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Il teologo Küng: la Chiesa torni al Vangelo

DAL NOSTRO INVIATOTUBINGA - Per quanto non abbia mai smesso di criticare il Papa polacco, Hans Küng ha sempre negato di essere un nemico di Giovanni Paolo II. «Alla base dei miei discorsi - ripete il teologo svizzero - c’è soltanto la preoccupazione per la Chiesa cattolica, cui rimango fedele». Una professione di lealtà, che non gli ha evitato la piena rotta di collisione con la Curia Romana, da lui contestata nei modi radicali e devastanti, che sono la cifra della sua intelligenza irrequieta e urticante. Eppure, sebbene la sua battaglia sia stata sempre frustrata dai vertici vaticani, Küng, che fu il vero motore intellettuale del Concilio Vaticano II, non perde l’ottimismo: «Nonostante l’attuale stagnazione ecumenica - ha detto in occasione del Simposio, organizzato all’Università di Tubinga, per i suoi 75 anni - ho la fondata speranza che la cristianità, nella presente transizione dal Moderno al Post-moderno, si ritrovi alla fine insieme intorno a un nuovo paradigma dell’ecumenismo.