una legge estremamente liberale su